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Maschi e femmine, secondo uno studio la differenza è nella memoria

Salute e Benessere
©Getty

Donne e uomini ricordano in modo diverso? Sì, ad affermarlo una ricerca condotta dall’Istituto di biochimica e biologia cellulare del Cnr e dal Telethon Institute of Genetics and Medicine di Fondazione Telethon, pubblicata su Nature Communications

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Ma è vero che donne e uomini ricordano in maniera differente? Sì, a quanto pare. A spiegare perché la memoria di femmine e maschi agisca in modo diverso ci ha pensato uno studio coordinato dall’Istituto di biochimica e biologia cellulare del Cnr e dal Telethon Institute of Genetics and Medicine di Fondazione Telethon, in collaborazione con altri Istituti del Cnr, recentemente pubblicato su Nature Communications. Alla base delle differenti capacità di memorizzazione tra maschi e femmine si troverebbe un meccanismo cerebrale diverso, attraverso il quale si determinerebbero quante informazioni ricordare durante l’apprendimento spontaneo. Questo ‘meccanismo’ è stato ora identificato, e si troverebbe nelle 'chiavi' di accesso all’ippocampo.

Lo studio nel dettaglio

Partendo da questi meccanismi, e cercando di capire come avvenisse questa ‘selezione’, i ricercatori hanno effettuato una serie di esperimenti sui topi, osservando che quelli di sesso maschile avevano una tendenza maggiore a preservare le informazioni nel tempo. “Ci siamo quindi chiesti perché le femmine pongano un limite in questo trasferimento di informazioni e quali sono i meccanismi che si attivano nel cervello per imporlo. Abbiamo quindi scoperto che i maschi attivano di più l’ippocampo, la regione corticale deputata alla formazione delle memorie a lungo termine, mentre le femmine attivano maggiormente i nuclei della linea mediana del talamo, posta sotto la corteccia, in particolare il nucleo reuniens, una regione più antica del cervello”, ha affermato Elvira De Leonibus, coordinatrice del progetto.

Le femmine non ricordano meno

Nonostante questa differenza, e il metodo di selezione delle informazioni, lo studio ha dimostrato che le femmine non ricordano meno dei maschi. Attraverso una serie di tecniche di manipolazione cerebrale, i ricercatori si sono accorti che a livello biologico il sesso potrebbe influenzare l’utilizzo dei circuiti cerebrali.
“La situazione stimolo che abbiamo usato è l’‘incidental learning’, ossia l’apprendimento spontaneo per curiosità, che favorisce l’emergere di differenze di strategie mentali. Ad esempio, se durante la memorizzazione dei sei oggetti distraiamo maschi e femmine con altri stimoli, la memoria dei primi ne risente, quella delle femmine si mantiene intatta. Questo suggerisce che i maschi usano una strategia maggiormente orientata alla memorizzazione a lungo termine, le femmine una indirizzata alla gestione degli stimoli nel contesto specifico. Nell’economia cerebrale, ogni azione mentale complessa, infatti, va a discapito di altre azioni; dunque nessuna delle due è superiore all’altra, dipende dalla situazione”, ha concluso De Leonibus.
Quest’affermazione, dunque, proverebbe come le donne - se distratte da altri stimoli - avrebbero una miglior memorizzazione rispetto agli uomini. Lo studio, finanziato dall’Alzheimer’ Association, ha visto la partecipazione dell’Istituto di biologia e patologia molecolari e l’Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti “Eduardo Caianiello” del Cnr, l'Ebri, la Sissa, l’Embl; e la collaborazione di giovani ricercatori del Cnr-Tigem, di studenti dell’Università di Roma “La Sapienza” e dell’Università degli Studi Federico II di Napoli.

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