E’ una complessa rete di interazioni tra varianti genetiche quella da cui deriva il colore dei capelli nell’uomo. L’ha individuata un team di ricercatori dell'Università di Toronto con sede a Mississauga, in Canada, identificando i principali geni coinvolti nelle variazioni di pigmentazione dei capelli e riuscendo anche a mettere in relazione gli effetti di singole e specifiche varianti genetiche sulle gradazioni di colore
Una complessa rete di interazioni tra varianti genetiche che ha effetti, non solamente sulla pigmentazione, ma anche sulla risposta della pelle all'esposizione ai raggi ultravioletti oppure al rischio di sviluppare malattie quali il cancro. Ecco cosa riesce a determinare il colore dei capelli nell'uomo. A suggerirlo, è stato uno studio coordinato dagli esperti dell'Università di Toronto con sede a Mississauga, in Canada, i cui esiti sono stati pubblicati sulla rivista del gruppo Nature, “Communications Biology”.
Cosa è emerso dallo studio
Cosa hanno scoperto, nel dettaglio, i ricercatori canadesi? “Il colore dei capelli è un fenotipo quantitativo che risulta dalle differenze nella quantità e nel rapporto di eumelanina e feomelanina sintetizzate nei melanociti”, hanno raccontato gli studiosi, dopo aver analizzato i dati di quasi 13mila cittadini canadesi coinvolti nel programma di ricerca denominato “CanPath”. Nell’ambito della ricerca e attraverso un approccio scientifico che ha intrecciato basi di epidemiologia con altre legate alla genetica, noto nell’ambito accademico come “Genome-wide association”, il gruppo di ricercatori dell’ateneo canadese è riuscito ad identificare i principali geni coinvolti nelle variazioni di pigmentazione dei capelli, riuscendo anche a mettere in relazione gli effetti di singole e specifiche varianti genetiche sulle gradazioni di colore. Tra i geni individuati e coinvolti in questo processo ecco SLC45A2, KITLG, SLC24A4, OCA2, MC1R. Il colore rosso, ad esempio, è specificatamente legato ad una variazione genetica di quest’ultimo, che sua volta può presentarsi in diverse sottovarianti. Alcune di esse, hanno sottolineato ancora gli esperti, determinano un’eccessiva produzione della feomelanina, tipica del pigmento rosso, altre invece generano una ridotta produzione di eumelanina che fa propendere la colorazione più verso la tonalità del biondo.
L’importanza dello studio
Non è tutto, perché oltre ad aver fornito “approfondimenti sull'architettura genetica che modula la variazione del colore dei capelli”, hanno commentato ancora i ricercatori, questo studio riveste un’ulteriore importanza. Infatti, molte di queste varianti genetiche possono influenzare anche altri aspetti, “come la normale variazione della pigmentazione della pelle, la risposta all'abbronzatura e il rischio di diversi tipi di cancro della pelle”, hanno concluso gli studiosi dell'Università di Toronto.