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Covid, Palù a Sky TG24: "Vaccinarsi è un compito sociale". VIDEO

Salute e Benessere

Lo ha dichiarato, in un'intervista a "Timeline", il presidente dell'Aifa. "Quello che preoccupa sono i cinque milioni di over 50 e i due milioni e 380mila persone di over 60 che non sono ancora vaccinate, perché sono a rischio di contrarre il virus e avere conseguenze più serie", ha sottolineato

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"Vaccinarsi è un compito sociale a cui alcune categorie dovrebbero adempiere, e per cui lo Stato sta facendo tutto il possibile”. Lo ha dichiarato, in un'intervista a "Timeline", su Sky TG24, il presidente dell’Aifa e membro del Cts Giorgio Palù.
“Meno vacciniamo e più il virus si diffonde, quindi abbiamo meno possibilità di controllarlo e che questo virus diventi endemico - ha precisato -. Meno persone si vaccinano e meno riusciamo a contenere questa infezione. Siamo abituati a parlare di immunità di gregge, o di comunità, perché conosciamo quei virus che hanno un’immunità persistente come il morbillo, la rosolia, la parotite, e sappiamo che per i virus come il morbillo non basta il 70% della popolazione vaccinata ma ci vuole oltre il 90% perché, in media, un bambino infettato ne può infettare altri venti". (VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)

Green pass, Palù: necessario avere due dosi di vaccino  

A proposito del green pass, il presidente dell'Aifa ha sottolineato che si tratta di  "una certificazione che tutela la salute individuale e di comunità". "Potrebbe essere uno strumento utile, che aiuta chi esercita un’attività e chi ne fruisce. Riguardo le due dosi, soprattutto con le nuove varianti, tutti gli studi si stanno orientando che siano una valutazione efficace per quanto concerne sia i parametri di ospedalizzazione che di Covid sintomatico, e addirittura di prevenzione della trasmissione: quindi è necessario avere due dosi di vaccino”, ha aggiunto.

"Preoccupazione per over 50 e 60 non ancora vaccinati"

Commentando l'andamento della campagna di vaccinazione nazionale anti-Covd, Palù ha dichiarato: “Certamente quello che preoccupa sono i cinque milioni degli over 50 e i due milioni e 380 mila persone di over 60 che non sono ancora vaccinate, perché sono quelle a rischio di contrarre il virus ed avere conseguenze più serie”.
“Credo - ha aggiunto - che il Generale Figliuolo abbia dimostrato come un esperto di logistica possa cambiare una situazione sul campo, e l’ha fatto in tempi rapidissimi. Abbiamo più di 60 milioni di dosi, ci stiamo avvicinando al 50% della popolazione vaccinata con due dosi, quindi trenta milioni, e se escludiamo circa i dieci milioni di under 12, che non si vaccinano, la copertura, il programma sta arrivando a quello che Figliuolo ci ha detto, cioè per la fine di settembre”.

"Presumibile sia necessaria terza dose"

Secondo Palù, "è presumibile sia necessaria la terza dose" di vaccino anti-Covid. "Dobbiamo attendere gli studi di popolazione. Stiamo vaccinando milioni di persone. Sappiamo che la persistenza degli anticorpi, può durare anche due o tre anni, cioè un soggetto che ha acquisito l’infezione può resistere allo stesso virus per circa due anni: quindi è una memoria che dura. Però sappiamo anche che con alcune varianti c’è un calo, e con alcuni vaccini gli anticorpi - che al momento possiamo credibilmente pensare sono quelli che ci proteggono dall’infezione - calano, per cui è probabile, e tra alcuni mesi sapremo quanto durerà e quanto sarà la protezione effettiva", ha spiegato il presidente dell'Aifa, sottolineando che "non ci dovrebbe preoccupare un richiamo, una terza dose: ci vacciniamo ogni anno per l’influenza, quindi non credo sia un problema”.  

"Verso ottobre o novembre da Ema primo giudizio su alcuni farmaci"

Palù, nel corso del suo intervento, ha poi ricordato che "l’Ema e la Fda stanno valutando alcuni farmaci specifici contro il Sars-CoV-2", annunciando che l'Agenzia europea del farmaco "probabilmente verso ottobre o novembre darà un primo giudizio di via libera o meno su alcuni farmaci”.
"Credo che siano molto ben in fase di studio e molto ben avviati, anche perché sono studiati su alcuni bersagli molecolari unici di questo virus. Questi farmaci, in vitro e sul modello sperimentale, hanno dimostrato grande efficacia e sicurezza, quindi sappiamo che oltre i vaccini sarà importante avere a disposizione anche dei farmaci", ha aggiunto il membro del Cts.

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