Protagonista l’ospedale Niguarda di Milano presso cui, grazie al supporto della Fondazione Italiana Diabete, sta per partire un nuovo progetto di ricerca sperimentale, in collaborazione con il Diabetes Research Institute di Miami, che mira ad allargare l’applicabilità del trapianto di isole pancreatiche a molte più persone, evitando così il ricorso alle terapie antirigetto
Presso l’ospedale Niguarda di Milano e grazie al supporto della Fondazione Italiana Diabete (FID), sta per partire un nuovo progetto di ricerca sperimentale, in collaborazione con il Diabetes Research Institute di Miami, che mira ad allargare l’applicabilità del trapianto di isole pancreatiche, nei malati di diabete di tipo 1, a molte più persone, evitando così il ricorso alle terapie antirigetto. Il progetto, come si legge in un comunicato diffuso dalla stessa struttura lombarda, era stato autorizzato nel 2020 e poi rimandato per la diffusione della pandemia, ma ora è stato attivato ed avrà una durata di 2 anni.
Le procedure previste
Il trapianto di pancreas e quello, meno invasivo, delle isole pancreatiche, porzioni dell’organo che contengono le cellule capaci di secernere l'insulina, rappresentano due procedure in potenza capaci di aiutare i pazienti che soffrono di diabete di tipo 1, una malattia autoimmune che colpisce nel 50% dei casi nell’infanzia e nell’adolescenza, eliminando o riducendo l’insulino-dipendenza e facendo regredire le complicanze legate alla patologia. A causa dell’utilizzo di farmaci immunosoppressori o antirigetto e dei conseguenti effetti collaterali ad essi legati, questa tipologia di trattamenti è limitato ai soli casi in cui “sono già presenti complicanze gravi o a quelli in cui la terapia insulinica non permette di controllare la malattia”. Ora però la svolta, grazie a questo progetto di ricerca legato al solo trapianto di isole pancreatiche, procedura utilizzata in Italia da due soli centri, tra cui proprio il Niguarda di Milano, che sino ad oggi ha permesso il trapianto in oltre 100 pazienti.
Speciali microcapsule per trapiantare le cellule pancreatiche
“Utilizzeremo delle speciali microcapsule per trapiantare le cellule pancreatiche sulla membrana che circonda gli organi addominali con la collaborazione dello staff dei nefrologi, chirurgi dei trapianti, anestesisti e della terapia tissutale”, ha riferito Federico Bertuzzi, responsabile di diabetologia del Niguarda. Grazie a queste capsule, prodotte dall’Università di Perugia, gli esperti si aspettano che “il sistema immunitario del paziente non sia in grado di distruggere le cellule pancreatiche, le quali potranno quindi iniziare a produrre l’insulina necessaria". L’importanza del progetto, hanno confermato gli esperti, risiede proprio nel fatto che non ricorrendo così alle terapie antirigetto, oggi fondamentali per impedire l’attivazione del sistema immunitario e grazie all’utilizzo delle capsule, molti più pazienti potrebbero in futuro avere accesso al trapianto. Come confermato da Nicola Zeni, presidente di FID, “l’obiettivo della Fondazione Italiana Diabete, che è l’unica in Italia a finanziare in via esclusiva la ricerca di una cura per il diabete di tipo 1, è eradicare una malattia invisibile e poco conosciuta, che ha un costo sociale e familiare enorme”.