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Tumori, studio italiano: coppia di molecole "jolly" che colpisce più tipi di cancro

Salute e Benessere
©Ansa

Si tratta dell'immunoterapia basata sulla combinazione di nivolumab e ipilimumab che, come emerso da una metanalisi condotta dall'Università La Sapienza di Roma, ha dimostrato "un’efficacia agnostica", ovvero su più tipi di tumore indipendentemente dall'organo dove la neoplasia è localizzata

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Nuovi passi in avanti nella lotta contro i tumori. Una nuova terapia con l'associazione di due molecole immuno-oncologiche, mirata a risvegliare il sistema immunitario contro il cancro, sembra ben promettere contro più tipi di tumore.
Si tratta dell'immunoterapia basata sulla combinazione di nivolumab e ipilimumab che, come emerso da una metanalisi condotta dall'Università La Sapienza di Roma, ha dimostrato "un’efficacia agnostica", ovvero su più tipi di tumore indipendentemente dall'organo dove la neoplasia è localizzata.
I risultati dello studio, pubblicati sulle pagine della rivista specializzata Journal of Translational Medicine e presentati in un media tutorial virtuale promosso da Bristol Myers Squibb (tenutosi in data odierna, 24 marzo), aprono la strada all'immuno-oncologia di precisione con un approccio "jolly" per più neoplasie.

Analisi di 7 studi condotti su più tumori  

Lo studio italiano ha analizzato 7 ricerche, condotte fra il 2010 e il 2020, su più di 2.420 pazienti colpiti da melanoma, tumore del polmone a piccole cellule e non a piccole cellule, della vescica, gastrico, sarcoma, mesotelioma.
Dall'analisi è emerso che la combinazione di nivolumab e ipilimumab ha incrementato le risposte del 68% e ha diminuito il rischio di progressione della malattia del 20% e di morte del 13% rispetto al solo trattamento con nivolumab. Inoltre, l'uso combinato delle due molecole immuno-oncologiche sembra favorire una sopravvivenza a lungo termine in diversi tipi di tumore particolarmente difficili da trattare in fase avanzata, quali quelli del polmone, del rene, il melanoma e il mesotelioma.
Secondo Paolo Marchetti, Direttore Oncologia Medica del Policlinico Umberto I di Roma, questo approccio "rappresenta un primo passo verso l'immuno-oncologia di precisione, superando il modello della medicina basata sulla stratificazione dei pazienti in base a fattori predittivi di risposta. Il modello agnostico consente di ampliare il numero di pazienti che possono trarre vantaggio da una specifica modalità terapeutica. È ora necessario che la combinazione sia rimborsata anche in Italia, come in altri Paesi europei, per offrire soprattutto a questi pazienti un'efficace alternativa terapeutica". Sarà anche necessario, ha aggiunto,  "cambiare completamente la strategia di valutazione del prezzo del farmaco. Porteremo la questione all'attenzione delle istituzioni e di Farmindustria".

Efficacia su diversi tipi di tumore

Per il trattamento del tumore al polmone, come ha spiegato Carmine Pinto, Direttore Oncologia Medica Clinical Cancer Center IRCCS AUSL di Reggio Emilia, "l'ulteriore vantaggio di questo schema terapeutico è rappresentato dall'utilizzo di cicli limitati di chemioterapia. Quest'ultima fa ancora paura, anche se è più "dolce" rispetto al passato e riusciamo a controllare meglio gli effetti collaterali. Così vengono ridotti sia i tempi che le tossicità della chemioterapia, con notevoli vantaggi psicologici per il paziente". Per quanto riguarda il tumore del rene, invece, "oggi, grazie alla combinazione di molecole immuno-oncologiche, più della metà dei pazienti è vivo a 4 anni e sulla base di questi risultati, la combinazione è stata approvata dall'agenzia regolatoria europea a gennaio 2019 nel trattamento in prima linea di pazienti adulti con carcinoma a cellule renali avanzato a rischio intermedio/sfavorevole", ha spiegato Giuseppe Procopio, Responsabile Oncologia Medica genitourinaria della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Come ha ricordato Paolo Ascierto, Direttore Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell'Istituto 'Pascale' di Napoli, inoltre, a maggio 2016, l'Ema ha approvato la combinazione di nivolumab più ipilimumab per il trattamento in prima linea del melanoma avanzato.

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