Il risultato, ottenuto dai ricercatori del Cnr di Milano (Cnr-Itb) e della Fondazione istituto nazionale di genetica molecolare (Ingm), si basa sull'utilizzo di vescicole extracellulari che rivestono l’interno dei vasi e trasportano proteine e acidi nucleici come bioadditivo per creare l’idrogel usato nei processi di biostampa 3D
Dalla ricerca scientifica italiana arriva una nuova strategia per creare vasi sanguigni in organismi viventi con la biostampa 3D, evitando l’immunorigetto.
Il risultato è stato ottenuto nell'ambito di uno studio interdisciplinare condotto da un team di ricercatori dell'Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio nazionale delle ricerche di Milano (Cnr-Itb) e della Fondazione istituto nazionale di genetica molecolare (Ingm).
La nuova strategia nel dettaglio
La nuova strategia, descritta nel dettaglio sulle pagine della rivista internazionale Biofabrication, si basa sull'utilizzo di vescicole extracellulari che rivestono l’interno dei vasi e trasportano proteine e acidi nucleici come bioadditivo per creare l’idrogel usato nei processi di biostampa 3D.
“Per la prima volta sono state utilizzate le vescicole extracellulari - microbolle prodotte dalla membrana delle cellule endoteliali, che rivestono l’interno dei vasi e trasportano proteine e acidi nucleici in grado di diffondere istruzioni alle cellule circostanti - come bioadditivo per la generazione di bioinchiostro, cioè l’idrogel utilizzato nei processi di biostampa 3D, che può essere costituito da biomateriali sintetici, naturali o misti”, ha spiegato il coordinatore dello studio, Roberto Rizzi ricercatore del Cnr-Itb e Ingm. “I bioinchiostri in forma di idrogel composti da Gelatina Metacrilata, addizionati con vescicole extracellulari endoteliali, hanno garantito una rapida generazione di nuovi vasi sanguigni in modelli animali, sia immunodeficienti che non, impiantati con strutture 3D biostampate”.
Possibili applicazioni
La nuova strategia utile per creare nuovi vasi sanguigni, secondo il team di ricerca potrebbe aprire la strada ad applicazioni avanzate di medicina rigenerativa cellulare, garantendo un pronto nutrimento ematico al tessuto trapiantato e un attecchimento funzionale.
“Lo sforzo maggiore in questo lavoro è stato fondere due tecnologie, entrambe emergenti nel campo scientifico: le vescicole extracellulari e la biostampa 3D, senza poterci basare su studi precedenti. Ma i risultati ci hanno pienamente ripagati”, ha concluso Claudia Bearzi, ricercatrice dell’Istituto di biochimica e biologia cellulare del Consiglio nazionale delle ricerche.