In onda da venerdì 19 febbraio, alle ore 19, è un racconto che attraverso l’esperienza personale ed intima degli intervistati, tra cui Carla Fracci, Carolina Crescentini, Beppe Bergomi e Raffaele Bruno, il medico del paziente uno in Occidente, ha l’obiettivo di rappresentare ciò che è stato tolto alla normalità delle nostre vite, ma anche ciò che un avvenimento epocale come questo può aver regalato
Si intitola “Mai più come ieri” il documentario che Sky TG24, dopo un anno esatto di pandemia, manda in onda da venerdì 19, alle ore 19. Protagonisti otto luoghi e otto storie, con le testimonianze, tra gli altri, di Carla Fracci, Carolina Crescentini, Beppe Bergomi e Raffaele Bruno, il medico del paziente uno in Occidente.
L’esperienza personale ed intima degli intervistati
Con la supervisione editoriale del vicedirettore Omar Schillaci e di Daniele Moretti, a cura di Roberto Palladino, il reportage vede la regia di Flavio Maspes e uno degli anchor del canale, Paolo Fratter, a fare da raccordo fra le diverse vicende, contestualizzandole all’interno degli stravolgimenti causati dal virus. Si tratta di un racconto che attraverso l’esperienza personale ed intima degli intervistati, ha l’obiettivo di rappresentare ciò che è stato tolto alla normalità delle nostre vite, ma anche ciò che un avvenimento epocale come quello che stiamo vivendo può averci regalato. Dal ribaltamento delle priorità, alla capacità di rinnovarsi immaginando un futuro diverso, al non dare per scontato che ciò che abbiamo ci sia dovuto. Tra salute pubblica, scuola e intrattenimento dal vivo, solo alcuni dei temi al centro dell’approfondimento proposto attraverso una forma di racconto non consueta.
Le testimonianze raccolte
Fra le testimonianze raccolte, come detto, quella di Raffaele Bruno, l’infettivologo che ha curato il primo paziente affetto da Covid-19 del mondo occidentale: “Credevamo di avere il virus molto lontano, invece lo avevamo già in casa” ma allo stesso tempo “grazie alla guarigione di Mattia, tutti hanno potuto pensare di farcela”. Poi quella di Carla Fracci, incontrata all’interno del Teatro alla Scala di Milano, uno dei luoghi simbolo dell’arte della cultura italiana, fra i settori più colpiti dall’emergenza sanitaria, secondo cui “le emozioni del teatro mancano a noi e al pubblico”. Invece, da una delle sale del cinema Ariston di Roma, ecco la storia di Carolina Crescentini: “Una delle cose che mi fa soffrire di più è che sono davvero poche le persone consapevoli di ciò che sta accadendo a tutti i lavoratori dello spettacolo”. Le telecamere di Sky TG4, poi, hanno documentato anche l’esperienza di Beppe Bergomi, incontrandolo nello stadio di S. Siro, completamente vuoto. L’ex campione del mondo era risultato positivo al Covid-19 lo scorso 8 marzo, giorno del lockdown. “L’ho superato senza saperlo, perché avevo altri sintomi rispetto a quelli noti allora”, ha raccontato. E, sul suo lavoro di commentatore, ha detto: “Vedere gli spalti vuoti è una tristezza. All’inizio far sentire l’allenatore, come l’arbitro conduce la partita o quelo che si dicono i giocatori in campo è interessante ma alla fine manca l’emozione che ti può dare solo il pubblico”.
Gli altri protagonisti
Tra gli altri protagonisti, poi, hanno raccontato davanti alle telecamere di Sky TG24 il loro punto di vista sulla pandemia anche Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, Alessandro Pasqualotto, ristoratore a Milano, Luca Mezzaroma, docente presso il Liceo Scientifico Kennedy di Roma e l’architetto Leonardo Cavalli.