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Tumore rene, trattamento con mix di molecole: i risultati dello studio di fase 3

Salute e Benessere

L'azienda biofarmaceutica Ipsen, in una nota, ha anticipato alcuni dei risultati emersi da uno studio clinico di fase 3, che dimostrano benefici significativi in termini di efficacia e miglioramento di qualità della vita su pazienti affetti da carcinoma a cellule renali in stadio avanzato

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Nuovi passi in avanti nella lotta contro i tumori. Una nuova terapia, con l'associazione di due molecole, il nivolumab e il cabozantinib, sembra ben promettere contro il carcinoma a cellule renali in stadio avanzato.
L'azienda biofarmaceutica Ipsen, in una nota, ha anticipato alcuni dei risultati emersi da uno studio clinico di fase 3 (CheckMate -9ER), che dimostrano benefici significativi in termini di efficacia e miglioramento di qualità della vita con l'utilizzo di questo trattamento su pazienti affetti da neoplasia maligna del rene. I risultati del test saranno presentati in occasione del Genitourinary Cancers Symposium dell'Asco, la Società Americana dell'Oncologia clinica, al via in forma virtuale a partire dall'11 febbraio 2021.

I risultati dello studio clinico di fase 3

Come spiegato dall'azienda biofarmaceutica, a due anni dall'inizio dei test clinici, l'uso di nivolumab in combinazione con il cabozantinib continua a mostrare una sopravvivenza libera da progressione della malattia, raddoppiandola (da 8,3 mesi a 17 mesi) rispetto al trattamento a base di sunitinib. La nuova terapia sembra, inoltre, ridurre del 34% il rischio di morte dei pazienti affetti da carcinoma a cellule renali in stadio avanzato, rispetto a sunitinib.

Analisi esplorativa su 75 pazienti

In un'ulteriore analisi esplorativa condotta su un sottogruppo composto da 75 pazienti con caratteristiche sarcomatoidi, il nuovo trattamento ha ridotto il rischio di morte del 64% rispetto a sunitinib.    
"Gli obiettivi della terapia si sono ampliati, da un prolungamento della sopravvivenza ad una migliore qualità di vita", ha spiegato Cristina Suárez, oncologa presso l'ospedale universitario Vall d'Hebron di Barcellona, e sperimentatrice principale dello studio. "Questi ulteriori dati offrono una forte evidenza che nivolumab in associazione con cabozantinib può aiutare i pazienti ad ottenere e mantenere il controllo della loro malattia", ha commentato Dana Walker, vice presidente del Development program lead dei tumori genitourinari di Bristol Myers Squibb. Inoltre, secondo Steven Hildemann, vice presidente esecutivo dell'azienda biofarmaceutica Ipsen, "la validazione delle variazioni sottomesse all'Agenzia europea dei medicinali (Ema) per cabozantinib in associazione con nivolumab lo scorso anno ha portato questo nuovo regime di associazione ancora più vicino alla popolazione di pazienti con tumore del rene avanzato non precedentemente trattato".