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Secondo un nuovo studio gli antibiotici potrebbero ridurre l’efficacia della pillola

Salute e Benessere

I ricercatori della University of Birmingham hanno individuato un’incidenza di 46 gravidanze indesiderate su 100 mila donne che hanno fatto uso combinato di contraccettivo orale e cura antibiotica

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Gli antibiotici, specialmente quelli ad ampio spettro, potrebbero ridurre l'effetto dei contraccettivi orali come la pillola e quindi aumentare il rischio di avere una gravidanza indesiderata. A rivelarlo è uno studio pubblicato sulla rivista BMJ Evidence Based Medicine e condotto da Robin Ferner della University of Birmingham. La conclusione che traggono gli esperti che hanno portato avanti questa ricerca è che le donne che ricorrono alla pillola dovrebbero adottare ulteriori precauzioni durante il rapporto qualora fossero alle prese anche con una terapia antibiotica.

Lo studio

 

Per arrivare a questo assunto, gli scienziati della University of Birmingham hanno confrontato la frequenza di gravidanze indesiderate in donne che usavano la pillola e che avevano assunto un ciclo di terapia antibiotica con la frequenza di gravidanze indesiderate tra quelle che avevano fatto ricorso ad altri farmaci oltre al contraccettivo orale. Per farlo hanno si sono avvalsi dei dati dei cosiddetti “Yellow Cards”, un sistema di allerta a disposizione dei medici inglesi in cui vengono segnalati sospetti effetti avversi dei farmaci. I ricercatori hanno analizzato quasi 75 mila “cartellini gialli” per gli antibiotici e 65.578 per altri tipi di medicinali. Sono state segnalate sei gravidanze indesiderate nei “cartellini gialli” del secondo tipo, equivalenti a 9 casi su 100 mila individui, contro 46 gravidanze indesiderate nei report sugli effetti indesiderati sospetti degli antibiotici, pari a 62 casi su 100 mila.

 

Rischio variabile da donna a donna

 

Fin dagli anni Settanta la comunità scientifica ha coltivato il dubbio che gli antibiotici potessero compromettere l’efficacia della pillola, ma non erano mai stati condotti studi su larga scala che permettessero di confermare o confutare le teorie riguardo l’interazione farmacologica di questi medicinali. I risultati a cui sono arrivati Ferner e i suoi sono un primo passo in tale direzione. “Qualsiasi meccanismo mediante il quale un antibiotico riduce l’efficacia degli ormoni contraccettivi aumenterà il rischio di gravidanza. Tuttavia – concludono i ricercatori inglesi - il rischio varierà secondo i tempi di somministrazione dell'antibiotico in relazione al ciclo mestruale della donna. E anche in funzione di altri fattori, tra cui la risposta individuale a una dose fissa degli ormoni contraccettivi combinati”.