In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Coronavirus, Pediatrics: “Bimbi sono poco contagiosi, riaprire scuole”

Salute e Benessere

“Dopo sei mesi abbiamo una grande quantità di dati accumulati che mostrano che i bambini hanno meno probabilità di essere infettati e sembrano meno infettivi”. È quanto sostengono Benjamin Lee e William V. Raszka, sulla base dei risultati emersi da diversi studi condotti su bimbi con coronavirus 

Condividi:

“I bambini non stanno guidando la pandemia. Dopo sei mesi abbiamo una grande quantità di dati accumulati che mostrano che i bambini hanno meno probabilità di essere infettati e sembrano meno infettivi”. È quanto sostengono Benjamin Lee e William V. Raszka, entrambi specialisti di malattie infettive pediatriche del Larner College of Medicine dell'Università del Vermont, in un commento pubblicato su Pediatrics, la principale rivista peer review che si occupa di salute dei ragazzi, dell'American Academy of Pediatrics. I due esperti, sulla base dei risultati emersi da diversi studi del settore, ritengono che i bambini sembrano trasmettere molto raramente il coronavirus e che per questo, pur prendendo le debite precauzioni, dovrebbero poter tornare a scuola in autunno.

 

I risultati emersi da studi su bimbi con coronavirus 

 

Nel commento, intitolato “COVID-19 Transmission and Children: The Child Is Not to Blame”, Benjamin Lee e William V. Raszka elencano i risultati emersi da recenti studi, sui quali si basano le loro conclusioni, che hanno analizzato la trasmissione del Covid-19 da e tra i bambini.

L’ultima ricerca di Pedriatrics, "COVID-19 in Children and the Dynamics of Infection in Famiglie”, condotta da Klara M. Posfay-Barbe, per esempio, si è concentrata sull’analisi delle famiglie di 39 bambini svizzeri con coronavirus. “La traccia dei contatti ha rivelato che solo in tre famiglie (l’8%) era un bambino il sospetto caso indice”, spiegano gli esperti. 

Da un ulteriore studio, condotto su bimbi cinesi, è emerso che 9 su 10 tra i bimbi ricoverati in diversi ospedali provinciali fuori Wuhan hanno contratto il Covid-19 da un adulto, con una sola possibile trasmissione da bambino a bambino, in base ai tempi di insorgenza della malattia. 

Un’altra ricerca francese dimostra che un ragazzo affetto da Covid-19 venuto a contatto con oltre 80 compagni di classe in tre scuole non avrebbe contagiato nessun altro bambino.  “La trasmissione di altre malattie respiratorie, inclusa la trasmissione dell'influenza, era comune nelle scuole”, precisano gli esperti. 

In un ultimo studio del Nuovo Galles del Sud, nove studenti infetti e nove dipendenti in 15 scuole hanno esposto un totale di 735 studenti e 128 dipendenti al Covid-19. Ne sono risultate solo due infezioni secondarie, una trasmessa da un adulto a un bambino. 

 

Raszka: “I bambini non stanno guidando la pandemia”

 

"I dati sono sorprendenti", ha spiegato Raszka. "L'aspetto chiave è che i bambini non stanno guidando la pandemia. Sono gli adulti che si stanno riunendo che non seguono i protocolli di sicurezza che sono responsabili della risalita della curva verso l'alto".  

"Sebbene non conosciamo ancora le dinamiche dell'epidemia, è improbabile che neonati e bambini all'asilo stiano guidando l'ondata. Sulla base delle prove, è più plausibile che gli adulti trasmettano l'infezione ai bambini nella stragrande maggioranza dei casi”, ha aggiunto l’esperto. 

Anche i modelli matematici confermerebbero la teoria di Benjamin Lee e William V. Raszka. Secondo gli esperti dimostrebbero, infatti, che il distanziamento sociale e l’utilizzo delle mascherine siano due misure più efficaci nella gestione dei contagi rispetto alla chiusura delle scuole. “Riaprire le scuole in modo sicuro questo autunno è importante per il sano sviluppo dei bambini”, precisano gli esperti. 

"In tal modo, potremmo ridurre al minimo i costi sociali, di sviluppo e di salute potenzialmente profondi e negativi che i nostri figli continueranno a soffrire fino a quando un trattamento o un vaccino efficaci non potranno essere sviluppati e distribuiti, o in mancanza di ciò, fino a quando non raggiungiamo l'immunità di gregge”.