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Coronavirus, le tesi degli esperti sulla trasmissione

Salute e Benessere

Può avvenire anche in assenza di sintomi. A dirlo un gruppo di microbiologi e infettivologi dell'università di Shenzen che hanno analizzato una storia di contagio avvenuta all’interno di un piccolo gruppo famigliare. Le conferme di Capua e Burioni 

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Il virus 2019 n-CoV può essere trasmesso anche da persone che, pur avendo già contratto l'infezione, non mostrano di avere particolari sintomi (QUI la ricostruzione dell’Istituto Superiore di Sanità sui sintomi). Si tratterebbe dunque di un comportamento abbastanza simile a quello di altri virus, che nel caso del nuovo coronavirus cinese (LE BUFALE SUL VIRUS), è venuto a galla dalla ricostruzione della prima storia di contagio all'interno di un piccolo gruppo familiare, analizzata dagli scienziati in un articolo apparso sulla rivista “The Lancet”.

La trasmissione uomo-uomo

Nell'articolo, firmato da microbiologi e infettivologi dell'università di Shenzen coordinati dal professor Jasper Fuk-Woo Chan, viene sottolineato come un bambino di dieci anni avesse contratto il virus e sia stato comunque in grado di trasmetterlo pur non avendo i sintomi tipici dell'infezione. Gli esperti scrivono che "la trasmissione del virus 2019 n-CoV da persona a persona è possibile, così come la diffusione in altre città per mezzo dei voli aerei". La ricostruzione è possibile anche considerando le similitudini con la Sars, una forma atipica di polmonite apparsa per la prima volta nel novembre 2002 nella provincia del Guangdong in Cina e per cui erano stati riscontrati alcuni rari casi di trasmissione asintomatica. Nel caso del virus 2019 n-CoV casi di questo genere “potrebbero essere una possibile fonte di trasmissione dell'epidemia", scrivono ancora gli scienziati. Avanzate queste ipotesi, i microbiologi sottolineano comunque che "sarebbero necessarie ulteriori ricerche sui casi asintomatici" e che è assolutamente fondamentale “isolare i pazienti, tracciare e mettere in quarantena i contatti prima possibile", come d’altronde sta già succedendo a Wuhan.

La tesi di una virologa

La ricostruzione pubblicata su “The Lancet” è una tesi che conferma che il nuovo coronavirus cinese si comporta come tutti gli altri virus, così come ha confermato anche la virologa Ilaria Capua, direttrice del centro di eccellenza “One Health”, dell'Università della Florida. I dati in questione "si riferiscono agli esami con tamponi faringei fatti in un numero limitato di pazienti e indicano che uno di essi era positivo al virus anche dieci giorni prima della comparsa dei sintomi", spiega l’esperta in un’intervista all’Ansa. La differenza con gli altri virus, è che questo processo può verificarsi più o meno una settimana prima, "un periodo di incubazione normale per i virus", argomenta ancora Capua. In conclusione, secondo la virologa, l’analisi aparsa su “The Lancet” confermerebbe che questo coronavirus “si comporta come tutti gli altri virus, anche se è ovvio che sono necessari dati addizionali in quanto uno studio condotto solo su sei pazienti ha delle limitazioni".

Il parere di Burioni

Quella riportata da "The Lancet" è "la notizia più brutta di tutte”: a dirlo è stato anche Roberto Burioni. L'esperto però ha invitato cittadini e media italiani a mantenere la calma: “In Italia il virus non è ancora arrivato, basta allarmi”. “Sembra possibile l’esistenza di pazienti asintomatici, che stanno bene, non hanno febbre, ma possono diffondere il coronavirus. Il che significa che la misurazione della temperatura agli aeroporti potrebbe non essere sufficiente per bloccare la diffusione della malattia”, ha spiegato Burioni in un articolo apparso sul portale Medical Facts