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Il luppolo della birra potrebbe aiutare a contrastare i tumori

Salute e Benessere
Il luppolo possiede delle molecole che sarebbero in grado di contrastare lo sviluppo delle cellule tumorali (foto: archivio Getty Images)

Sarebbe possibile grazie alle particolari proprietà dello Xantumolo, una molecola di cui è dotato in discrete percentuali, che permetterebbe di 'affamare' le cellule cancerogene impedendone la diffusione

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Dal luppolo della birra sarebbe possibile sintetizzare molecole in grado di contrastare i tumori affamando le cellule cancerogene e impedendone lo sviluppo e la diffusione. A rivelarlo è un nuovo studio pubblicato sulla rivista "European Journal of Medicinal Chemistry" e condotto dal dipartimento di farmacia dell'Università di Pisa.

Le proprietà del luppolo

Lo studio coordinato dal professor Armando Rossello dell'Università di Pisa è partito dall'analisi di una molecola, lo Xantumolo (XN) - presente in percentuali discrete nel luppolo e nella birra -, che sarebbe dotata di proprietà benefiche. Tra queste, la ricerca ha individuato la capacità di ridurre l'angiogenesi tumorale, ovvero il meccanismo attraverso il quale le cellule cancerogene si procurano l'ossigeno per poi diffondersi nell'organismo. In pratica, il tumore verrebbe "affamato" e non sarebbe in grado di svilupparsi. Partendo dal composto naturale dello Xantumolo, sono state sviluppate nuove molecole basate sulla medesima struttura allo scopo di migliorarne le proprietà anti-angiogeniche. L'azione di anti-angiogenesi rappresenta una delle più diffuse strategie terapeutiche nella lotta ai tumori e spesso viene affiancata alla chemioterapia.

I risultati dello studio

Lo studio è durato quattro anni e ha evidenziato che i derivati dello Xantumolo avrebbero la capacità di ridurre l'angiogenesi dell'80% in test sperimentali. Queste molecole, inoltre, sarebbero risultate particolarmente efficaci nell'inibire alcune funzioni chiave della cellula endoteliale (la struttura di base cellulare che costituisce i vasi sanguigni tumorali) come la proliferazione, l'adesione, la migrazione, l'invasione e la formazione di strutture simili ai capillari. L'obiettivo della ricerca, come spiega il professor Rossello, è stato quello di sviluppare dei derivati dello xantumolo, modificandone la struttura per migliorarne le proprietà mantenendo, però, bassa la sua tossicità. "Questi nostri risultati - conclude il docente dell'Università di Pisa - aprono la strada per lo sviluppo futuro su più ampia scala di analoghi sintetici dello Xantumolo da sperimentare come possibili agenti chemio-preventivi efficaci, alternativi e a basso costo". Il prossimo passo della ricerca, spiegano gli esperti, sarà quello di testare altri derivati del luppolo in modo da sviluppare sia nuove strategie terapeutiche che azioni di prevenzione.