Il "parricidio" di Beppe Grillo: così l'Elevato diventò l'Irrilevante

Pare di averla già sentita, questa storia che il figlio deve simbolicamente uccidere il padre – sbarazzarsene, allontanarlo e allontanarsi – per diventare adulto. Così, la storia del contratto di Beppe Grillo che il Movimento Cinquestelle a guida Conte non rinnoverà non racconta nulla di nuovo. Anche nella storia recente del Movimento, il parricidio era già stato evocato. Forse perché una parte del Movimento ha a lungo vissuto sé stesso come una saga familiare. E pure un po’ patriarcale la famiglia rappresentata, a dispetto del progresso verso il quale le Stelle si sono sempre dette orientate, a qualsiasi costo. In quel tipo di famiglia, il padre sceglie come vuole. Ne sente il diritto perché presume che la gratitudine del figlio – Il Movimento – sia, debba essere inesauribile. Quindi si sceglie il ruolo di garante e il nome di “Elevato”. Certo, l’ironia è evidente. Certe cose non hanno prezzo Però c’è da capirlo, Grillo. Certe cose non hanno prezzo. E lui, ha fatto tutto quello che serviva all’impresa, per molto tempo. Quanto vale, per esempio, creare dal nulla – anzi no, creare da spettacoli itineranti spesso sold out – un movimento dai propositi rivoluzionari, modi di funzionamento completamente nuovi, severamente antipolitico e però capace di presentarsi alle elezioni e, a un certo punto della storia italiana prendere un terzo dei voti, sbertucciare in diretta streaming un simbolo di bonomia e intelligenza politica come Pierluigi Bersani, andare al governo con la Lega, minacciare di impeachment il presidente della Repubblica, dichiarare la fine della povertà, andare al governo con il Pd, ridurre drasticamente il numero dei parlamentari, ripetere che uno vale uno sempre anche se non è vero quasi mai, invocare la democrazia diretta come ultima dea ma essere nella democrazia rappresentativa perfettamente a proprio agio anche se per non più di due mandati. Ecco, questa roba – possiamo essere d’accordo – porta la firma di Beppe Grillo. Prima con, poi senza Gianroberto Casaleggio. Quanto vale tutta questa roba? Varrà almeno almeno 300 mila euro? Forse sì, prima. Fino a ieri. Il contratto e la politica Forse perché essere il padre, il garante e l’elevato tutto insieme davvero non ha prezzo. Pagare significa svilire l’altezza dei compiti: può essere volgare, anche nel movimento che ha fatto del vaffa la sua parola d’ordine, almeno per un po’ di anni. Poi forse andrebbe notato che l’imminente stop al ricco contratto che lega Beppe Grillo al Movimento arriva nel momento di massima distanza – sicuramente politica e per quel che si capisce pure personale – tra lui, l’elevato, e Conte, il leader. Perché forse anche i Cinquestelle possono reggere un oppositore interno, per amor di democrazia. Anche magari esterno: sempre per lo stesso amore profondo per la democrazia. Ma continuare a pagarlo, anche no. L’ex presidente del consiglio lo spiega con semplicità: “Do per scontato che se non c'è una prestazione non ci possa essere una contro-prestazione”. E la prestazione, secondo Conte non c’è più. E aggiunge, con qualche cattiveria, che tutto questo è una vicenda marginale per il Movimento. Altre che Elevato. P.S. La rottura con Grillo – con relativo rischio di carte bollate – si consuma alla vigilia delle elezioni nella sua Liguria. Se Tafazzi ha una dote, è che arriva in orario.