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Autonomia differenziata, Emilia-Romagna e Campania chiedono il referendum abrogativo

Politica
©IPA/Fotogramma

I capigruppo di maggioranza e Movimento 5 Stelle hanno scritto alla Regione  guidata da Bonaccini, che ha tempi stretti visto che il governatore si dimetterà l'11 o il 12 luglio. In Campania convocata una seduta straordinaria e monotematica del consiglio regionale per votare la richiesta presentata dal Pd, dal gruppo De Luca presidente, da Azione, Italia Viva e da altre forze della maggioranza. Anche la Toscana si prepara a chiedere la consultazione

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I capigruppo di maggioranza e M5s in Emilia-Romagna hanno scritto alla Regione per chiedere il referendum abrogativo della legge sull'Autonomia differenziata. A firmare il documento sono stati Marcella Zappaterra (Pd, prima firmataria), Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa), Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini Presidente), Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle), Giulia Pigoni (Italia Viva) e Silva Zamboni (Europa Verde). Intanto il Consiglio regionale della Campania si prepara a votare la richiesta di indizione del referendum abrogativo. Una seduta straordinaria e monotematica dell'assemblea è stata convocata per lunedì prossimo, 8 luglio, dalle 15.30 alle 18. All'ordine del giorno la richiesta, presentata dal Pd, dal gruppo De Luca presidente, da Azione, Italia Viva e da altre forze della maggioranza, di indizione di referendum abrogativo, "ai sensi dell'articolo 75 della Costituzione, della legge 26 giugno 2024, n. 86 (Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni)". E anche il Consiglio regionale della Toscana si prepara a chiedere il referendum: "Con le altre Regioni ci siamo riuniti - spiega il presidente dell'Assemblea Antonio Mazzeo -, il testo è stato condiviso. A breve dovrei ricevere la proposta di delibera sottoscritta dai capigruppo che vogliono aderire, da lì partirà l'iter", con la convocazione dell'aula. "Per i tempi - ha aggiunto - dipende da quando mi presenteranno la proposta. Il capogruppo Pd mi ha cercato stamani dicendomi che la delibera sarà presentata a strettissimo giro". A sottoscriverla le forze di maggioranza, Pd e Iv, insieme a M5s.

Il quesito

Secondo quanto riportato, il quesito sarebbe il seguente: "Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, 'Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione?'". A questo proposito i vertici del centrosinistra dell'Emilia Romagna hanno scritto "al Presidente dell'Assemblea legislativa di comunicare la presente deliberazione ai consigli regionali di tutte le altre Regioni, con invito all'adozione di un uguale atto affinché si possa dare seguito all'iniziativa referendaria". I tempi sono molto stretti, a causa delle dimissioni del governatore Stefano Bonaccini, attese per l’11 o il 12 luglio: per questo già giovedì 4 dovrebbe riunirsi la Commissione VI, Statuto e regolamento, per discutere e votare il documento, e il successivo martedì 9 il Parlamento regionale dell’Emilia-Romagna, che potrebbe anche decidere di proseguire la seduta a oltranza. Se l'assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna dovesse votare a favore della richiesta di referendum prima del suo scioglimento, si aprirebbe la strada per fare lo stesso nei consigli regionali di Toscana, Sardegna, Puglia e Campania in modo da raggiungere i cinque consigli regionali necessari per richiedere un referendum abrogativo.

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Le richieste del Veneto

Intanto, però, il Veneto ha già iniziato a chiedere maggiore autonomia, in particolare nelle 9 materie "non Lep", cioè quelle per le quali non è necessario che lo Stato stabilisca prima i Livelli essenziali di prestazione: si tratta di Rapporti internazionali e con l'Ue; Commercio con l'estero; Professioni; Protezione civile; Previdenza complementare e integrativa; Coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; Casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; Enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale; Organizzazione della giustizia di pace. Nella lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il governatore Zaia ha chiesto di aggiungere, per una prima indagine dei più complessi profili di attribuzione, anche le materie per cui sono necessari i Lep oggetto della pre-intesa del 2018, cioè politiche del lavoro, istruzione, salute, tutela dell'ambiente e dell'ecosistema. “Spero che questa prima fase di trattativa si possa chiudere con una bozza di accordo già entro la fine dell'anno. Noi comunque abbiamo già pronti tutti i dossier per ogni materia", ha spiegato Zaia, che ha poi voluto tendere una mano al Sud, contrario alla riforma. "Noi saremo disposti a gemellarci subito con una Regione del Sud, e a testare assieme questa autonomia, perché veramente la sfida è questa. Facciamo in modo che se ne vadano le diseguaglianze", ha dichiarato il governatore veneto.

Zaia: "Sull'Autonomia ho chiesto solo l'applicazione della legge"

"Ho chiesto semplicemente l'applicazione della legge. A me sembra che in un paese democratico, dove le leggi hanno ancora una validità, si possa appellarsi all'applicazione della legge. Lo facciamo con serenità, coscienti del fatto che è un percorso che dobbiamo fare assieme al governo. Non ci vedo alcun ingresso a gamba tesa", ha commentato Zaia rispondendo all'Ansa in merito alle perplessità avanzate dal ministro della Protezione Civile Nello Musumeci che ha definito quella del Veneto una "richiesta assolutamente precoce". "Penso - ha aggiunto il presidente del Veneto - che la legge sia stata approvata dalla maggioranza. Una legge che prevede che ogni Regione a statuto ordinario possa chiedere l'apertura di un tavolo di trattative, da subito su 9 materie e poi sulle altre 14 dopo 24 mesi". E guardando alle eventuali funzioni per ognuna di queste nove materie, ha concluso, "si tratta di un grande processo di decentramento amministrativo, di devoluzione di competenze alle Regioni".

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