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L'Eurocamera dà il via libera al Patto di stabilità: solo tre italiani a favore

Politica
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Nella votazione si sono espressi a favore solo Lara Comi (Forza Italia) e Herbert Dorfmann (Svp) per il gruppo del Ppe e Marco Zullo (Renew). Tutti gli altri si sono o astenuti o hanno votato contro. Gli eurodeputati del Pd si sono astenuti "immagino più per ragioni di politica interna" che per dissenso sul documento, ha detto il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni

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Via libera definitivo dell'Eurocamera al nuovo Patto di stabilità. La direttiva per la nuova governance economica dell'Europa sono state approvate con 359 voti favorevoli, 166 contrari e 61 astensioni. I presenti in Aula a Strasburgo erano 586. Poco prima l'Aula ha approvato il cosiddetto braccio preventivo della nuova norma (367 sì, 161 contrari e 69 astensioni) e il braccio correttivo, con 368 voti contrari, 166 contrari e 64 astensioni. Nella votazione a Strasburgo pochissimi eurodeputati italiani si sono espressi a favore. Si tratta di Lara Comi (Forza Italia) e Herbert Dorfmann (Svp) per il gruppo del Ppe e di Marco Zullo (Renew) e di Sandro Gozi, italiano di Renew, ma eletto in Francia con Renaissance. Tutti gli altri si sono o astenuti o hanno votato contro. 

Gli astenuti

Tra gli italiani si sono astenuti gli eurodeputati di Fdi, quelli della Lega, quelli di Forza Italia e i colleghi del Pd. Hanno votato contro i Cinquestelle e l'eurodeputato di Renew Europe Fabio Massimo Castaldo (Azione) e Ignazio Corrao (Verdi/Ale). Astenuto Nicola Danti di Italia Viva.  Tra i gruppi politici, l'Ecr si è scisso in tre, con i polacchi del Pis e gli spagnoli di Vox a favore, gli italiani di Fdi astenuti, contrari gli olandesi e il francese Nicolas Bay, tra gli altri. Identità e Democrazia si è schierato contro, a parte i leghisti che si sono astenuti. L'S&D si è schierato per la maggior parte a favore, tranne i Dem e altri come il tedesco Udo Bullmann, già capogruppo, che si sono astenuti; contrari una quindicina di socialisti, tra cui diversi francesi.   Il Ppe in maggioranza si è schierato a favore, tranne gli italiani (astenuti) e il bulgaro Radan Kanev, contrario. Il grosso di Renew Europe ha votato a favore, con 4 astenuti e un paio di contrari. Contraria tutta la Sinistra, a parte un'astenuta, la finlandese Silvia Modig della Vasemmistoliitto (Alleanza di Sinistra).

 

Pd: "Una sonora bocciatura per la premier"

Gli eurodeputati del Pd si sono astenuti nella votazione sulla riforma del patto di stabilità "immagino più per ragioni di politica interna" che per dissenso sul documento. Lo dice il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni, a margine della plenaria a Strasburgo. "La Meloni negozia in Europa le nuove regole del Patto di stabilità e poi, al momento del voto al Parlamento Ue, il suo partito e tutta la maggioranza di governo si astengono - dichiara Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche europee alla Camera - E' evidente che si tratta di una smentita e di una sonora bocciatura per la premier e il ministro Giorgetti. E' in atto un goffo e disperato tentativo di prendere le distanze da se' stessi perchè sanno che l'accordo da loro siglato è penalizzante per l'Italia a causa della loro incapacità negoziale e della poca credibilità. Il Pd ha scelto coerentemente di astenersi perchè, pur essendo interessati ad evitare il ripristino delle vecchie regole, il testo finale del Patto rappresenta un passo indietro rispetto alla proposta avanzata da Gentiloni che abbiamo sostenuto con forza, e tutto questo rischia di provocare politiche restrittive per il nostro Paese nei prossimi anni", prosegue De Luca.

Fdi: "Il patto va migliorato"

"Noi abbiamo sicuramente accettato un Patto di stabilità che abbiamo detto che va migliorato. E' una possibilità che c'è quella di vedere se può essere migliorato, non è cosa scandalosa, se leggo bene Gentiloni mi pare che dica più o meno le stesse cose". Così il capogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti spiega la scelta dell'astensione del centrodestra a Strasburgo a chi gli chiede se non si tratti di una sconfessione dell'intesa siglata da Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti a margine della presentazione della conferenza programmatica di Pescara del prossimo fine settimana. "Oggi in Europa il M5S ha votato contro il Patto di stabilità che condanna l'Italia a tagli miliardari che colpiranno ogni anno sanità, diritti, investimenti, imprese, infrastrutture e crescita, per dare spazio a nuove manovre lacrime e sangue. Non capisco le scelte delle altre forze politiche italiane. Non mi capacito del perché il M5S sia rimasto solo a votare contro un accordo che taglia le gambe alla crescita dell'Europa e dell'Italia". Lo scrive sui social il presidente del M5s, Giuseppe Conte. "Si torna all'austerità, si chiude la porta in faccia al radicale cambiamento che avevamo avviato in Europa nel segno della solidarietà e della crescita con i 209 miliardi del Pnrr". 

Cosa prevede il patto votato

I deputati hanno rafforzato le norme per sostenere la capacità di un governo di investire. Ora sarà più difficile per la Commissione sottoporre uno Stato membro a una procedura per i disavanzi eccessivi se saranno in corso investimenti essenziali. Tutte le spese nazionali per il cofinanziamento dei programmi finanziati dall'Ue saranno escluse dal calcolo delle spese di un governo, creando così incentivi agli investimenti. Stando alle nuove norme i Paesi con un debito eccessivo saranno tenuti a ridurlo in media dell'1 % all'anno se il loro debito è superiore al 90% del Pil, e dello 0,5% all'anno in media se è tra il 60% e il 90%. Se il disavanzo di un paese è superiore al 3% del PIL, dovrebbe essere ridotto durante i periodi di crescita per raggiungere l'1,5% e creare una riserva di spesa per periodo con condizioni economiche difficili. 

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Più spazio di manovra

Le nuove norme contengono varie disposizioni per consentire più spazio di manovra. In particolare, concedono tre anni supplementari oltre ai quattro standard per raggiungere gli obiettivi di un piano nazionale. I deputati si sono assicurati che questo tempo supplementare possa essere concesso per qualsiasi motivo il Consiglio ritenga opportuno, piuttosto che solo a condizione di criteri specifici, come inizialmente proposto.  Su richiesta dei deputati, i paesi con un disavanzo eccessivo o un debito eccessivo possono chiedere una discussione con la Commissione prima di fornire orientamenti sul percorso di spesa. Uno Stato membro può chiedere la presentazione di un piano nazionale riveduto se vi sono circostanze oggettive che ne impediscono l'attuazione, ad esempio un cambiamento di governo. Il ruolo delle istituzioni di bilancio indipendenti nazionali — incaricate di verificare l'adeguatezza dei bilanci e delle proiezioni di bilancio del loro governo — è stato consolidato dai deputati con l'obiettivo di contribuire a rafforzare ulteriormente i piani nazionali.

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