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Meloni, un premier in sella che non teme opposizione. E striglia i suoi

Politica

Massimo Leoni

©Ansa

Il caso Pozzolo, i rapporti con la maggioranza e con le opposizioni, le elezioni europee e tanto altro nella conferenza stampa di fine anno della presidente del Consiglio. E l'apertura al confronto in tv con la leader del Pd Elly Schlein

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Tre ore di conferenza stampa. E l’impressione è quella di una premier saldamente in sella, che previene e cura qualsiasi tentazione di concorrenza dannosa all’interno della sua maggioranza, non percepisce le opposizioni come un pericolo, è consapevole che qualche problema può arrivare dai comportamenti avventati di qualche suo compagno di partito.

Il caso Pozzolo

Una posizione sul caso Pozzolo era attesa. Arriva, netta. “Chiunque possegga un’arma deve custodirla con serietà e responsabilità, a maggior ragione se è un membro di Fratelli d’Italia. Qui è evidente che qualcosa è andato storto e la responsabilità è del possessore della pistola”. Pozzolo sarà deferito al collegio dei probiviri del partito. Nel frattempo, sarà sospeso da ogni incarico. Meloni non si ferma qui, richiama tutta la comunità di fratelli d’Italia alla responsabilità. “La vita che faccio e la responsabilità che porto deve essere condivisa. Sui questo sarò rigida”. Insomma, ricreazione finita.

Dalla maggioranza alle Europee

Poi si rivolge alla maggioranza. Toni concilianti. È solidale con Salvini sul malaffare Anas – Verdini: Non ho evidenza di nessun coinvolgimento del ministro, nessuna necessità di riferire in parlamento, dice Meloni. Detta le regole sulle candidature alle europee. “Sto riflettendo sulla mia, sempre che non impatti sul mio lavoro a palazzo Chigi. Faremo una riflessione insieme agli altri leader di maggioranza: se saremo candidati, lo saremo insieme.

Arriva poi un messaggio, una suggestione inquietante, peraltro non provocata. Meloni dice e ripete di non essere ricattabile, anche se qualcuno spinge perché prenda decisioni non sue. “Qualcuno in questo paese vuole dare le carte. Non succederà, farò sempre quello che credo giusto e me ne prendo la responsabilità”.

Sarà certamente uno degli argomenti delle prossime settimane. Per ora il presidente del consiglio altro non dice.

Le chiedono se sarebbe disposta a sostenere la candidatura di Mario Draghi. Risponde che sta facendo un lavoro eccellente nell’ambito del suo incarico nella commissione europea. Assolutamente prematuro fare qualsiasi altra considerazione. Da per scontato però che i conservatori europei non saranno mai maggioranza con i socialisti. Lavoro, conferma Meloni, per un'altra maggioranza.

Cutro il momento peggiore

Il momento peggiore del 2023: Cutro, la strage dei migranti. Priorità nel 2024: riforma della giustizia, riforma della burocrazia. E la madre di ogni riforma: il premierato. Che non tocca secondo la premier i poteri del presidente della repubblica, che sarà accompagnato da una legge elettorale che fissa una soglia per il premio di maggioranza. Probabile l’epilogo con un referendum: non su di me, dice Meloni, ma sul futuro.

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