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Caso consulenze, l’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti di Vittorio Sgarbi

Politica
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L’Autorità Garante della Concorrenza, dopo la segnalazione trasmessa dal Ministro della Cultura, Sangiuliano, ha avviato il procedimento istruttorio nei confronti del Sottosegretario alla Cultura “per possibili condotte illecite in violazione di quanto previsto dalla legge n. 215/2004 in materia di attività incompatibili con la titolarità di una carica di governo”. Sgarbi: "Sono felicissimo dell'avvio dell'istruttoria" con cui si chiarirà che "le mie attività sono un esercizio legittimo del diritto d'autore"

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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, a seguito di una segnalazione trasmessa dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha deciso di avviare un procedimento istruttorio nei confronti del Sottosegretario di Stato alla Cultura, Vittorio Sgarbi, per “possibili condotte illecite in violazione di quanto previsto dalla legge n. 215/2004 in materia di attività incompatibili con la titolarità di una carica di governo”.  Lo segnala l'Antitrust in una nota.

Sgarbi: "Il mio è diritto d'autore, vado al contrattacco"

"Sono felicissimo dell'avvio dell'istruttoria dell'Antitrust" con cui si chiarirà che "le mie attività sono un esercizio legittimo del diritto d'autore". Lo ha detto Sgarbi commentando l'apertura di indagine da parte del Garante della Concorrenza. Poi ha aggiunto: "Partirà il mio contrattacco non appena la polizia postale avrà individuato la persona che ha mandato la lettera anonima" alla stampa. 

Il botta e risposta Sangiuliano - Sgarbi

"Sono indignato dal comportamento di Sgarbi, va bene? Lo vedevo andare in giro a fare inaugurazioni, mostre e via dicendo. Ma mai avrei pensato che si facesse pagare per queste cose". Lo aveva detto al Fatto Quotidiano lo stesso Sangiuliano. "Ho subito avvertito chi di dovere e segnalato di averlo fatto a Giorgia Meloni. Del resto, si sa, non l'ho voluto io e anzi: cerco di tenerlo a debita distanza e di rimediare ai guai che fa in giro", aveva aggiunto. Pronta la risposta di Sgarbi che ha parlato di una "sequela di bugie" che procurano "un grave danno reputazionale mio e di tutti gli altri soggetti citati, accomunandoli a ipotesi di reato che, in quanto fondate su presupposti falsi, configurano una grave calunnia per la quale, adesso, si renderà necessaria anche una denuncia alla Procura della Repubblica". Il sottosegretario ha poi accusato il Fatto di riportare "integralmente le ricostruzioni diffamatorie e calunniose di una lettera anonima inviata a istituzioni e giornali attraverso la violazione fraudolenta di due account di posta elettronica in uso alla mia segreteria, rendendosi così complice delle falsità in essa contenute spacciandole per 'fatti', getta discredito sul mio operato e su quello dei miei collaboratori, con irreparabile pregiudizio sotto il profilo professionale e umano".  Sgarbi, poi, ha sottolineato che non esiste "nessuna" possibilità che si dimetta.

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