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Foibe, celebrazioni del Giorno del Ricordo. Meloni: “Per anni congiura del silenzio”

Politica
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Il 10 febbraio viene ricordato il massacro di migliaia di italiani nelle foibe del Carso. Dal premier Meloni al capo dello Stato Mattarella, dal sindaco di Roma Gualtieri al presidente del Senato La Russa, il mondo della politica commemora la strage. Il presidente della Repubblica: "Un carico di dolore e di sangue a lungo negato"

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"Oggi l'Italia celebra il Giorno del Ricordo e rende il suo tributo ai martiri delle foibe e agli italiani" costretti "ad abbandonare le loro case e terre per il solo fatto di essere italiani. Centinaia di migliaia di nostri connazionali obbligati a fuggire e che la Nazione non seppe accogliere come sarebbe stato giusto fare". Lo ha detto il premier Giorgia Meloni parlando della ricorrenza. "La memoria delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata - prosegue - è stata per troppi anni vittima di una vera e propria congiura del silenzio. La Repubblica ha ricucito questa pagina dolorosa della storia nazionale con la legge n. 92 del 30 marzo 2004". Un ricordo per le vittime anche da parte del capo dello Stato Sergio Mattarella. La legge, ha aggiunto il capo dello Stato, vuole "conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale". Poi Mattarella ha voluto mettere l’accento sul fatto che “la civiltà della convivenza, del dialogo, del diritto internazionale, della democrazia è l'unica alternativa alla guerra e alle epurazioni, come purtroppo ci insegnano - ancora oggi - le terribili vicende legate all'insensata e tragica invasione russa dell'Ucraina. Un inaccettabile tentativo di portare indietro le lancette della storia, cercando di ritornare in tempi oscuri, contrassegnati dalla logica del dominio della forza".

Mattarella: "Un carico di dolore e di sangue per anni negato"

Mattarella ha voluto ricordare le "vessazioni” e le “violenze dure, ostinate, che conobbero eccidi e stragi e, successivamente, l'epurazione attraverso l'esodo di massa”. Il presidente della Repubblica ha parlato di “un carico di sofferenza, di dolore e di sangue” che a lungo è stato “rimosso dalla memoria collettiva e, in certi casi, persino negato. Come se le brutali vicende che interessarono il confine orientale italiano e le popolazioni che vi risiedevano rappresentassero un'appendice minore e trascurabile degli eventi della fosca epoca dei totalitarismi o addirittura non fossero parte integrante della nostra storia". Bene quindi la legge sul Giorno del Ricordo, che ha definitivamente rimosso "la cortina di indifferenza e, persino, di ostilità che, per troppi anni, ha avvolto le vicende legate alle violenze contro le popolazioni italiane vittime della repressione comunista". Molti i passaggi del discorso con cui Mattarella ha voluto ribadire "la condanna per inammissibili tentativi di negazionismo e di giustificazionismo” di quanto successo. “Segnalo che il rischio più grave di fronte alle tragedie dell'umanità non è il confronto di idee, anche tra quelle estreme, ma l'indifferenza che genera rimozione e oblio", ha detto il capo del Quirinale. Le stragi di chi è stato ucciso, e l’esodo di chi è riuscito a salvarsi, sono una lezione con cui la storia “ci insegna a non ripetere errori e a non far rivivere tragedie, men che mai a utilizzarle come strumento di lotta politica contingente".

Mattarella: "Nessuno deve avere paura della verità"

Il presidente della Repubblica ha poi ricordato che “quel lembo di terra bagnato dall'Adriatico” - dove “per lungo tempo si è esercitata, con fatica e con fasi alterne, la convivenza tra etnie, culture, lingue, religioni” - ha conosciuto “tutti gli orrori della prima metà del Novecento, passando - senza soluzione di continuità - dall'occupazione nazifascista alla dittatura comunista di Tito". Il capo dello Stato ha anche sottolineato come “nessuno deve avere paura della verità”, perché “la verità rende liberi”. Al contrario, “tutte le dittature falsano la storia, manipolando la memoria, nel tentativo di imporre la verità di Stato”.

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Le parole di Meloni

Meloni ha invece sottolineato che la legge che ha fissato il Giorno del Ricordo "istituisce la solennità civile che celebriamo oggi" e "impegna le Istituzioni a promuovere la conoscenza di quei fatti, a valorizzare il contributo degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia allo sviluppo sociale e culturale dei territori dell'Adriatico orientale e a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti sul territorio nazionale e all'estero". "È la ragione - spiega ancora - per la quale ho voluto istituire a Palazzo Chigi uno specifico Comitato di coordinamento delle celebrazioni legate a questa giornata, allo scopo di garantire una più efficace programmazione delle iniziative e delle cerimonie proposte e organizzate dalle Amministrazioni in occasione del 10 febbraio. Il ringraziamento del Governo va agli esuli e ai loro discendenti per l'insostituibile opera di testimonianza e a tutte le Associazioni, le Fondazioni, le Società e i Comitati che portano avanti la memoria di quei fatti e lavorano instancabilmente allo ricerca, alla documentazione e alla divulgazione. I nostri connazionali di Istria, Fiume e Dalmazia sono "italiani due volte" e custodiscono nel loro cuore la nostra Bandiera. Quel Tricolore che molti di loro portarono con sé fuggendo dalle loro terre e che questa sera illuminerà, con i suoi meravigliosi colori, la sede del Governo. L'Italia non dimentica", conclude Meloni.

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La Russa: “Un momento fondante della memoria comune”

La tragedia delle foibe "non può e non deve essere dimenticata, così come deve essere dimenticato l'esodo dall'Istria, dalla Dalmazia, da Fiume, gli italiani che furono di fatto costretti a lasciare le loro case, i luoghi dove erano nati e dove vivevano, e che furono accolti malissimo dall'Italia di allora". Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa. "Io credo - ha proseguito - che la svolta c'è stata nel 2004 quando è stata istituita la Giornata del ricordo. Io ero capogruppo di Alleanza nazionale ed ebbi l'onore di firmarla questa legge, insieme a Menia". Una legge "che oggi comincia veramente a dare i propri frutti. Quella legge fu votata praticamente all'unanimità tranne 12 che non la votarono alla Camera. Oggi a distanza di anni considero quel momento uno dei momenti fondanti della memoria comune della nostra Nazione", ha sottolineato. "Quando La memoria diventa comune - ha quindi concluso - diventa un momento di crescita quale è oggi il ricordo della tragedia delle foibe, la tragedia di coloro che dovettero abbandonare le loro case".

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"Commemorare il Giorno del ricordo anche a Sanremo, ma soprattutto che la tragedia delle foibe venga sempre ricordata dagli italiani e insegnata nelle scuola". A dirlo il leader della Lega Matteo Salvini, a margine della cerimonia di deposizione di corone d'alloro presso il Monumento agli infoibati ed esuli, in piazza della Repubblica a Milano. "L'importante - aggiunge - è che si ricordino queste centinaia di migliaia di italiani massacrati, trucidati, costretti a scappare e che avevano solo la colpa di essere italiani e non comunisti. Nei cuori di tanti italiani e nelle scuole. Poi lascio alla Rai onori e oneri, ma mi auguro che essendo una giornata importante per milioni di italiani il Festival della canzone italiana dedichi qualche secondo a questa pagina tragica. Ma non è che se qualcosa non succede a Sanremo non succede, ma visto che stanno parlando di tutto l'universo umano, questa è storia italiana". Nei giorni scorsi il leader della Lega ha commentato negativamente l’intervento di Roberto Benigni al Festival, dedicato alla Costituzione: “Non credo abbia bisogno di essere difesa a Sanremo”.

Le parole di Sangiuliano, Urso, Gualitieri

"Coltivare la memoria è l'unico antidoto affinché tragedie come queste non accadano mai più", scrive in un tweet il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. "L'Italia ricorda oggi l'esodo giuliano-dalmata e le vittime delle foibe. È dovere comune promuovere la memoria di questa pagina di storia d'Italia, per troppo tempo sottaciuta o dimenticata", il commento invece del ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso. Da Roma, arriva la commemorazione del sindaco Roberto Gualtieri: "All'Altare delle Patria, celebriamo il #GiornoDelRicordo rendendo omaggio alle vittime delle #foibe e dell'esodo giuliano dalmata. #Roma non dimentica questa pagina tragica della storia e coltiva la #memoria contro ogni forma di rimozione e sottovalutazione”.

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