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Riforma della Giustizia, al via l’esame alla Camera. Il governo pone la fiducia

Politica
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Il testo approda a Montecitorio, bocciate le pregiudiziali di costituzionalità presentate dall'opposizione. Saranno 2 i voti di fiducia, uno per ogni articolo. Bagarre in Aula da Alternativa c'è, il gruppo degli ex M5s. I 5 Stelle assicurano di essere compatti, anche se un quarto del gruppo non partecipa al voto. Conte ha convocato un vertice con i pentastellati: "Non è vero che abbiamo accettato un compromesso al ribasso"

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È approdata alla Camera la riforma della Giustizia della ministra Marta Cartabia (COSA PREVEDE). Il governo ha posto la fiducia, in Aula alla Camera, su ciascuno dei due articoli della legge. Si voterà nella serata di lunedì, con due chiame successive. I deputati dell'opposizione di Alternativa c'è hanno occupato i banchi del governo come gesto di protesta. I deputati del gruppo di minoranza, ex appartenenti al gruppo M5s, protestano contro la limitazione degli spazi del Parlamento. La seduta è però ripresa quasi subito, con l'invito del presidente della Camera Roberto Fico a sgombrare i banchi del governo. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà ha annunciato la questione di fiducia protetto dai commessi mentre i deputati di Alternativa C'è urlavano "vergogna, vergogna". La protesta si è però chiusa dopo pochi minuti.

Bocciate le pregiudiziali, 40 M5s non partecipano al voto

L'esame del testo su cui la maggioranza ha trovato un accordo che dovrebbe essere ormai "blindato",  è cominciato con il voto sulle pregiudiziali di costituzionalità presentata da L'Alternativa, bocciato con 357 voti contrari. I voti favorevoli sono stati 48. Alcuni segnali di "turbolenza" sono arrivati dal M5S: Alessandro Melicchio ha votato a favore delle pregiudiziali, in dissenso con il resto dei gruppi che sostengono il governo, ma sono stati ben 40 i deputati che non hanno partecipato al voto. Un episodio che fa infuriare Giuseppe Conte, alla prima prova di controllo sui gruppi. In giornata l'ex premier ha convocato  una riunione con i deputati e senatori pentastellati per fare il punto sulla riforma. "È stato un passaggio durissimo fino alla fine del confronto", ha detto Conte ai 5 stelle, ma "devo dire che siamo usciti da una situazione difficile in cui non si mostrava alcuna via d'uscita". "Questo passaggio sulla riforma non merita una votazione sul web", ha aggiunto. E l'ex Guardasigilli Alfonso Bonafede anticipa: “Io voterò la fiducia, darò il mio voto favorevole orgoglioso di far parte di un gruppo che ha deciso di contare su una questione importante come la giustizia".

Conte: "Falso che sia un compromesso al ribasso"

"Qualcuno dice che abbiamo accettato un compromesso al ribasso: questa è una rappresentazione assolutamente falsa", ha affermato ancora Giuseppe Conte davanti ai parlamentari M5S riuniti in assemblea. Secondo l'ex premier la compatezza del movimento "è stata la chiave" per uscire dall'impasse della trattativa sulla riforma della giustizia che ha poi invitato i senatori e deputati pentastellati "con entusiasmo ad abbracciare il nuovo corso: alcune uscite del passato ci fanno male. Se qualcuno prensa che il 'fine processo mai' sia l'indirizzo che debba essere ingaggiato sappia che è sbagliato perché nella carta dei principi e valori M5s ai primi punti c'è il rispetto della dignità, della libertà e dei diritti della presona e tra questi c'è anche la prospettiva di un accertamento dei fatti entro un orizzonte certo".

Verso 2 voti fiducia sul testo

Dovrebbero essere due i voti di fiducia sulla riforma del processo penale, spiegano fonti di governo. Sarà infatti posta la fiducia, con ogni probabilità, su ciascuno degli articoli che compongono il testo. Dopo il voto sulla questione pregiudiziale di costituzionalità, si avvierà la discussione generale sul testo e in serata il governo dovrebbe porre la questione di fiducia.

Il M5S assicura di essere compatto

Il timore è che ci possa essere qualcuno o qualche partito che possa mettere nuovi paletti e aprire nuove questioni. Non è passato inosservato il via libera all'emendamento dell'azzurro Pierantonio Zanettin in cui si chiedono "criteri più stringenti" per la riapertura delle indagini: la previsione potrebbe rischiare di sollevare ulteriori dubbi tra i 5 Stelle che hanno anche dovuto rinunciare a un esplicito riferimento a un allungamento dei tempi di prescrizione per i reati contro la Pa e che intanto, ad esempio, si uniscono a Leu per chiedere di dare più tempo ai processi per le catastrofi ambientali. Tuttavia, nonostante arrivino appelli dagli ex M5S a non votare la riforma, i 5 Stelle assicurano di essere compatti.

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