La ministra delle Politiche Agricole ribadisce la sua proposta per la regolarizzazione dei lavoratori in nero, che sta creando un duro scontro nel governo. “Non sto facendo una battaglia strumentale o per acquistare consenso ma sto facendo una battaglia di civiltà”, ha sottolineato. Mentre sul reddito di emergenza, commenta: "Con assistenzialismo sprechiamo risorse"
“Io sono una combattente. Se assumo un incarico faccio di tutto per portare a compimento gli obiettivi che ci diamo. Non sto facendo una battaglia strumentale o per acquistare consenso ma sto facendo una battaglia di civiltà, una battaglia per la dignità delle persone e di rispetto della leale concorrenza. Se dovesse prevalere un’opposizione strumentale e dovesse prevalere la mancanza di coraggio la mia permanenza in questo ministero sarebbe inutile. Se si assume una responsabilità di governo si assume anche l’onere e l’onore di dover dare risposte ai problemi”. A dirlo, a Sky Tg24 Economia, la ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, che ribadisce la sua proposta per la regolarizzazione dei lavoratori in nero: un tema che sta creando un duro scontro nel governo (SALVINI A SKY TG24: NO A MAXISANATORIA DI MASSA - CORONAVIRUS, GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA). “Siamo entrati nel governo - ha poi aggiunto - per farlo durare fino al 2023 ma per dare un contributo. Non si sta al governo per fare tappezzeria, o si concorre a risolvere i problemi o altrimenti si è inutili”.
"Regolarizzare lavoratori in nero nel dl maggio"
La ministra spiega la sua proposta: “Ho chiesto di fare i conti con la realtà che ci presenta delle contraddizioni e delle problematiche alle quali chi svolge una funzione di governo deve necessariamente dare delle risposte. Oggi abbiamo in Italia tanti cittadini e cittadine che vengono da un’altra parte del mondo e tutti sappiamo che una parte di loro sta nelle nostre famiglie e si occupano dei nostri anziani e dei nostri figli, mentre una parte lavora nei campi, nell’edilizia e nella logistica - sottolinea -. Nei campi ancora in queste ore si scopre che c’è un pezzo di sistema produttivo che compete in modo sleale e tiene questi lavoratori con salari bassissimi e spesso li fa vivere in catapecchie e noi di questo dobbiamo farci carico, soprattutto nella fase in cui siamo”. Poi aggiunge: “Chi governa deve fare i conti con la paura ma anche avere una visione, e la visione che oggi dobbiamo avere è quella di dare al nostro Paese la possibilità di competere nella legalità”. Altrimenti, secondo Bellanova, “l’alternativa, se non è ho lo Stato che si fa carico di questa contraddizione, significa lasciarli nelle mani della criminalità perché i caporali, italiani e stranieri, sono un’organizzazione criminale che schiavizza queste persone e in Italia non lo possiamo permettere perché è la negazione dei diritti fondamentali ma è anche assecondare una competizione sleale. Le aziende che rispettano le regole e i diritti dei lavoratori hanno il diritto di avere uno Stato che punisce chi non rispetta le regole e mette tutte le imprese in condizione di lavorare nella legalità”.
"Reddito emergenza? Con assistenzialismo sprechiamo risorse"
La ministra ha poi commentato la proposta di un reddito di emergenza per far fronte alla crisi economica. “Chi propone il reddito di emergenza propone che sia per due mesi, ma chiedo se fra due mesi in Italia sarà cambiata la situazione? Fra due mesi in Italia continueremo ad avere le fasce di povertà e ad avere quelle persone che fino a due mesi fa avevano un reddito dignitoso e che oggi hanno visto saltare tutti i loro programmi - replica -. Parlo anche di persone che non sanno se riapriranno le loro attività e come andare avanti. Personalmente, e come rappresentante di una forza politica, ritengo che non è con l’assistenzialismo che riparte questo Paese ma dobbiamo investire nel sistema produttivo e garantire a queste persone di vivere in modo dignitoso. Dare un sussidio per due mesi non risolve il problema. Ho anche proposto di finanziare il tavolo degli indigenti per garantire alle persone di avere accesso al cibo. Insieme a questo dobbiamo assumere con chiarezza l’idea di Paese che abbiamo in testa, con l’assistenzialismo sprechiamo risorse e distruggiamo il futuro delle nuove generazioni, dobbiamo invece investire nel sistema produttivo e sostenere soprattutto le filiere di eccellenza”, ribadisce.