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Airola avverte il M5S: "Se dicono sì alla Tav me ne vado e mi tengo il simbolo"

Politica
Alberto Airola

Il senatore piemontese, che ha fatto della battaglia contro l’alta velocità Torino-Lione il faro della sua azione politica: "Non ci sono spazi di contrattazione. Se il Movimento apre al dialogo si schianta definitivamente"

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Sulla Tav "non ci sono spazi di contrattazione. O il M5S dice no oppure sarò io a dire ciao al Movimento". Il senatore grillino Alberto Airola non ha dubbi. Il parlamentare piemontese ha fatto della battaglia contro l'alta velocità Torino-Lione (COS'E') una delle stelle polari della sua azione politica e non le manda a dire alla Lega, che sul tema cerca una mediazione con il Movimento 5 Stelle (COSA NE PENSANO GLI ITALIANI). "Non so quanto questa vicenda possa essere legata alle elezioni - osserva -. Credo che il Carroccio su questo tema voglia fare campagna elettorale, in modo un po' becero a mio avviso".

“Toninelli è in difficoltà”

Il ministro M5S delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha annunciato che "entro la prossima settimana" il governo prenderà una decisione per sciogliere definitivamente il nodo Tav. Il sottosegretario leghista Armando Siri ostenta fiducia e assicura: "Stiamo ragionando e stiamo trovando le sintesi giuste per fare il bene del Paese. Non vedo gamberi nel governo, gente che torna indietro". Airola però non vuole sentire ragioni: "Toninelli è sicuramente in difficoltà perché la Lega insiste" ma "è giusto porre un punto fisso perché, come ho detto milioni di volte, il Tav è una cosa che abbiamo sempre osteggiato: non si fa e basta, spazi di manovra non ce ne sono". Ma se il M5S dovesse aprire una trattativa, lei come si comporterebbe? "In quel caso me ne vado dal Movimento. E sono convinto che me ne vado col simbolo. Sarò più meritevole di loro di portare il simbolo del M5S se si apre una trattativa", risponde Airola.

“M5S deve ringraziare valsusini”

Se il Movimento 5 Stelle dovesse lasciare spiragli per un dialogo, dice Airola, "si schianterebbe definitivamente. Non sarebbe più 5 Stelle, perderebbe la fiducia del popolo, la sua identità". "Noi - insiste il senatore torinese - siamo entrati nelle istituzioni grazie ai valsusini: uno dei primi eletti del M5S è stato Davide Bono nel 2010, col 3% alle regionali, grazie ai voti della Valsusa. Beppe Grillo si è preso anche una denuncia per quella battaglia. Per me non si transige".