
Il presidente americano ha tenuto ieri sera un lungo intervento. Oltre alla situazione dell'Ucraina, si è soffermato sui dazi e sull'intenzione di riprendersi il Canale di Panama e di annettere "in un modo o nell'altro" la Groenlandia
Donald Trump ha tenuto un lungo e combattivo discorso al Congresso, presentando un’America in crisi e promettendo una nuova era di prosperità. Sky TG24 ha verificato la veridicità delle affermazioni fatte dal presidente (guarda il video). Trump ha parlato di un Paese sull’orlo del disastro per l’immigrazione illegale, l’inflazione e la criminalità, mentre i Repubblicani lo hanno acclamato al grido di “L’America è tornata”.
Il passaggio sull'Ucraina
Nel suo intervento, ha attaccato Joe Biden e annunciato l’uscita dal Trattato di Parigi sul clima. Ha elogiato Elon Musk, ora a capo del Doge, il dipartimento governativo per i tagli alla spesa pubblica, e ha affrontato il tema della guerra in Ucraina, il tema più atteso. Trump ha sostenuto di aver ricevuto segnali di pace dalla Russia e la disponibilità di Zelensky a negoziare sotto la sua leadership. Il disgelo non gli ha impedito di attaccare l'Europa, accusata nuovamente di aver "speso più soldi per acquistare petrolio e gas russi di quanto ne abbia spesi per difendere l'Ucraina".
La politica dei dazi e le provocazioni su Groenlandia e Panama
Trump ha inoltre difeso la sua guerra dei dazi che ha affondato le Borse, spiegando che le tariffe "non servono solo a proteggere i posti di lavoro americani ma anche l'anima del nostro Paese", pur ammettendo che "ci saranno dei piccoli scompigli". Quindi ha ribadito che gli Usa "risponderanno dazio su dazio, tassa su tassa", e che Messico e Canada "devono fare di più per fermare il traffico di fentanyl e di clandestini", lasciando aperta la porta ad un compromesso. Sempre sul fronte estero, il tycoon ha confermato l'intenzione di riprendersi il Canale di Panama, in parte già strappato ai cinesi con il fresco acquisto di due porti da parte di BlackRock, e la Groenlandia "in un modo o nell'altro", pur dicendo di voler rispettare il diritto della popolazione di determinare il suo futuro.