TikTok ha fatto vincere l‘Afd in Germania? I segreti del successo dell’estrema destra

“Kein Platz mehr”. Tradotto: “Non c’è più posto” per chi non vuole lavorare in Germania e non rispetta le regole. Lo ripete Alice Weidel, co-presidente di Afd, mentre il jingle incalzante di un video su TikTok la trascina verso milioni di visualizzazioni e centinaia di migliaia di like. “La maggior parte delle clip dell’Afd ritrae candidati che parlano a grandi folle”, spiega Jasper Tjaden, professore di Ricerca sociale applicata all’Università di Potsdam, che ha analizzato oltre 75mila video del partito di estrema destra per redigere il “Potsdam Social Media Monitor”. L’Afd è sbarcata su TikTok prima di tutti in Germania e il suo format funziona: sugli schermi di chi ha votato per la prima volta alla scorsa tornata elettorale, il partito di estrema destra occupa da solo il 71% del feed. Cdu e Wagenknecht sono ferme all’8% ciascuna. Alle urne, i più giovani hanno confermato la tendenza: in Turingia il 38% dei votanti fra i 16 e i 24 anni ha scelto l’Afd. Tjaden esita a collegare, con rigore scientifico, il successo social alla vittoria elettorale: “Dai dati non possiamo dedurlo”. Ma rilancia: “Quanto accaduto in Turingia è senza precedenti perché di solito gli elettori più giovani tendono a sinistra. Senz’altro, anche TikTok è stato decisivo per la vittoria dell’estrema destra tedesca”. In Italia, professore, nessun partito ha ottenuto questo successo social. Quali sono i segreti dell’Afd? Prima di tutto, l’Afd è sulla piattaforma da più tempo di tutti gli altri partiti. Servono mesi e anni sui social media per reclutare follower, aumentare la visibilità ed essere favoriti dall’algoritmo. L’Afd ha creato una base e ne sta beneficiando. Poi, queste piattaforme favoriscono i contenuti che suscitano un sentimento estremo, in un modo o nell’altro. E sono progettate per contenuti di intrattenimento molto brevi. L’Afd si presta benissimo a entrambe: realizzano video brevi, polemici, spesso unilaterali e provocatori. Se ti piace, lo guardi e lo condividi. Se non ti piace, lo guardi lo stesso perché pensi: “Che diavolo è questo?”. Quindi è tutto merito dell’Afd o ci sono stati anche “endorsement” esterni? Nella ricerca abbiamo scoperto che, quando vediamo l’hashtag Afd nei contenuti, spesso si tratta di pubblicazioni da altri canali non ufficiali. Molti di questi non sono verificati. Noi non abbiamo fatto un’analisi per capire se queste persone sono davvero quelle che sono. Potrebbero essere bot, falsi, altri potrebbero essere anche influencer. Pure in Germania è possibile che potenze straniere intervengano per creare bot a supporto di contenuti in grado di dividere il pubblico, ma la nostra analisi non ha finora sviscerato questo punto. I moderati e la sinistra, però, non traggono lo stesso vantaggio da TikTok. È solo una questione di ritardo o i contenuti di una certa parte politica non si adatteranno mai a questo social? Penso sia una combinazione di entrambi i fattori, ma le piattaforme non rivelano il funzionamento degli algoritmi. Quindi è difficile dirlo. Abbiamo visto che la Spd, il partito socialdemocratico di centro-sinistra, ha aumentato la sua attività sulla piattaforma e il suo hashtag viene menzionato più volte di prima. Sempre poco, però, rispetto all’Afd. Se gli altri partiti si sveglieranno in questo senso, dovremmo rivedere i risultati fra un anno. Ma, se fossi un politico, mi chiederei: Devo giocare allo stesso gioco? Oppure è meglio stare lontani da queste piattaforme? Perché il rischio è di entrare in battaglie che, in una certa misura, non possono essere vinte. Cioè? Non è niente a cui posso rispondere da ricercatore, sono domande di strategia di partito. Ma sappiamo che funzionano i video più divertenti, polarizzanti e divisivi. Quelli più diplomatici e moderati difficilmente possono essere competitivi. Negli Stati Uniti, Donald Trump ha aperto un profilo TikTok e ha ricevuto gli “endorsement” di alcuni dei più grandi content creator del mondo. Ma non si aspetta di tradurli in voti reali. In Germania cos’è successo di diverso alle urne? Ottenere voti è sempre il primo obiettivo. TikTok non era nei radar della maggior parte delle persone e loro sono stati molto intelligenti a sfruttarlo quando non lo faceva nessuno, raggiungendo molti elettori. Forse anche perché hanno, al contrario di altri partiti, maggori difficoltà a diffondere i propri contenuti nei format mainstream. TikTok, poi, è perfetto anche perché ha una scarsa regolamentazione. Sta dicendo che non viene fatto abbastanza per controllare il social media? Dico che è curioso che in Cina, dove ha sede l’azienda, siano in pochi a usarlo e sia attiva una versione molto limitata. Naturalmente il regolamento cinese è estremo per altri motivi, ma anche l’Ue sta lavorando su questo e molti Paesi dovrebbero prestarvi attenzione. In Tv e sulla carta stampata è tutto regolamentato: su TikTok, contenuti che arrivano anche ai minorenni, non lo sono. Non capiamo neppure come funzionano gli algoritmi. Mi aspetto che i legislatori diano risposte su questo. Le chiedo un ultimo paragone. In Italia, senza gli stessi risultati dell’Afd, la destra ha tentato incursioni su TikTok sfruttando, più o meno volontariamente, anche il linguaggio dei meme. È successo lo stesso in Germania? Non abbiamo studiato il contenuto a questo livello di profondità, ma non ho visto molto linguaggio ironico sinceramente: molti sono video brevi di politici che parlano apertamente a una folla, accompagnati in sottofondo da una musica aggressiva. L’obiettivo è sempre ottenere reazioni emotive, quindi sono per la maggior parte contenuti seri, se così vogliamo definirli.