Prezzi Oasis alle stelle, contro il "dynamic pricing" interviene la politica

E ora chi ha il coraggio di invitare i numerosissimi fan degli Oasis a non guardare al passato con rabbia? Difficile, infatti, negare che abbiano più di un motivo per sentirsi delusi e presi in giro. Puntuali, sabato 31 agosto, si sono messi virtualmente in fila, di buon mattino, per ottenere i sospirati biglietti per i concerti che segneranno il ritorno in coppia di Liam e Noel Gallagher, i terribili fratelli di Manchester, uno dei gruppi più amati del brit-pop degli anni Novanta. Un’attesa anticipata da consigli utili sui social media su come assicurarsi il biglietto. Già, fino a sabato mattina sembrava poter essere questo il problema: ottenere l’agognato ticket per poter partecipare ad uno degli appuntamenti più caldi dell’estate 2025. Per ora il tour prevede 17 date, tra il 4 di luglio e il 17 di agosto: 2 a Cardiff, 5 a Manchester, 5 a Londra, 3 a Edimburgo, 2 a Dublino. Prezzo minimo, circa 80 euro per alcuni degli appuntamenti in calendario. Cos’è il “dynamic pricing” Moltissimi utenti hanno dovuto aspettare ore sulla piattaforma di ticket master, prima di accedere alla fase di acquisto biglietti. E una volta giunti a quello stadio hanno scoperto che i posti più economici costavano già almeno 500 euro circa. Tutta colpa del cosiddetto “dynamic pricing”. Si tratta di un sistema di compravendita per cui il venditore non stabilisce un prezzo fisso per il prodotto che intende vendere, ma fa fluttuare il prezzo a seconda della domanda. È quanto accade già, per fare un esempio, con i biglietti aerei o con le stanze di albergo: le tariffe salgono in concomitanza di ponti e festività. Per quanto riguarda i concerti di musica leggera, il “dynamic pricing” è un sistema che ha preso piede già da lungo tempo negli Stati Uniti, ma gli artisti britannici hanno in gran parte cercato di tenere i prezzi dei loro concerti relativamente bassi. Il cambio di strategia Le cose hanno cominciato a cambiare nel 2018, quando la principale piattaforma, Ticketmaster ha affiancato al mercato primario i siti per la vendita secondaria GetMeIn e Seatwave: a tutti gli effetti una sorta di bagarinaggio legalizzato dove i biglietti potevano essere rivenduti anche a 10 volte il prezzo di partenza. Lo sdegno popolare ha poi portato Ticketmaster a chiudere questi siti. Problema risolto? No perché Ticketmaster ha cominciato a proporre prima una sorta di servizio premium per i posti più prestigiosi e poi il dynamic pricing. Gli artisti e i loro promotori possono sempre naturalmente opporsi a questa logica, ma Ticketmaster è un gigante del settore e il dynamic pricing viene spacciato come un sistema atto ad arginare il fenomeno del bagarinaggio nei Paesi dove, come il Regno Unito, è legale . Peccato che i prezzi siano esplosi, nel caso degli Oasis, anche per le date di Dublino, lì dove il bararinaggio è illegale. L’intervento della politica La bufera scatenata dal caso della band di Manchester è intanto montata, fino a richiedere un intervento della politica. L'esecutivo laburista del premier Keir Starmer ha promesso di aprire, nelle prossime settimane, una “review” su quanto accaduto, e la ministra della Cultura, Lisa Nandy, ha affermato di voler porre fine alle “rivendite truffaldine”, determinata a garantire che i biglietti siano venduti “a prezzi equi”. Prima di diventare premier, Starmer aveva sostenuto la necessità di introdurre un tetto massimo sui prezzi dei biglietti e limiti al numero di ticket che possono essere rivenduti.