Kodak Black, Lil Wayne, Lil Pump e Kanye West, chi sono gli artisti pro-Trump

ONBOA47RD. No, nessun nome in codice. Ma un nuovo inno, o meglio una nuova colonna sonora per la campagna elettorale in vista del 5 novembre. L’autore è Kodak Black, rapper di colore piuttosto noto negli Stati Uniti, e sostenitore di Donald Trump. Con questo brano che, tra le rime, include anche parti di discorsi pubblici e dichiarazioni dopo l’attentato al candidato repubblicano dello scorso 13 luglio in Pennsylvania, Trump spera di riuscire a fare breccia nel cuore - e nelle urne – della comunità afroamericana che mai, come in questi ultimi anni, ha visto nel partito di Kamala Harris la quintessenza di speranza e rappresentazione. La grazia a Kodack Black Trump, però, ci prova fino all’ultimo. E si affida anche al rapper della Florida che nel 2021 aveva graziato da un’accusa piuttosto pesante: due anni di carcere per aver falsificato dei documenti per l’acquisto di un’arma da fuoco. Tutto questo nell’ultimo giorno della sua presidenza, e per le sue attività filantrope. Sì, tutto vero. Con delle motivazioni precise: “Kodak Black è un bravissimo artista e leader. Ha sostenuto iniziative benefiche, come dare risorse educative a studenti e famiglie di ufficiali di polizia morti sul lavoro e di persone svantaggiate. Ha acquistato quaderni per bambini, fornito finanziamenti e materiali agli asili nido, cibo a persone in difficoltà e ogni anno aiuta i bambini svantaggiati durante il Natale. E mentre si trovava in carcere ha donato 50.000$ alle imprese colpite dal Covid nella sua città natale in Florida”. Dalla grazia di Trump, Bikk K Kapri, nome all’anagrafe di Kodak, ha sempre sostenuto il Tycoon. Anche indossando una collana con il volto del candidato repubblicano. E nel brano ONBOA47RD c’è un chiaro riferimento all’aiuto ricevuto: "I ain’t even seen this many Black people freed during the Obama days", ovvero "Non ho mai visto così tante persone di colore essere liberate durante il periodo di Obama". Canzoni su commissione? In molti, però, si chiedono: è un brano spontaneo, nato proprio dallo stesso Kodak, oppure è stato Donald Trump a commissionare questa canzone, per poter guadagnare qualche voto tra i fan del rapper? Non ci sono dichiarazioni ben definite in merito a questo, ma una frase del brano fa pensare che il processo creativo non sia venuto solo dal cuore: "When Trump called I was on tour". Trump ha chiamato Kodak mentre era in tour, e forse chiedendogli di scrivere qualcosa per lui. La verità di questo inno elettorale, forse, non sarà mai nota fino in fondo. Bisognerà, però, capire quali saranno i benefici elettorali di questa collaborazione. Sempre se ci saranno, visto che gran parte degli artisti di colore – e non solo – sostengono da tempo il Partito Democratico, diffidando Trump dall’usare le loro canzoni. Non solo Beyoncé, ma anche Céline Dion, Meghan Thee Stallion e tanti altri, molto amati e soprattutto con milioni e milioni di followers. Kid Rock e Billy Ray Cyrus Donald Trump, però, sembra non preoccuparsi di questo. Neanche del non avere dalla sua parte Taylor Swift, nonostante un tentativo di supporto creato con l’intelligenza artificiale. Trump può sempre contare su Kid Rock, uno dei suoi sostenitori più accaniti. Prima di esibirsi in onore del candidato repubblicano alla Convention di luglio, il musicista ha definito Trump “Il nostro presidente, americano al cento per cento” in un video sui social media. Prima di allora, aveva parlato apertamente del suo sostegno al Tycoon in un’intervista rilasciata a Rolling Stone, definendolo un vero patriota. Tra gli artisti che voteranno Partito Repubblicano c’è anche Billy Ray Cyrus, sostenitore di The Donald e “papà di una figlia molto liberal”, come lo stesso Trump ha definito Miley Cyrus, ex-star Disney ora cantautrice affermata, che non ha mai nascosto la sua diffidenza nei confronti del candidato repubblicano. Billy Ray, però, non sembra prestare attenzione a questa differenza, e lo scorso luglio ha anche suonato ai funerali di Corey Comperatore, sostenitore di Donald Trump morto in Pennsylvania durante l’attentato al candidato alla presidenza. Le simpatie di Kanye West Di questo non ha parlato, ancora, Kanye West che non ha mai nascosto la sua simpatia e vicinanza nei confronti di Donald Trump. L’ultima affermazione pubblica del rapper, che ha da poco pubblicato l’album Vultures 2, risale a febbraio di quest’anno: "Voterò per Trump, ovvio!", ha affermato il rapper ai giornalisti che, ovunque, inseguono lui e la moglie Bianca Censori. Più recenti, invece, le dichiarazioni pubbliche di Azelia Banks, artista di colore molto nota negli Stati Uniti, che ha descritto Trump come invincibile, nonostante i guai giudiziari. Gangster è la parola usata da DaBaby, rapper di Cleveland classe 1991, parlando del Tycoon. Ultimo, ma non meno importante : Lil Wayne, graziato da Trump nel 2021, proprio come Kodak Black. Di Wayne e Trump ci sono foto alla Casa Bianca, durante la presidenza, ma anche a comizi pubblici. Come del resto di Trump e Lil Pump, rapper di Miami classe 2000 . Un sostegno di lunga data, da cui lo stesso The Donald spera di trarre vantaggio. Ad oggi, però, il Tycoon sembra non aver usato alcun brano della star dei rapper, preferendo altri cantautori più noti , spesso ricevendo in cambio diffide e possibili processi per diffamazione. Ma attenzione: sembra in arrivo un brano pro-Trump di Lil Baby: il rapper di Atlanta, fan di Trump di lunga data, ha promesso un’ode al candidato repubblicano, e non più una traccia in cui offende Kamala Harris. Sarà abbastanza per The Donald?

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