L’avvocato difensore ha dichiarato che gli “screenshot” delle giovani ex ospiti delle serate di Arcore in cui parlavano di fare pressing per chiedere soldi a Berlusconi non hanno “valenza” per il reato di corruzione in atti giudiziari ma “possono al più e alla peggio” valere come un tentativo di “ricatto”
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Gli "screenshot" delle giovani ex ospiti delle serate di Arcore, riunite in una chat da settembre 2014 e in cui parlavano di fare pressing per chiedere soldi a Berlusconi, non hanno "valenza" per il reato di corruzione in atti giudiziari, ma "possono al più e alla peggio" valere come un tentativo di "ricatto" ai danni dell'ex premier "parte offesa", che da parte dei pm "non si è mai voluto fare oggetto di accertamento". Lo ha affermato l'avvocato Federico Cecconi, uno dei legali di Silvio Berlusconi, nel corso della sua arringa difensiva durante il processo Ruby Ter, spiegando che "vi è stata una non condivisibile in termine etici e probabilmente rilevante in termini penalistici forma di approfittamento" nei confronti di Berlusconi, imputato assieme ad altre 28 persone (tra cui numerose cosiddette “olgettine”).
L’avvocato di Berlusconi: “Giudici hanno demolito accusa corruzione”
Cecconi ha inoltre aggiunto che è "forte, debordante, dirompente l'effetto dell'ordinanza" con cui i giudici della settima penale di Milano, lo scorso novembre, hanno dichiarato "inutilizzabili" le dichiarazioni delle giovani testi nei processi sul caso Ruby, "sulla tenuta stagna degli elementi" portati dalla Procura per contestare l'accusa di corruzione in atti giudiziari, che viene così "demolita".
La posizione della difesa
"Noi non siamo certo privi di argomentazioni forti sul punto della estraneità all'imputazione del dottor Berlusconi", ha chiarito Cecconi, precisando, però, che la sua discussione non poteva non partire proprio dall'ordinanza del collegio presieduto da Marco Tremolada che nel corso del processo ha in sostanza 'cancellato' le dichiarazioni delle giovani, che avrebbero detto il falso nei processi. E ciò, per la difesa, ha influito in modo "dirompente" anche sul reato di corruzione collegato. Quell'ordinanza, infatti, ha spiegato l'avvocato, "dice in modo insuperabile che tutte le odierne coimputate di Berlusconi almeno dalla primavera del 2012" andavano già indagate per presunta corruzione e quindi dovevano essere sentite nei processi come testi con l'assistenza di avvocati. E se ora vengono meno le presunte false testimonianze, secondo la difesa, viene meno anche l'imputazione di corruzione. "Con questa ordinanza non solo viene meno la falsa testimonianza, ma anche la corruzione in atti giudiziari", ha concluso il legale.
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L’arringa
Nella prima parte della sua arringa (l'altro legale, Franco Coppi, parlerà il 2 novembre) Cecconi si è concentrato su quell'ordinanza del 3 novembre 2021 con cui, in sostanza, per la difesa i giudici hanno spazzato via le accuse del processo. All'inizio dell'intervento Cecconi ha voluto "ringraziare anche i pm" per la "massima forma di rispetto di ruoli" che c'è stata nel processo, e i giudici "per la vostra guida sempre autorevole e equilibrata". E ha ricordato anche Niccolò Ghedini, storico legale del Cavaliere di recente scomparso: "un grande collega e un caro amico". Poi, è passato a spiegare che la richiesta della Procura di "revoca o modifica" dell'ordinanza dei giudici, formulata nella requisitoria, è "totalmente irricevibile". Non è stata presentata nel dibattimento, ha fatto notare Cecconi, "perché non c'erano elementi per legittimarla". Quella decisione presa nel processo dai giudici ha stabilito che le ragazze, almeno dal 21 marzo 2012, era "indagate sostanziali", andavano già iscritte nel registro degli indagati e dovevano essere testimoni nel Ruby e nel Ruby bis come indagate in procedimento connesso. E se ora per queste iscrizioni non avvenute sono state 'cancellate' le loro dichiarazioni, quelle giovani non possono essere ritenute i pubblici ufficiali, "nemmeno per un minuto, nemmeno per un'ora", corrotti dall'ex premier, che per l'accusa l'avrebbe pagate in cambio del loro silenzio. Per Berlusconi la Procura ha chiesto una condanna a 6 anni e 10 milioni di euro di confisca. Cecconi ha fatto anche presente che la difesa Berlusconi ha "rinunciato a più di 90 testi rispetto a quelli in lista, questo a chi dice che il nostro è stato un atteggiamento dilatorio per sfuggire al processo".
“Prospettazione disperata dei pm dopo decisione su testi”
C'è una "prospettazione disperata da parte dei pm che cercano in tutti i modi di trovare una alternativa per respingere questa ordinanza" con cui i giudici del processo sul caso Ruby ter hanno dichiarato "inutilizzabili" le dichiarazioni delle ragazze nel Ruby e Ruby bis. Un'ordinanza con cui le giovani "sono state deprivate" dall'origine "della qualità di testi" nei due processi. Lo ha spiegato l'avvocato Federico Cecconi in un altro passaggio della sua arringa. Cadono le false testimonianze e, in pratica, cade anche la corruzione, per la difesa di Berlusconi, che a supporto, così come avevano fatto i giudici, ha citato anche la sentenza Mills sul punto giuridico affrontato. Il legale Cecconi ha anche affermato che questo processo, in cui sono imputate altre 28 persone, è di fatto "un processo al Dottor Berlusconi".
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“Berlusconi procedeva ad aiutare le giovani”
"Qui siamo di fronte a un processo per corruzione per 'pubblici proclami' perché lo stesso Berlusconi ha detto, anche in epoca non sospetta, che procedeva ad aiutare le giovani" ha detto ancora l’avvocato. "Gli elementi di portata indiziaria dell'accusa, globalmente considerati e anche uno per uno analizzati, sono del tutto inidonei a ritenere provata aldilà di ogni ragionevole dubbio la penale responsabilità del dottor Berlusconi", ha chiarito il difensore, facendo presente che non c'è reato se "la dazione o altra utilità" viene corrisposta per "una causa alternativa lecita". E la difesa di Berlusconi ha sempre sostenuto, come lo stesso leader di FI, di aver versato soldi alle ragazze per risarcirle per lo scandalo mediatico che si era creato col caso Ruby. Per la difesa, poi, la Procura "non è stata precisa e rigorosa nell'individuare" il momento del presunto accordo corruttivo tra il leader di Fi e le giovani ex ospiti delle serate di Arcore. "Non vi è nemmeno un germoglio dell'accordo corruttivo", ha detto Cecconi, riferendosi agli indizi portati dai pm.
“Non realistica e credibile ricostruzione Fadil”
Cecconi ha affermato che non è "realistica né credibile la ricostruzione" di vari episodi citati da Imane Fadil, una delle testimoni 'chiave' dell'accusa morta nel 2019, nelle sue dichiarazioni rese ai pm nel 2015. "Mi dolgo con la dovuta pietas per la morte di questa giovane", ha spiegato Cecconi, chiarendo, però, che la difesa si duole "anche per non averla potuta contro-esaminare nel processo" su quelle dichiarazioni per "precisazioni e chiarimenti". Anche le dichiarazioni "di natura meramente indiziaria di Fadil portate dai pm", per Cecconi, sono "del tutto inidonee a dare dimostrazione dell'esistenza dell'accordo illecito" tra il Cavaliere e le ragazze per presunti versamenti in cambio del silenzio. In merito ad alcuni passaggi dei verbali di Fadil, tra cui quelli relativi ad un incontro con un siriano che avrebbe minacciato la giovane, Cecconi ha messo in luce che "i processi hanno già dimostrato che di soggetti approfittatori, che hanno cercato di avvicinarsi e fare biecamente business millantando contatti con Berlusconi, ve ne sono tanti". Ha fatto riferimento, poi, alla "dimostrazione plastica di una volontà di approfittamento" e a "meccanismi estorsivi". Tra gli altri elementi contrastati dalla difesa anche le dichiarazioni, valorizzate dai pm, di Marysthell Polanco, ex fedelissima delle serate di Arcore, rilasciate in un'intervista ad una giornalista inglese.
“Va assolto perché il fatto non sussiste”
Silvio Berlusconi va assolto dall'accusa di corruzione in atti giudiziari nel caso Ruby ter con la formula "perché il fatto non sussiste", ha anticpato l'avvocato Federico Cecconi nell'arringa che teminerà il 2 novembre con l'intervento dell'altro difensore, Franco Coppi. Dal settembre 2013 è emerso, poi, come "nitido in capo a Barbara Guerra il meccanismo 'minaccia che ottieni'", ha spiegato ancora il legale. Alla fine del 2013, ha chiarito la difesa, "da parte di alcune affiorano delle richieste legate alla minaccia, in caso contrario, di rendere dichiarazioni alla stampa" e poi, dopo il deposito delle motivazioni della sentenza Ruby bis, "minacce sul recarsi di fronte a magistrati o investigatori". Mai anche nei cosiddetti "files Guerra", o negli atti in generale, "c'è un riferimento ad accordi illeciti" con Berlusconi. C'è invece una "progressione nelle richieste sempre più violente e dotate di elementi di opacità" e un "climax ascendente". Il leader di FI già nell'ottobre 2012 nelle dichiarazioni spontanee nel processo Ruby aveva detto, ha aggiunto Cecconi, di aver aiutato le ragazze in difficoltà per la "vita e la carriera rovinate dall'impatto mediatico" della vicenda.