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Il sindaco Sala: “Sbagliato avere stesso stipendio a Milano e Reggio Calabria”. Polemiche

Lombardia

L’affermazione del sindaco di Milano, durante un incontro sul tema della questione giovani, ha scatenato da più parti reazioni critiche, tra cui quella del ministro per gli Affari europei Enzo Amendola

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“Se un dipendente pubblico guadagna gli stessi soldi a Milano o a Reggio Calabria, è intrinsecamente sbagliato perché il costo della vita è diverso”: è quanto ha dichiarato il sindaco di Milano Giuseppe Sala durante un incontro in video conferenza pubblicato su Facebook con due esponenti di InOltre-Alternativa Progressista, un'associazione indipendente che opera nel perimetro del centrosinistra. Una frase che ha scatenato da più parti reazioni critiche,  tra cui quella del ministro per gli Affari europei Enzo Amendola.

Le parole di Giuseppe Sala

Il controverso intervento di Sala nasce da una domanda posta dall’intervistatrice Melania Toscano, calabrese da quattro anni a Milano, secondo cui c’è la possibilità che il capoluogo lombardo diventi dal punto di vista dei giovani una città per pochi, visto l'alto costo della vita e degli affitti. ”Milano", ha replicato Sala, "continua a essere una città di valore, che attira persone da tutto il mondo. Sulla questione del costo dell'abitazione, non possiamo entrare in contrasto tra privati, ma possiamo favorire uno sviluppo urbanistico e residenziale di un certo tipo, riutilizzando e recuperando spazi inutilizzati in città, spesso proprietà di pochi grandi proprietari - ha detto Sala -. Io penso che i prezzi delle case in vendita e degli affitti scenderanno ma non proporzionalmente a quanto rischiano di scendere i redditi". Poi il primo cittadino è passato alla questione del lavoro: "La cosa che non va è quanto sono pagati i giovani a Milano, un tema da un lato da affrontare politicamente, dato che dietro formule come lo stage spesso si nasconde sfruttamento. Dall'altro - ha poi aggiunto Sala -, capisco che è un discorso difficile da fare, ma se un dipendente pubblico guadagna gli stessi soldi a Milano o a Reggio Calabria, è intrinsecamente sbagliato perché il costo della vita è diverso. Sono temi difficili da gestire - ha concluso Sala - ma bisogna approfittare di questa situazione per cambiare e non tornare allo status quo precedente, senza buttare via niente del buono che c'era”.

Il ministro Amendola: "Il problema non sono le gabbie salariali"

L’ipotesi di salari differenziati nella Pubblica amministrazione tra Nord e Sud è stata bocciata dal ministro per gli Affari europei Enzo Amendola, che durante il suo intervento alla Conferenza del Pd di Napoli ha detto: "Non voglio polemizzare con lui, ma il problema non è quello delle gabbie salariali". Poi, continuando a parlare con i giornalisti, ha aggiunto: "La proposta che ho letto non è una scelta condivisa, non solo dalla politica, ma dai sindacati. La pubblica amministrazione deve essere trasformata, e con il decreto semplificazioni stiamo lavorando per eliminare i ritardi, le burocrazie, ma è una responsabilità nazionale, non delle singole parti del Paese".

Provenzano: "Discussione arcaica"

Sulla questione è intervenuto anche il ministro della Coesione territoriale Giuseppe Provenzano, che ha parlato, senza nominare il sindaco di Milano, delle gabbie salariali come di "una discussione arcaica". "Come facciamo a valutare la produttività di un lavoratore di Scampia, oppure di un quartiere di Palermo, senza servizi?", ha sottolineato Provenzano durante la conferenza del Pd di Napoli. "Questo lavoratore - ha concluso Provenzano - dovrebbe essere pagato il doppio per la socialità del suo lavoro". 

Le reazioni della politica

Dura la critica sollevata, in un post su Facebook, dal deputato di Fratelli d'Italia Wanda Ferro. "Secondo il sindaco di Milano, Beppe Sala, i dipendenti pubblici del Sud dovrebbero essere meno pagati di quelli che lavorano al Nord. Il sindaco progressista propone, in sostanza, la reintroduzione delle gabbie salariali". "A parità di mansioni, secondo Sala, un lavoratore di Reggio Calabria - ha sottolineato Ferro - dovrebbe avere una retribuzione minore rispetto ad un lavoratore di Milano”. “Il tema della riduzione del costo del lavoro è un argomento da affrontare se si vuole favorire il rilancio occupazionale al Sud, ma è necessario pensare a strumenti di incentivazione per le imprese. Non certo ipotizzare, come fa Sala, di intervenire sulle retribuzioni dei lavoratori che vivono in regioni che già soffrono un gravissimo ritardo infrastrutturale e dei servizi". "Il sindaco Sala racconti ad un lavoratore calabrese - ha concluso la parlamentare di FdI - che si trova davanti alla necessità di farsi curare fuori regione, o che deve accudire un familiare con disabilità, che merita di avere uno stipendio più basso perché vive in una regione in cui la vita costa meno".

Polemica anche la reazione del consigliere comunale di San Luca, in provincia di Reggio Calabria, Klaus Davi. "La visione del Sud del sindaco di Milano Giuseppe Sala mi ricorda quella colonialistica e schiavistica che comunque ha animato diversi governi della Repubblica del Dopoguerra, caratterizzati, più che da uno spirito solidaristico, dal saccheggio del Meridione", ha dichiarato Davi. "Solo l'idea di introdurre nuove gabbie salariali tra Nord e Sud - ha continuato Davi - legittima la più bieca e classistica disuguaglianza, totalmente inaccettabile per una popolazione già fortemente provata dalla discriminazione. Soprattutto alla luce dei dati Istat che certificano come il Mezzogiorno abbia pagato un prezzo molto più grave per l'effetto Covid".