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Coronavirus Bergamo, tribunale: “Per buoni spesa a stranieri basta domicilio”

Lombardia

Il Tribunale di Brescia ha stabilito che per destinare risorse agli stranieri bastano i requisiti di disagio economico e domiciliazione, dopo che il Comune di Bonate Sopra aveva introdotto anche il criterio del permesso di soggiorno di lungo periodo

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Per destinare agli stranieri le risorse di solidarietà alimentare sotto forma di buoni spesa, ai sensi dell'ordinanza della Protezione civile per l'emergenza Coronavirus, non fa distinzione il tipo di permesso di soggiorno di cui i richiedenti sono in possesso. Lo ha stabilito il Tribunale di Brescia, che ha definito "discriminatoria" la delibera del Comune di Bonate Sopra, in provincia di Bergamo, che per l'erogazione delle risorse aveva previsto per gli stranieri anche il criterio del permesso di soggiorno di lungo periodo e non i "soli requisiti relativi alla condizione di disagio economico e alla domiciliazione nel territorio comunale". 

Le parole del giudice

Si tratta "del diritto all'alimentazione - scrive il giudice Mariarosa Pipponzi accogliendo il ricorso dell'Asgi, associazione studi giuridici sull'immigrazione, e della Fondazione Guido Piccini onlus - che costituisce il presupposto per poter condurre un'esistenza minimamente dignitosa e la base dello stesso diritto alla vita e alla salute, quindi che appartiene a quel nucleo insopprimibile di diritti fondamentali che spettano necessariamente a tutte le persone". E "non possono, quindi essere poste condizioni, quale la tipologia del permesso di soggiorno".