Joyce Carol Oates: "Il male? Un termine che appartiene più alla teologia che alla storia"
Lifestyle ©GettyUna delle grandi scrittrici contemporanee torna in libreria con un romanzo, "Macellaio", ispirato a un famigerato medico dell'Ottocento. L'intervista durante "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24
È una delle più grandi scrittrici contemporanee, ha scritto oltre sessanta romanzi, ha ricevuto alcuni dei premi internazionali più rilevanti a cui si è da poco aggiunto il “Raymond Chandler Award”, consegnatole a Milano poche settimane fa.
Joyce Carol Oates è da poco tornata nelle librerie italiane con un romanzo, “Macellaio”, pubblicato da La Nave di Teseo con la traduzione di Chiara Spaziani e ispirato alla storia di un famigerato medico che nell’Ottocento sperimentò macabre pratiche nei confronti di alcune pazienti di un Istituto del New Jersey.
Oates, nella nuova puntata di "Incipit", racconta il proprio rapporto con il tempo e soprattutto si sofferma sull'irruzione del sinistro e della malvagità nella nostra quotidianità. "Il male, per me, è un termine teologico - racconta in questa intervista - Un po' come quando, in una guerra, ciascuno dei combattenti crede che Dio sia dalla sua parte e che dall'altra ci sia il male. In realtà, dal punto di vista storico è una questione moralmente neutra".
L'intervista è disponibile anche come podcast in tutte le principali piattaforme cercando la rubrica "Tra le righe" o selezionando l'episodio nella playlist che si trova qui sotto.