Serie tv da ascoltare, la nuova frontiera delle fiction

Non sono podcast, non sono audiolibri e non sono neanche i radiodrammi diventati di successo tra gli anni ‘50 e ‘70 del 1900. Le audio-fiction rappresentano un format diverso che mette insieme alcune peculiarità tratte dal mondo del teatro, dell’audiolibro e delle serie televisive. Sono prodotti destinati alla fruizione solo audio e legati alla narrativa seriale, con storie divise in puntate esattamente come nelle fiction e personaggi di fantasia che trasportano l’ascoltatore nella trama permettendogli di immergersi nella storia e lasciando spazio alla sua immaginazione. Una sfida per chi scrive sceneggiature per audio fiction, come l’ideatore e autore di “Mi dica tutto” Gipo Gurrado che ha dovuto “trovare il giusto equilibrio tra il dare indizi descrittivi e il lasciare che chi ascolta possa costruirsi il proprio immaginario”, o per chi vi recita, come l’attore Filippo Nigro, che nell’audio fiction “Effetto eco” ha dovuto trasmettere immagini, emozioni, atmosfere e ambientazioni con il solo potere della voce. Approccio teatrale alla narrazione Per capire meglio come si scrive, si registra, si recita e si produce una fiction audio ci siamo fatti aiutare da chi da anni lavora nel settore. Gipo Gurrado, insieme alla regista e attrice Elena Scalet, è l’ideatore e autore di “Mi dica tutto”. Dal 2021 la serie, che a metà dicembre uscirà con la sua quarta stagione su Storyful, coinvolge gli ascoltatori e li trascina nello studio di una psicologa per assistere alle sedute dei protagonisti che raccontano le loro vite, i loro problemi quotidiani e le loro esperienze profondamente umane, sempre in chiave ironica. L’idea originale che caratterizza il format è l’approccio teatrale alla narrazione, “nel senso che anche quando registriamo gli attori non stanno davanti al leggìo ma ricostruiamo proprio lo studio dello psicologo”, spiega Gurrado a Sky TG24. La registrazione e la produzione audio avvengono all’interno dello studio Indiehub di Milano. Qui “creiamo un set come se si trattasse di una fiction televisiva, solo che al posto delle telecamere piazzate in giro ci sono dei microfoni. Quindi poi gli attori recitano nello spazio e i microfoni messi ovunque colgono le loro voci e i loro movimenti: così si ha l’effetto naturale delle voci che si allontanano dal microfono quando il personaggio si sposta, o del pantalone che struscia quando ci si siede sulla poltrona, o del bicchiere con l'acqua…”. Per il sound design c’è una cura quasi maniacale: suoni e rumori sono fondamentali perché la resa delle ambientazioni è uno degli elementi che distingue una fiction audio dalla semplice lettura di un audiolibro. Il lavoro di produzione e il montaggio sono complicati: alcune puntate di “Mi dica tutto” sono registrate direttamente al bar o al parco per dare realismo. “Abbiamo fatto registrazioni in binaurale quindi per dare una spazialità e rendere i rumori tridimensionali - spiega Gurrado - oppure abbiamo usato il metodo di registrazione con vari microfoni panoramici per ottenere un suono totalmente diverso da quello degli audiolibri”. La sfida dello sceneggiatore Gipo Gurrado nasce come musicista, poi firma produzioni italiane e internazionali come compositore, scrive spettacoli teatrali, cura musiche e montaggio audio di podcast come “Veleno” di Pablo Trincia. La decisione di ideare una audio fiction gli viene dopo aver lavorato per uno spettacolo teatrale: erano state realizzate scene al buio con solo audio per rappresentare violenze che sarebbe stato difficile mettere in atto in altro modo. Lì, racconta Gurrado, “ho iniziato a rendermi conto che il linguaggio solo audio alcune volte ha un potere più forte di quello visivo”. Tuttavia, ci sono alcune differenze tra la scrittura di una sceneggiatura destinata alla visione e quella di una sceneggiatura destinata solo all’ascolto. La sfida è non dare niente per scontato senza però poi diventare ridondanti nelle descrizioni. “Sicuramente la cosa da tener presente è che bisogna dare un po’ di bussola a chi ascolta”, spiega l’autore. “Ad esempio, se un personaggio accoglie un altro dicendo ‘la sua giacca sembra pesante, perché non se la toglie’ aiuta l’ascoltatore a figurarsi il personaggio con questa giacca, a costruirsi un suo immaginario. Bisogna trovare il giusto equilibrio tra la libertà di immaginazione e il dare qualche indizio: è una bella sfida dal punto di vista creativo”. Realismo e immedesimazione Lo scopo di una fiction audio è far partecipare l’ascoltatore in modo realistico senza una sovrastruttura narrativa che renderebbe il tutto più finto: è anche per questo che spesso non c’è una voce narrante. Descrizioni, ambientazioni, atmosfere passano attraverso la voce dell’attore o alcuni espedienti che aiutano chi ascolta a capire che i personaggi, anche se non stanno parlando, sono lì in scena, sono “vivi”. Nel caso di “Mi dica tutto”, ad esempio, la psicologa in ascolto fa rumore con la penna, scrive, sbuffa, sorride. Nel caso di Max, protagonista di “Effetto eco” interpretato da Filippo Nigro, invece, si può trattare di pensieri sussurrati tra sé e sé. Una sfida che però, racconta l’attore a Sky TG24, “rende il tutto più bello”. “Bisogna sempre stare concentrati. Se ad esempio stai uscendo dalla macchina, è notte, hai paura, magari parli da solo sottovoce: tutte quelle caratteristiche l’attore le deve descrivere solo con il potere della voce ed è bello perché questo ti porta a un punto di immedesimazione particolare”. Per Nigro le scene più difficili e impegnative da rendere sono quelle descrittive, quando il “personaggio sta facendo qualcosa che crea un’atmosfera di tensione”: sono proprio quelli i “momenti più sensibili, anche più dei dialoghi o degli scambi tra i personaggi”. La sfida dell’attore Filippo Nigro è un attore di cinema e tv. Nonostante abbia prestato la voce alla lettura di alcuni audiolibri, è la prima volta che recita in una audio fiction che presenta differenze e difficoltà anche per chi è abituato a stare sul set e davanti ai microfoni. “La sfida in questo caso è coinvolgere più persone possibile in una storia solo con la voce e con il racconto”, spiega l’attore che ha chiesto il supporto di un esperto di doppiaggio come Marco Mete per raggiungere un livello di interpretazione fluido e realistico. “Il doppiaggio - dice Nigro - è una tecnica e una specializzazione incredibile perché l’approccio è particolare: l’audio fiction implica un approccio diverso che implica ricreare con la voce tutto ciò che non puoi mostrare con le espressioni del volto o le pose del corpo”. Il lavoro è molto diverso rispetto a quello del doppiaggio. “Quando un attore va a doppiare il proprio personaggio sta sul leggìo e lo scopo è ripulire i suoni o correggere le battute - spiega Filippo Nigro - In questo caso stai raccontando una storia dal nulla, non stai solo doppiando. La sfida è riuscire a non essere teatrale ma vero e autentico raccontando solo con la voce”. Come funziona il lavoro sul set Il personaggio di Filippo Nigro, Max, è un uomo che dopo l’uccisione della figlia ha perso il lavoro e ha sviluppato il potere di ascoltare gli echi delle voci del passato nei luoghi in cui si trova. “Effetto eco”, in uscita il 1° novembre su Audible, è una fiction audio crime-fantasy che coinvolge attori come Francesco Pannofino e Fatima Romina Alì tra elementi soprannaturali e indagini poliziesche. Le modalità di lavoro sono però molto diverse rispetto a quelle di “Mi dica tutto”. In questo caso gli attori si trovavano in uno studio un po’ diverso da un tradizionale studio di doppiaggio e hanno microfoni ad archetto, microfoni direzionali e uno pseudo leggìo. “Nel doppiaggio sei proprio fermo al leggìo, in questo caso invece il concetto è quello di una presa diretta e c’è una libertà di movimento importante per simulare le dinamiche dei momenti più intensi o più d’azione che ci sono nella storia”. Una curiosità riguarda invece l’interazione tra gli attori perché i tre personaggi hanno inciso tutti separatamente. Come spiega Filippo Nigro, “l’interazione c’è ma non è tra gli attori direttamente. Io avevo Marco Mete, il direttore di doppiaggio, che interpretava il ruolo di Pannofino. L’alternativa era mandare la registrazione che Pannofino aveva fatto prima di me. Io mi sarei dovuto inserire in una pista ma sarebbe stata una recitazione più meccanica. Così facendo invece è stato tutto vivo, una dinamica live che ci ha permesso di lavorare al meglio”. Design sonoro innovativo Le audio fiction possono essere paragonate ai vecchi radiodrammi. Ci sono però alcune differenze di forma, ad esempio il fatto che i testi scritti per la radio degli anni ‘50-’70 del 1900 fossero divisi in atti sulla scia di quelli teatrali e non in puntate come le fiction audio. Altri elementi di diversità stanno poi nella resa finale, semplificata anche dal supporto di nuovi mezzi tecnici. Per “Effetto eco”, ad esempio, è stato concettualizzato un design sonoro come se fosse un progetto surround, lavorando con "oggetti sonori nello spazio" e puntando alla tridimensionalità e alla profondità della scena. L'obiettivo è quello di garantire che il realismo dell'esperienza audio sia strettamente collegato ai movimenti fisici e alle posizioni dei personaggi, simulando i loro movimenti naturali e le dinamiche vocali.