Roberto Bolle torna con OnDance: “Il tema sarà il viaggio. La danza unisce i popoli”

Torna OnDance, la Festa della Danza ideata dall’étoile Roberto Bolle che trasforma la città di Milano in un grande teatro all’aperto. Dal 4 all’8 settembre serate danzanti, incontri, workshop, openclass, l’attesissimo Ballo in Bianco in Piazza Duomo e un grande party finale . Tema di questa settima edizione sarà il viaggio, come ci ha raccontato Roberto Bolle al telefono mentre si trova a Venezia per la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Sei a Venezia e la prima domanda è un po’ d’obbligo. Nella tua carriera hai avuto tante esperienze televisive, al cinema non hai mai pensato? Il cinema mi ha sempre affascinato perché ho visto il grande danzatore Mikhail Baryshnikov protagonista di film che hanno influenzato me e altri ragazzi come Due vite e una svolta o Il sole a mezzanotte. Se ci fosse un’occasione per il grande schermo per me sarebbe sicuramente molto bello, per adesso ce ne sono state tante per il piccolo. Nelle tue giornate piene di impegni, tra lezione quotidiana, prove, spettacoli, riesci ogni tanto a trovare il tempo per vedere un film? Riesco a ritagliarmi un po’ di tempo soprattutto quando sono all’estero. Quest’anno ho visto al cinema, per esempio, Poor Things o Dune – Parte 2. Perfect Days invece l’ho visto in aereo quest’estate mentre andavo in Giappone. Mi piace molto vedere i film. Credo che l’esperienza della sala resti comunque speciale perché è un momento in cui ci si può concentrare a vedere un film senza altre distrazioni. Hai citato uno degli ultimi viaggi che hai fatto per lavoro, il viaggio sarà il tema di questa edizione di OnDance. Cosa dobbiamo aspettarci? Abbiamo voluto mettere l’accento su questo aspetto comune a tutti noi danzatori che siamo abituati a viaggiare fin da piccoli e a entrare in contatto con altre realtà. Io ho viaggiato tanto nella mia carriera e questo mi ha aiutato a formarmi anche come individuo, al di là della danza. Il viaggio per me è arricchimento, conoscenza, dialogo perché aiuta nella crescita personale. La danza è un linguaggio che non usa le parole ma il gesto e il movimento ed è interessante ed emozionante vedere come tanti ballerini riescano a ballare insieme senza parlare la stessa lingua. Sarà dunque proprio questa apertura alle altre culture a fare da filo rosso di questa nuova edizione di OnDance. Lo si vede già dalla ricchezza delle open class che ci saranno e che rappresentano tanti diversi modi di esprimersi a seconda della propria identità culturale, del proprio Paese, della propria tradizione. Una varietà di stili, che va dal tango all’hip hop, dall’afro alle danze caraibiche fino allo swing e al charleston, che è un po’ l’anima di OnDance. Fin dalla prima edizione questa Festa della Danza da te stesso ideata è stato un modo per far ballare tutti. Un segnale forte anche di inclusività… Sì assolutamente. C’è la danza classica e poi ce ne sono tante altre. Tutti possono ballare e OnDance lo dimostra perché porta in scena le tante tipologie di danza. Ciò che ci accomuna e fa sentire come una grande famiglia è la passione, il desiderio di ballare. Chi ama la danza è accogliente ed inclusivo per sua natura ed è qualcosa di molto bello e contemporaneo. Forse in questo la società dovrebbe prendere esempio dal mondo della danza. Il rapporto tra danza e viaggio sarà tema anche dei talk di OnDance, così come quello della longevità. E ti vedremo insieme ad Alessandra Ferri, che ha alle spalle più di 40 anni di sulla scena, per raccontare le vostre sorprendenti carriere. La danza aiuta a superare tanti limiti, anche quelli legati all’età? Grazie alla danza e al movimento si riesce a ritrovare un benessere psicofisico. Noi danzatori lo sperimentiamo sui nostri corpi e la scienza negli ultimi anni ha anche dimostrato quella che era fino a quel momento una nostra percezione. Ci saranno dei medici che parleranno di questo dal punto di vista scientifico. Con Alessandra c’è un legame speciale che portiamo avanti ormai da tantissimi anni. Ed è stato molto emozionante esser tornati ora sulla scena insieme a Tokyo. Appuntamento chiave anche di questa edizione sarà il Ballo in Bianco, la più grande lezione al mondo che raccoglierà in Piazza Duomo a Milano oltre duemila allievi delle scuole di danza di tutta Italia. Cosa rappresenta per te questa sbarra di gruppo? Il Ballo in Bianco a me dà una grandissima energia ed entusiasmo, è qualcosa di molto potente. E quando finisce la lezione ci vuole un po’ di tempo anche per processare e metabolizzare quello che è successo. L’esperienza di essere alla sbarra con tanti ragazzi che arrivano dalle varie regioni del nostro Paese per questo rito collettivo che di solito ognuno di noi fa nella quotidianità è qualcosa di unico. È un modo per celebrare la danza, per dichiarare il nostro amore. Un momento forte e potente.