Scuola, caos docenti: idonei ma ancora precari, le cattedre ai "vincitori del PNRR"

Mancano pochi giorni all’inizio dell’anno scolastico, eppure sul fronte del personale ci sono ancora tanti interrogativi e domande in attesa di risposta. Una di queste è il perché il Ministero dell’Istruzione abbia scelto di “limitare il contingente a 45mila assunzioni, rispetto agli oltre 64mila posti liberi e vacanti”, secondo quanto denuncia la Flc Cgil, in una nota. Una scelta, si legge nel testo, che sta “producendo un prevedibile effetto escludente per le decine di migliaia di docenti che hanno superato tutte le prove di precedenti concorsi, in particolare gli idonei del 2020 che sono legittimamente in attesa di un contratto a tempo indeterminato. Dopo aver respinto senza possibilità di appello la nostra richiesta di rettifica del contingente autorizzato per le immissioni in ruolo 2024/2025, comprendendo tutti i posti vacanti e disponibili, il ministro si appresta a bandire nuove procedure concorsuali prolungando ulteriormente i tempi di attesa di coloro che sono inseriti nelle graduatorie permanenti 2020 e chiudendo di fatto le porte a chi, pur avendo sostenuto con esito positivo il concorso 2023, non rientra tra i vincitori”. Proviamo a fare chiarezza. Il concorso bandito nel 2020 Nel 2020 il Ministero ha bandito un concorso per la scuola secondaria di I e II grado, destinato alla copertura di circa 33mila posti complessivi. Le domande inoltrate al 31 luglio erano sono state numerosissime: oltre 430mila. A causa del covid, però, i candidati hanno potuto sostenere le prove per le varie classi di concorso – prima uno scritto e poi, in caso di superamento l’orale – solo due anni dopo. Nel 2022 sono stati numerosissimi i bocciati allo scritto, ritenuto da molti eccessivamente nozionistico. Ma il vero problema, per altri, sono stati gli errori presenti in diverse domande. Non pochi candidati hanno fatto ricorso al Tar del Lazio entro 60 giorni dalla loro prova scritta e alcuni di loro sono stati ammessi. Per gli altri la tanto attesa abilitazione e la possibilità di ottenere un posto a scuola sembravano perdute. Almeno fino a quando il Ministero non ha deciso di rivedere alcune delle risposte segnalate dai vari utenti sul contatto e-mail creato con questa finalità. Il risultato? Il Ministero, in autotutela, ha rettificato i punteggi. Una decisione sicuramente apprezzabile, ma il vero problema sono le tempistiche con cui è stata presa. Il riconoscimento dell’errore, per alcune classi di concorso, è arrivato a distanza di così tanto tempo che alcuni candidati, solo dopo aver sostenuto la prova orale e averla passata, hanno ricevuto un decreto di esclusione, scoprendo, così, di essere stati bocciati allo scritto in seguito al riconteggio. Inevitabilmente, questi rallentamenti hanno avuto conseguenze anche sulla pubblicazione delle graduatorie, che di fatto assegnano le cattedre, come è accaduto per A13 in Campania, per l’insegnamento del latino e del greco al liceo classico. Nel 2022 i posti messi a bando erano nove. In caso di rinuncia, si sarebbe scorto l’elenco attingendo a coloro che sono definiti “idonei”, ovvero quanti, pur non avendo vinto la cattedra, hanno superato il concorso. “Hanno attinto alla nostra graduatoria solo nel 2023 – spiega a Sky tg24 un docente, risultato idoneo al concorso bandito nel 2020 per la classe A13 – In Campania sono arrivati alla decima posizione, alla luce di quattro rinunce, ma hanno assunto solo sei persone perché lo scorso anno il numero di cattedre disponibili era inferiore alle 9 del 2022. Il Ministero ha, però, dimenticato che c’erano altre tre posizioni. Ci considerano idonei, ma tre cattedre del nostro concorso non sono state ancora assegnate”, spiega il docente, prossimo in graduatoria a dover ricevere la tanto attesa chiamata. Il bando del PNRR Cattedre che rischiano di passare in secondo piano perché, nel frattempo, è sTato bandito ed è in fase di svolgimento un nuovo concorso, legato al PNRR. Il piano di assunzioni prevede entro il 2026 il reclutamento di 70mila docenti. “La priorità imposta dal Pnrr resta conseguire il target delle 70mila assunzioni con le nuove modalità introdotte dal piano medesimo, seppur in virtù della nuova programmazione che abbiamo concordato con la Commissione Europea, e cioè attraverso più procedure concorsuali e un maggior lasso di tempo, fino al giugno 2026, con tre diversi target: 20mila docenti entro dicembre 2024, poi 20mila entro settembre 2025 e 30mila entro giugno 2026”, aveva spiegato il ministro Valditara a luglio 2024, durante un question time alla Camera. Il primo dei due concorsi legati al PNRR è stato già svolto, suddiviso in un bando rivolto alla scuola secondaria e in uno destinato all’infanzia e alla primaria, con i relativi posti di sostegno , per un totale di oltre 44.600 posti da suddividere per classi di concorso. Il secondo sarà bandito in autunno. “Ho preso parte anche a questo – spiega il docente a Sky tg24 – Rispetto al precedente, il cui scritto riguardava le singole materie, stavolta l’argomento era la pedagogia. Oltre l’80% di noi ha superato la prova, contrariamente a quanto accaduto due anni fa. Nel 2022, in Campania, solo il 6% aveva superato il concorso destinato a lettere nelle scuole medie. Per evitare, come accaduto, di avere meno vincitori rispetto ai posti disponibili, hanno deciso di elaborare una prova scritta più facile. Le graduatorie di questo concorso prevedono soltanto l’inserimento dei vincitori, non esisteranno gli idonei. Ma il vero problema è che assumeranno prima i vincitori del Pnrr e poi, se dovessero avanzare dei posti, attingeranno agli idonei del 2020. È nell’interesse del Ministero rispettare gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per ottenere i fondi. La legge ora prevede che, in caso di ritardi nella pubblicazione delle graduatorie, si potrà attendere fino al 31 dicembre - e non più fino al 31 di agosto come accaduto per il concorso precedente - se nel frattempo le graduatorie saranno pubblicate entro il 10 dicembre. Nell’attesa, le cattedre saranno assegnate a supplenti”. Da non sottovalutare anche l’impatto sui ragazzi e il rischio di interrompere la continuità didattica. “Quest’anno le cattedre in Campania di latino e greco sono sette – chiarisce il docente – L’ordine di assegnazione, a mio parere, avrebbe dovuto essere differente: tre posti dalla graduatoria del concorso bandito nel 2020, tre dal Pnrr e poi un ultimo posto destinato agli idonei. Il Ministero ha deciso, invece, di accantonare tre cattedre per dicembre e poi di procedere con quattro scorrimenti dalla graduatoria pubblicata due anni fa. Non sappiamo in che modo avverrà tutto ciò, se si potranno scegliere tutte le sedi disponibili o se il Ministero deciderà quali destinare ai vincitori del PNRR, anche a discapito di coloro che, utilmente collocati per i posti non ancora assegnati dal concorso 2020, avrebbero potuto scegliere per primi e ambire, così, a sedi più appetibili”. La beffa dei docenti idonei Ciò che contestano in molti, dunque, è che il Ministero consideri idonei e non vincitori anche coloro che, per defezione di altri candidati, sarebbero i prossimi a dover ottenere l’assegnazione di una cattedra. La beffa è che in alcuni casi c’è chi, tra loro, ha trascorso gli ultimi mesi in attesa, facendo da pendolare tra una regione e l’altra per le supplenze e ricevendo lo stipendio anche a distanza di mesi, attingendo ai propri risparmi per pagare abbonamenti a treni e pullman.

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