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Bce, nuovo taglio dei tassi di 25 punti base. Lagarde: "Crescita più debole del previsto"

Economia
©Ansa

La Banca centrale europea ha annunciato il terzo taglio da giugno, che potrebbe essere seguito da un’altra sforbiciata equivalente a dicembre. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali scende al 3,40% e quello sui prestiti marginali al 3,65%. "Il processo disinflazionistico è ben avviato", spiega l'Eurotower, e prospettive di inflazione sono "influenzate dalle recenti sorprese al ribasso degli indicatori dell'attività economia"

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La Banca centrale europea taglia per la terza volta i tassi d'interesse di 25 punti base. Il tasso sui depositi scende al 3,25%, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 3,40% e quello sui prestiti marginali al 3,65%, con effetto dal 23 ottobre 2024. Secondo gli analisti a dicembre potrebbe poi arrivare un altro taglio di 25 punti base, che insieme a quello di oggi porterebbe il tasso sui depositi al 3%.

Lagarde: "L'area euro non va verso una recessione"

Le ultime informazioni per l'area euro, ha detto la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, sottolineando la disoccupazione ai minimi storici, "indicano un'attività economica in qualche modo più debole del previsto" con "rischi orientati al ribasso", ma "ci aspettiamo che l'economia si rafforzi nel tempo grazie alla ripresa dei redditi che permetterebbe alle famiglie di consumare di più". In ogni caso "l'area euro non va verso una recessione e siamo diretti verso un atterraggio morbido". Poi Lagarde si è soffermata su alcuni rischi per lo scenario di crescita: un ulteriore inasprimento delle barriere commerciali costituirebbe "un rischio al ribasso" per le prospettive di crescita. La Bce inoltre monitora attentamente gli sviluppi nei due teatri di guerra, in Medio Oriente e Ucraina, i prezzi petroliferi e le misure di stimolo allo studio per l'economia cinese. L'istituto continuerà "a seguire un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. E la decisione presa oggi è proprio uno di questi casi", ha aggiunto, ribadendo l'atteggiamento tenuto finora anziché - come qualcuno attendeva - introducendo una 'forward guidance' con cui le banche centrali orientano in un senso o nell'altro le aspettative sulle decisioni future.

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"Inflazione in aumento nei prossimi mesi, in calo nel 2025"

In particolare, scrive la Bce nel comunicato ufficiale, "la decisione di ridurre il tasso sui depositi presso la banca centrale, tasso mediante il quale il Consiglio direttivo orienta la politica monetaria, scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria. Le ultime informazioni sull’inflazione indicano che il processo disinflazionistico è ben avviato. Le prospettive di inflazione sono inoltre influenzate dalle recenti sorprese al ribasso degli indicatori dell’attività economia. Nel contempo, le condizioni di finanziamento rimangono restrittive". "Ci si attende che l’inflazione aumenti nei prossimi mesi, per poi diminuire e raggiungere l’obiettivo nel corso del prossimo anno - prosegue la nota - L’inflazione interna resta elevata, in quanto i salari continuano a crescere a un ritmo sostenuto. Al tempo stesso, le pressioni sul costo del lavoro dovrebbero seguitare ad attenuarsi gradualmente, in un contesto in cui i profitti ne mitigano parzialmente l’impatto sull’inflazione".

"Tassi su livelli restrittivi finché necessario"

"Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine - spiega ancora l'Eurotower - Manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine. Per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi".

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