Il “disagio abitativo” in Italia ed Europa: una crisi da affrontare

Negli ultimi anni, il problema dell'accessibilità abitativa ha acquisito una rilevanza crescente, non solo in Italia, ma in tutta Europa. Con accessibilità abitativa si intende la possibilità per le persone di trovare un alloggio a prezzi sostenibili, senza che il costo della casa incida in modo sproporzionato sul reddito disponibile. Questo concetto riguarda sia l’acquisto che l’affitto, e include la capacità di accedere a un’abitazione dignitosa, sicura e in condizioni adeguate. I dati, però, mostrano come sempre più persone fatichino a trovare una casa a prezzi sostenibili. Secondo Eurostat, in Italia sono 5,2 milioni le persone che spendono più del 40% del proprio reddito per l'abitazione, una percentuale che sale al 25% se si considerano i nuclei in difficoltà. Percentuale molto più alta rispetto ad altri Paesi europei di riferimento come, ad esempio, Francia ed Austria, dove questa percentuale è, rispettivamente, del 18% e del 15%. L'emergenza abitativa: Milano come emblema di un problema europeo Milano rappresenta un caso emblematico della crisi abitativa in Italia. Da hub industriale a capitale del design e della finanza, la città ha vissuto un'incredibile trasformazione urbana negli ultimi due decenni. Quartieri come Isola e Porta Nuova, oggi sinonimi di lusso e modernità, un tempo erano aree residenziali accessibili. La gentrificazione, incentivata da eventi come l'Expo 2015, ha contribuito alla crescita dei costi, con il prezzo degli affitti che supera ormai i 20 euro al metro quadro, rendendo la città inaccessibile a molti. Milano non è sola. Le difficoltà abitative colpiscono anche altre metropoli globali come Londra, Parigi e Berlino. In ognuna di queste il costo dell'abitare è aumentato esponenzialmente, alimentato dalla crescente domanda di abitazioni in quartieri riqualificati e dalle speculazioni immobiliari. Parigi ha visto una crescita vertiginosa dei prezzi delle case, mentre Berlino ha tentato di arginare il fenomeno, riuscendoci in parte, con tetti agli affitti. Le cause del disagio abitativo: finanziarizzazione e mancanza di offerta Le cause di questa situazione sono molteplici. La crescente attrattività internazionale delle grandi città ha attirato investimenti immobiliari, portando ad una progressiva “finanziarizzazione” del mercato abitativo: nel senso che le case sono diventate più un asset finanziario piuttosto che un bene sociale. Inoltre, la scarsità di nuovi alloggi accessibili è un altro fattore critico. La domanda di abitazioni non ha trovato un'offerta sufficiente, con politiche urbane spesso più orientate alla creazione di valore per gli investitori che al soddisfacimento dei bisogni dei cittadini. A Milano, la riqualificazione urbana – pur positiva sotto molti aspetti – ha comportato un inevitabile aumento dei costi abitativi in aree un tempo popolari. A ciò si aggiunge la mancanza di regolamentazioni adeguate sugli affitti brevi, con molti appartamenti sottratti al mercato residenziale per essere destinati a piattaforme on line come Airbnb, una tendenza che ha ulteriormente peggiorato la disponibilità di case per chi vive stabilmente in città. Le proposte per affrontare la crisi: guardare alle “buone pratiche” europee Per affrontare il problema abitativo è necessario uno sforzo congiunto e il coraggio politico di adottare misure strutturali. Un esempio virtuoso è Vienna, che ha investito significativamente nel social housing, garantendo abitazioni a prezzi calmierati a una larga fetta della popolazione. Milano potrebbe trarre ispirazione da questo modello, incentivando la costruzione di nuovi alloggi sociali, aumentando così l'offerta per le fasce di reddito medio-basso. Un'altra proposta è quella di introdurre regolamentazioni più stringenti sugli affitti brevi, sul modello di Berlino, per garantire che una parte significativa del patrimonio abitativo resti a disposizione dei residenti. Inoltre, tassare gli immobili vuoti o quelli acquistati a fini speculativi potrebbe aiutare a riportare sul mercato abitazioni inutilizzate, incentivando nel contempo il recupero di spazi urbani per trasformarli in alloggi a prezzi accessibili. Infine, potrebbe essere il caso di guardare con attenzione al buon esempio delle cooperative abitative. In Italia, il rapporto di Legacoop Abitanti mostra come le cooperative possano contribuire a mantenere bassi i costi delle abitazioni e garantire una gestione sostenibile del patrimonio immobiliare. Con canoni di locazione inferiori ai valori di mercato, anche le cooperative possono rappresentare una soluzione efficace per arginare la crisi. La questione europea: un commissario per l'housing Nel frattempo, in questi giorni, per la prima volta, la plenaria del Parlamento Europeo ha discusso della questione abitativa, dopo che a settembre la Presidente Von Der Leyen ha nominato come primo commissario europeo dedicato al tema l’ex ministro per il clima e l'energia della Danimarca Dan Jorgensen. Tutto ciò rappresenta un passo importante verso una strategia europea comune per affrontare un problema che è transnazionale. La crisi abitativa, infatti, non conosce confini e richiede soluzioni condivise, che possano garantire a tutti i cittadini europei il diritto ad un'abitazione dignitosa. Ripensare lo sviluppo urbano per un'abitabilità inclusiva La crisi abitativa in Italia e in Europa è un problema complesso, ma non irrisolvibile. Guardando alle esperienze di altre città e adottando misure coraggiose, è possibile ripensare lo sviluppo urbano per garantire abitazioni accessibili a tutti. Anche Milano, come altre grandi città, ha l'opportunità di trasformarsi, mantenendo il proprio dinamismo, ma senza perdere l'inclusività che la rende una città viva e vibrante. Perché la casa non dovrebbe essere un lusso, ma un diritto fondamentale.

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