Bonus edilizi verso la riforma, tagli alle aliquote e stop alle detrazioni: cosa sappiamo
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Novità in vista per il sistema di agevolazioni per ristrutturare casa: "Misure agevolative automatiche, senza una preventiva autorizzazione, non sono più compatibili col nuovo quadro di finanza pubblica a seguito delle nuove regole di governance europea", ha detto il direttore del dipartimento Finanze del Mef, Giovanni Spalletta. All'orizzonte c'è "la trasformazione dei crediti d'imposta in contributi diretti di spesa"
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BONUS EDILIZI VERSO LA RIFORMA
- Il sistema dei bonus edilizi adesso in vigore si appresta a cambiare. Il governo va verso una riforma: "Misure agevolative automatiche, senza una preventiva autorizzazione, non sono più compatibili col nuovo quadro di finanza pubblica a seguito delle nuove regole di governance europea", ha detto il direttore del dipartimento Finanze del Mef, Giovanni Spalletta, in una recente audizione alla commissione finanze del Senato
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- In futuro gli obiettivi di efficientamento energetico e il miglioramento del rischio sismico – alla base dei bonus edilizi - dovranno "tenere conto degli obiettivi di sostenibilità finanziaria nel medio-lungo periodo e della riduzione del debito pubblico sia nelle fasi congiunturali sia in ottica strutturale", ha aggiunto Spalletta
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- Si pensa quindi a "una complessiva razionalizzazione delle norme in materia di agevolazioni edilizie" e a una loro "ridefinizione". In questo ambito, ha detto Spalletta, "gli incentivi fiscali devono essere congegnati evitando aliquote eccessivamente generose e prevedendo limitazioni più stringenti sui massimali di spesa, per ridurre comportamenti opportunistici ed effetti dirompenti"
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- Il direttore del dipartimento Finanze del Mef precisa poi che "la trasformazione dei crediti d'imposta in contributi diretti di spesa soggetti a procedure preventive di autorizzazione per accedere ai benefici è oggi raccomandabile per raggiungere il duplice obiettivo del monitoraggio della spesa e di acquisire tempestivamente dati sugli andamenti delle misure e quindi dell'impatto sulla finanza pubblica"
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- Ricapitolando: un’ipotesi è quindi che il meccanismo delle detrazioni si trasformi in quello dei contributi a fondo perduto, con bonus dal valore più basso sia in riferimento alla spesa consentita che allo sconto concesso. Per quanto riguarda le tempistiche, l’obiettivo è conformare la normativa alle nuove direttive entro la fine dell’anno, con particolare attenzione alle agevolazioni edilizie in scadenza il 31 dicembre 2024
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- La linea è di fatto già tracciata: Confedilizia ha stilato una tabella riassuntiva che mostra come le principali agevolazioni edilizie cambieranno tra il 2024 e il 2025. Guardando ad esempio al classico bonus casa per le ristrutturazioni con aliquota al 50% su una spesa massima di 96mila euro, senza un intervento in senso contrario del governo dal prossimo anno si tornerebbe a un’aliquota del 36% su una spesa di 48mila euro
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- Lo stesso destino attende Ecobonus e Sismabonus. Il primo per il 2024 ha ancora aliquota variabile dal 50% al 75% con massimali diversi a seconda dello specifico intervento, il secondo ha aliquota dal 50% all’85% e massimale di spesa di 96mila euro per unità immobiliare. Entrambi nel 2025 scenderanno al 36% su un massimo di 48 mila euro
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- Anche il tanto contestato Superbonus continuerà verso il décalage imboccato negli ultimi anni. Nel 2025 sarà disponibile solo per alcuni cittadini - come chi abita in un condominio e chi è proprietario di edifici da 2 a 4 unità immobiliari - con aliquota che dal 70% passa al 65% e massimali differenti a seconda dell'intervento
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- A meno che non si decida di prorogarli all'ultimo, nel 2025 non torneranno più né il bonus mobili (agevolazione al 50% su una spesa massima di 5mila euro) né il bonus verde (al 36% su un massimo di 5mila euro)