Con l’aumento dei tassi la quota mensile potrebbe essere salita troppo, tanto da rendere difficile riuscire a saldarla. In questo casi il primo passo sarebbe attivarsi subito per provare a rinegoziare con la banca
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- Chi ha un mutuo a tasso variabile ha già sperimentato un cospicuo rialzo della quota mensile causato dall’inflazione e dalla conseguente decisione della Bce di alzare i tassi. Da un’indagine di Facile.it quasi 200mila famiglie italiane con un mutuo a tasso variabile non sono riuscite a rimborsare una o più rate nell’ultimo anno
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- Sempre dall’indagine commissionata dal portale per le comparazioni prezzi a mUp Research e Norstat, da gennaio 2022 ad oggi le rate sono cresciute fino al 65%, con un aggravio complessivo di oltre 3.100 euro. Tra chi ha un mutuo a tasso variabile, quasi 1 su 2 ha dichiarato che potrebbe avere seri problemi con i pagamenti se le rate rimarranno a lungo su questi livelli
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- Secondo l’analisi di Facile.it “più di 90mila famiglie di sicuro non riuscirebbero a rimborsare le rate”. Questi finirebbero quindi subito tra i cattivi pagatori. In questi casi, Anna Vizzari di Altroconsumo ha spiegato al Sole 24 Ore che la banca potrebbe applicare “degli interessi moratori e delle spese aggiuntive quando la rata sarà pagata”
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- Gli interessi moratori oscillano tra il 2% e il 4%, si aggiungono al tasso del mutuo e si applicano alle rate non pagate per il periodo in cui restano insolute. Vizzari chiarisce che, per la prima rata in ritardo, la banca invia una lettera al cliente in cui lo avvisa della segnalazione in un Sic (Centrale Rischi)”. Dopo 15 giorni, il nominativo viene segnalato e si diventa un cattivo pagatore. Nei casi più estremi, se si pagano 7 rate anche non consecutive in ritardo o non si pagano, la banca può avviare l’escussione dell’ipoteca sulla casa
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- Al Sole 24 Ore Vizzari ha anche suggerito un modo per evitare di arrivare a una situazione estremamente critica. Se si pensa di non poter saldare la rata, il consiglio di Altroconsumo è quello di contattare subito la banca per cercare delle strade alternative
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- Per esempio si può contrattare con l’istituto di credito il salto della rata o pensare a una rinegoziazione della durata del mutuo per rendere la rata mensile sostenibile. Secondo l’indagine di Facile.it, infatti, il 21% dei rispondenti all’indagine con un mutuo a tasso variabile ha dichiarato di aver rinegoziato le condizioni con la propria banca, mentre poco meno del 7% ha optato per una surroga
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- Sempre l’analisi riporta che il 27,9% dei mutuatari con un finanziamento variabile ha dichiarato di aver provato a rinegoziare le condizioni con la propria banca ma di non esserci riuscito, mentre quasi 1 su 4 (24,3%) ha provato a surrogare il mutuo senza successo
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- Nel caso in cui la banca non accetti la rinegoziazione, si può ricorrere alla legge sulla tutela dei consumatori. Al Sole 24 Ore l’avvocato Francesca Cocco ha spiegato che “il nuovo Codice della Crisi di impresa e dell’insolvenza, consente la rimodulazione del mutuo sull’abitazione principale davanti al Tribunale”
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- “Il consumatore che è in ritardo con il pagamento delle rate di mutuo - ha chiarito Cocco - può essere autorizzato dal Tribunale al pagamento (anche dilazionato) delle rate già scadute, in modo da riprendere il successivo pagamento delle rate a scadere, senza che la banca possa opporsi (essendoci un decreto di omologa del Tribunale)”
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- Ovviamente chi si attiva prima ha più probabilità di riuscire a trovare una soluzione, perciò se si pensa di non riuscire più a pagare le rate “il Codice della Crisi consente di evitare di andare in mora con la banca e di proporre agli altri creditori un piano di risanamento, mettendo al riparo per tempo l’abitazione principale”