E' quanto scrive l'agenzia di rating in una nota. "Accolgo con molta soddisfazione la pronuncia di questa sera. E' una conferma che, seppure tra tante difficoltà stiamo operando bene per il futuro dell'Italia", commenta il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti
L'agenzia Moody's conferma il rating dell'Italia 'Baa3' e alza l'outlook a 'stabile' da 'negativo'. E' quanto si legge in una nota dell'agenzia. La decisione, spiega l'agenzia di classificazione, "riflette una stabilizzazione delle prospettive per la forza economica del Paese, la salute del settore bancario e le dinamiche del debito pubblico. Le prospettive economiche cicliche di medio termine continuano a essere sostenute dall'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza dell'Italia e i rischi per le forniture energetiche sono diminuiti, in parte grazie alla forte azione politica del governo. Anche i miglioramenti nel settore bancario, che secondo Moody's dovrebbero essere sostenuti, favoriscono la crescita economica ciclica. A sua volta, una crescita positiva sostenuta del Pil nei prossimi anni riduce il rischio di un deterioramento sostanziale e rapido della solidità fiscale".
Giorgetti soddisfatto
"Accolgo con molta soddisfazione la pronuncia di questa sera. E' una conferma che, seppure tra tante difficoltà stiamo operando bene per il futuro dell'Italia". Così il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti commenta la pronuncia di Moody's. "Quindi, alla luce del giudizio espresso da Moodys e delle altre agenzie di rating, ci auguriamo che le prudenti, responsabili e serie politiche di bilancio del governo, pur nelle legittime critiche di un sistema democratico, siano confermate anche dal Parlamento".
Deficit e debito
"I livelli di debito dell'Italia resteranno elevati. Ridurre il deficit nei prossimi anni sarà essenziale per la futura traiettoria del debito dato il differenziale fra le crescita nominale e i tassi di interesse tornerà negativo nel 2025, richiedendo all'Italia un surplus primario per stabilizzare il debito". Lo afferma Moody's nella sua nota di giudizio sull'Italia.
"Nonostante la persistenza di disavanzi relativamente ampi, anche se in graduale riduzione, le prospettive di crescita ciclica nei prossimi anni riducono il rischio di un rapido e sostanziale deterioramento della forza fiscale dell’Italia", scrive l'agenzia di rating che ritiene come "il debito pubblico diminuirà nel 2023 a causa della crescita nominale ancora forte e della riduzione del deficit". L’agenzia di rating prevede che il rapporto debito/PIL sarà pari al 140,3% nel 2023, in calo rispetto al 141,7% nel 2022 ma circa 6 punti percentuali in più rispetto a prima della pandemia. "Il debito rimarrà sostanzialmente stabile intorno a questo livello fino alla fine di questo decennio" continua l'agenzia.
L'agenzia di rating spiega di non includere nelle sue previsioni gli introiti derivanti dalle privatizzazioni, che rappresentano quindi una fonte di potenziale, anche se limitata, sovraperformance rispetto allo scenario di base.
Moody's ricorda che il costo del finanziamento del debito pubblico italiano "è aumentato notevolmente" e "l’elevato fabbisogno di finanziamento annuale fa sì che il costo più elevato del debito si trasmetta in tempi relativamente brevi". Moody's prevede che i costi per interessi assorbiranno l'8,1% delle entrate nel 2023, rispetto all'8,9% nel 2022 a causa dei minori pagamenti sul debito legato all'inflazione, per poi aumentare fino a raggiungere il 9,7% entro il 2027, tornando sostanzialmente ai livelli del 2013.
Il Pnrr
"Moody's vede il Pnrr come l'opportunità che capita una volta in una generazione per rafforzare la crescita e attuare riforme specifiche. Per l'Italia i rischi di credito - scrive l'agenzia di rating - associati con una inefficiente esecuzione delle politiche macroeconomiche sono significativi perché è il paese Ue più a rischio che il differenziale tassi di interesse-crescita metta in moto una dinamica avversa del debito". "Avevamo anticipato alcune difficoltà nell'attuazione del Pnrr - aggiunge Moody's -. Comunque i ritardi nello sborsare la terza rata dei fondi Ue e le significative revisioni proposte, rivelano debolezze maggiori" di quanto Moody's aveva previsto.