Superbonus, quante tasse paga sulla plusvalenza chi vende la casa ristrutturata?
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Ansa e Ipa
A partire da gennaio 2024 cambia la normativa in merito alla plusvalenza delle vendite degli immobili recentemente ristrutturati con il contributo edilizio: questo significa che chi decide di vendere deve considerare il valore sul quale si applicherà il 26% di tasse e il periodo intercorso tra i lavori e la cessione. Le uniche eccezioni riguarderanno gli immobili ereditati e quelli adibiti ad abitazione principale del cedente o dei suoi familiari
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- Attenzione a gennaio 2024 per chi vende l’appartamento o la casa ristrutturata con il Superbonus da non più di 10 anni: a partire da quella data scatterà il 26% di tasse su tutto il guadagno realizzato
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- Le tasse, infatti, saranno calcolate sull’intera plusvalenza e non solo quella "scontata" del costo dei lavori del Superbonus, come previsto dalla normativa attualmente in vigore
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- Le uniche eccezioni alla nuova disciplina prevista dalla Manovra riguardano gli immobili ereditati e quelli adibiti ad abitazione principale del cedente o dei suoi familiari
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- Una simulazione della Fondazione nazionale commercialisti per Corriere della Sera immagina che una persona abbia acquistato casa nel 2000 ad un prezzo di 200mila euro, non sia diventata abitazione principale del richiedente e abbia subìto nel 2021 lavori per il Superbonus per un valore di 50mila euro. Se viene rivenduta nel 2024 a un prezzo di 400mila euro ai sensi della normativa attuale la vendita non sarebbe tassabile, perché sono intercorsi più di 5 anni tra l’acquisto e la cessione dell’appartamento
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- La Manovra 2024 porta la vendita a essere tassabile, poiché sono passati meno di dieci anni tra i lavori del Superbonus e la data di cessione dell’appartamento. La plusvalenza realizzata è di 150 mila euro ma quella tassabile è di 88.200 euro, poiché va sottratto il costo di acquisto rivalutato in base all’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Le tasse da versare in più sono 22.932 euro
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- Altro caso è quello di una casa acquistata nel 2000, su cui sono stati realizzati nel 2021 interventi edilizi agevolati con il Superbonus al 110% per un costo di 50 mila euro ed è stato poi venduto nel 2027 per 400 mila euro. Anche in questo caso ai sensi della normativa vigente la vendita non sarebbe tassabile
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- Anche in questo caso la manovra porta alla tassabilità della vendita: come nel caso precedente la plusvalenza realizzata è di 150 mila euro, quella tassabile di 63.200 euro. Infatti, per determinare questa cifra si sottrae al prezzo di vendita il costo di acquisto rivalutato e il 50% delle spese per il Superbonus
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- Come spiega la Fondazione nazionale commercialisti, “le spese per gli interventi edilizi agevolati con il Superbonus al 110% sono scomputabili al 50% dal prezzo di vendita in quanto si è fruito dello sconto in fattura (o della cessione del credito) e gli interventi si sono conclusi da più di cinque anni all’atto della cessione”. L’imposta dovuta su questa plusvalenza risulta essere pari a 16.432 euro
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- Altro caso mostrato dalla Fondazione nazionale commercialisti è quello di un appartamento acquistato nel 2020 a un prezzo di 200mila euro, non adibito ad abitazione principale dal cedente, sul quale sono stati realizzati nel 2021 lavori con il Superbonus al 110% per un costo di 50 mila euro. Se l’appartamento viene venduto nel 2024 a un prezzo di 400 mila euro, ai sensi delle norme in vigore fino a fine 2023 la vendita sarebbe stata tassabile, scontando però le spese del Superbonus
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- Con la Manovra 2024 questo non è più possibile. Infatti, la plusvalenza da tassare risulta essere di 200 mila euro, anziché 150 mila. Le spese per i lavori del Superbonus, infatti, non si potranno scomputare dal prezzo di vendita poiché i lavori sono terminati da meno di cinque anni all’atto della cessione. Perciò si pagheranno 52 mila euro di tasse, 13 mila euro in più rispetto alla situazione attuale