Case green, ipotesi norme europee più flessibili. Cosa sappiamo
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La stretta sull'efficientamento energetico degli edifici sembra avviarsi verso una direzione più consona ai desideri dei governi nazionali, preoccupati per i ritmi e le richieste di Bruxelles su questa materia. Si prevede un accordo verso dicembre
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- L'Ue tende una mano al settore edilizio e al governo italiano, impegnati da mesi in una battaglia per scongiurare ristrutturazioni a tappeto e fissare target e tappe "realistici". Dopo un round di colloqui a Bruxelles durato quasi dieci ore, le trattative sembrano concedere ai Ventisette ampio margine per l'applicazione della direttiva sulle case green
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- La stretta sull'efficientamento energetico degli edifici, una delle proposte simbolo del Green Deal Ue, sembra dunque avviarsi verso una direzione più consona ai desideri dei governi nazionali, per arrivare a un accordo finale atteso entro dicembre
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- Un passo "sulla giusta strada" per l'intera maggioranza di governo italiana che, per bocca della leghista Isabella Tovaglieri, relatrice ombra sul testo al Parlamento europeo, rappresenta la vittoria del "buonsenso" a detrimento dell’ "ambientalismo ideologico"
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- La maratona negoziale ospitata nella sede del Parlamento europeo si è conclusa a notte fonda fra il 13 e il 14 ottobre. Secondo quanto riferito da più fonti, si è andati nella direzione di "un accordo di massima" in merito a queste materie: le modalità della riduzione dei consumi degli edifici esistenti, gli interventi da compiere su quelli con la performance energetica peggiore e la definizione delle classi energetiche
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- Tutti elementi cruciali della direttiva nata sotto l'egida dell'ex vicepresidente Ue Frans Timmermans che nel corso dei mesi si sono trasformati da punti tecnici a nodi politici
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- A partire dagli standard minimi di prestazione energetica per l'edilizia residenziale: la Commissione e il Parlamento propongono la stessa ricetta sugli edifici esistenti, con la ridefinizione delle classi di consumo energetico da G ad A e tappe obbligate per aumentare gli standard minimi negli anni
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- Entrambe le istituzioni chiedono anche che la classe sia determinata sulla singola unità immobiliare, mentre gli Stati puntano a considerare l'intero parco immobiliare, definendo traiettorie nazionali di riduzione dei consumi
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- L'armonizzazione delle certificazioni energetiche a livello Ue è stata poi rimossa, dando ai Ventisette carta bianca. Il negoziato, ragionano fonti vicine al dossier, si muove dunque all'insegna della "flessibilità" richiesta dalle capitali. E tutte le parti puntano a trovare l'intesa entro dicembre
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- Le notizie in arrivo da Bruxelles, nella visione di Confedilizia, sono "molto confortanti", con l'eliminazione "delle norme che imponevano l'obbligo di effettuare gli interventi sugli immobili" che rappresenta una "vittoria". E la soddisfazione si estende anche alle forze di maggioranza del governo
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- Ora restano da definire questioni come il meccanismo dei 'mutui green' e gli obblighi relativi sui pannelli solari sugli edifici. E dall'intesa finale potrebbe passare anche il destino del piano per spingere l'uso delle pompe di calore e dell'iniziativa per lo stop alle vendite delle caldaie a gas. Anche in questo caso Bruxelles sembra orientata a concedere deroghe ai Ventisette