Agenzia delle Entrate, a chi segnalare gli avvisi bonari fallaci e come mettersi in regola
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L’ente di riscossione sta inviando a migliaia di contribuenti in partita Iva gli avvisi sulla difformità tra gli scontrini emessi e i dati emersi dalle comunicazioni Pos nel 2022. Arrivano però segnalazioni di errori nelle comunicazioni a partire dalla duplicazione delle transazioni incorrette. Ecco come avvisare il Fisco e sanare la propria posizione
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- L'Agenzia delle Entrate sta spedendo migliaia di avvisi bonari ai contribuenti dove emergono difformità tra gli scontrini emessi e i dati emergenti dalle comunicazioni Pos. Ma crescono le segnalazioni sulle comunicazioni errate
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- Come ribadito dal messaggio 352652/2023 la campagna dell'ente di riscossione invita i contribuenti titolari di partita Iva a regolarizzare la propria posizione nel caso in cui il dispositivo per i pagamenti elettronici abbia registrato maggiori entrate rispetto agli scontrini emessi nel corso del 2022
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- Diversi contribuenti hanno però segnalato errori negli avvisi bonari ricevuti dall'Agenzia delle Entrate. Pertanto onde evitare di versare più importi del dovuto il titolare della partita Iva è tenuto a verificare i pagamenti elettronici ricevuti mensilmente ma che non risultano negli scontrini
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- All'origine degli errori nell'invio di alcuni avvisi bonari ci sarebbe una falla nel sistema di incrocio dei dati che genera la lista delle operazioni finite sotto la lente di ingrandimento del Fisco. La medesima transazione irregolare sarebbe riportata in più mensilità moltiplicando gli importi dovuti
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- Una volta ricevuto l'avviso bonario errato il contribuente può chiedere chiarimenti direttamente all'Agenzia delle Entrate. In alternativa può giustificare lo scostamento riportando elementi, fatti o circostanze che dimostrano l'assenza dell'irregolarità riscontrata dall'ente
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- Nel caso l'avviso bonario sia corretto il contribuente ha a disposizione più strumenti per mettersi in regola a partire dalla sanatoria degli scontrini. Prevista dal decreto legge 131 del 2023, la misura riguarda le irregolarità commesse fino al prossimo 31 ottobre
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- La nuova sanatoria apre alla possibilità di riparare alle irregolarità compiuti per gli scontrini non emessi. Tra le sanzioni che si possono evitare aderendo alla sanatoria fiscale rientra la sospensione della licenza dell'attività stessa
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- In alternativa il contribuente può regolarizzare la propria posizione con il Fisco tramite il ravvedimento operoso. Previsto dal decreto legislativo 472 del 1997, il ravvedimento sconta la sanzione calcolata sulla distanza temporale da quando è stata commessa l'irregolarità: prima si sana la posizone e meno si paga
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- L’Agenzia delle Entrate giustifica il disguido sulla difformità temporale dei dati Pos inviati dagli operatori finanziari dopo l’invio delle lettere di compliance. "L’Agenzia si è immediatamente attivata con gli stessi operatori per individuare nel dettaglio gli errori da loro commessi e nei prossimi giorni invierà ai contribuenti coinvolti una comunicazione di annullamento delle lettere di compliance che riportano dati sbagliati"