Ipotesi flat tax al 21% e al 15% per negozi e uffici con cedolare secca: tutte le novità
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L'esecutivo starebbe studiando come allargare il meccanismo anche agli immobili commerciali. Così, le persone fisiche che sono proprietarie di uffici o negozi e li danno in affitto a professionisti, artigiani e commercianti pagherebbero il 21%, invece della normale aliquota Irpef (che può arrivare al 43%). La percentuale potrebbe scendere al 15% per le proprietà che si trovano in comuni sotto i 5mila abitanti
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- L'obiettivo a lungo termine del governo Meloni è arrivare alla flat tax, una tassa piatta con la stessa aliquota per tutti. Ma un'altra possibilità, secondo indiscrezioni riportate dal Messaggero, sarebbe quella di inserire già quest'anno una prima forma di questo sistema e cioè una cedolare secca per i proprietari di negozi e uffici in affitto
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- Il sistema in realtà non è nuovo. La cedolare secca esiste già per i proprietari di abitazioni: non si viene tassati in base al proprio scaglione Irpef, ma con una percentuale fissa del 21% (o del 19% se il contratto è a canone concordato)
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- L’ipotesi adesso sarebbe di allargarla anche agli immobili commerciali. Così, le persone fisiche che sono proprietarie di uffici o negozi e li danno in affitto a professionisti, artigiani e commercianti pagherebbero il 21%, invece della normale aliquota Irpef (che può arrivare al 43%)
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- E la soglia potrebbe abbassarsi ancora di più, forse fino al 15%, per le proprietà che si trovano in paesi con meno di 5mila abitanti
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- Il dubbio rimane sulle coperture e sulla convenienza della misura, dato che lo Stato incasserebbe una fetta molto minore se la flat tax entrasse davvero in vigore
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- Un limite comunque c’è: la misura interesserebbe solo i piccoli proprietari, e comunque non di aziende immobiliari
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- Inoltre emerge che la cedolare secca si potrebbe applicare solo per i nuovi contratti. L’agevolazione sarebbe anche vietata per chi disdice il contratto e lo rifà poco dopo
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- La norma non è poi stata confermata, quindi si applica solamente ai contratti stipulati nel 2019. Allora, la stima era stata che l'agevolazione sarebbe costata 320 milioni di euro in un anno, per lo Stato