Prosegue la crescita dei prezzi, seppure a passo ridotto rispetto ai mesi precedenti. Per il 2023 dato acquisito al 5,1%
Nel mese di dicembre 2022 si stima che l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, sia aumentato dello 0,3% su base mensile e dell'11,6% su base annua (da +11,8% del mese precedente). Lo comunica l'Istat, confermando la stima preliminare. In media, nel 2022 i prezzi al consumo crescono dell'8,1% (+1,9% nel 2021), segnando l'aumento più ampio dal 1985 (quando fu +9,2%), principalmente a causa dall'andamento dei prezzi degli energetici. L'inflazione acquisita per il 2023 (ossia la crescita media che si avrebbe nell'anno se i prezzi rimanessero stabili per tutto il 2023) è pari a +5,1%.
Rallentamento dovuto a energetici e alimentari
In media nel 2022, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, la cosiddetta inflazione di fondo, i prezzi al consumo aumentano del 3,8% (+0,8% nell'anno precedente) e al netto dei soli energetici del 4,1% (+0,8% nel 2021), indica inoltre l'Istat. A dicembre scorso, il rallentamento su base tendenziale dell'inflazione è dovuto prevalentemente ai prezzi degli Energetici non regolamentati (che, pur mantenendo una crescita sostenuta, passano da +69,9% a +63,3%), degli Alimentari non lavorati (da +11,4% a +9,5%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +6,8% a +6,0%); per contro, un sostegno alla dinamica dell'inflazione deriva dall'accelerazione dei prezzi degli Energetici regolamentati (da +57,9% a +70,2%), degli Alimentari lavorati (da +14,3% a +14,9%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +6,2%) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (da +0,2% a +0,7%).