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Arriva una bolletta da 500mila euro, fonderia che ricicla alluminio rischia lo stop

Economia

Lorenzo Borga

©Getty

A Manerbio una fonderia di alluminio potrebbe fermarsi a metà febbraio se non calerà il prezzo del gas naturale. Il reportage di Sky TG24

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"Noi pensiamo di poter bloccare la produzione già da metà febbraio" se i prezzi dell'energia rimarranno questi. Sono le parole di Mauro Cibaldi, presidente e Ad di Deral spa, società attiva nel riciclo dell'alluminio in cui lavorano più di quaranta dipendenti, a Manerbio.

Riciclo a rischio stop

Il suo è il grido di allarme che arriva dalla provincia bresciana, dove da decenni si è stabilita un'importante filiera di lavorazione dei metalli. Ora però la produzione rischia di fermarsi, a causa dell'impennata dei prezzi del gas, che dalla metà dell'anno scorso sono triplicati in Europa. Eppure la fonderia - per quanto di per sé inquinante - contribuisce alla lotta al cambiamento climatico: si dà infatti nuova vita ai rottami di alluminio grazie alla fusione del metallo e al suo riciclo, possibile all’infinito. Qui arriva di tutto, dagli infissi ai cartelli stradali, pronti a essere riciclati. Uno dei tanti esempi di economia circolare su cui l'Italia è tra i leader in Europa, avendo già raggiunti gli obiettivi che la Commissione Ue si è posta con il Next Generation Eu.

Bollette +500%

Ma il prezzo del gas ha fatto lievitare i costi energetici, nonostante l'ultimo intervento del governo per 1,7 nuovi miliardi. Cibaldi - che tra l'altro è anche ex presidente di Cetroal (Centro Italiano Alluminio) - mostra a Sky TG4 le bollette ricevute: "a fronte di una bolletta ordinaria del gas, diciamo su base annua, di circa 1 milione e 200 mila euro, andremo a pagare una bolletta di 6 milioni 200 mila euro. Un salasso che l'intervento del governo ridurrà per meno del 10%". Su base mensile invece l'importo di gennaio sarà di 500mila euro, +500% rispetto ai 100mila pagati a dicembre. Conti salatissimi dovuti all'alta temperatura che richiede la fusione, tra gli 800 e i 900 gradi centigradi per 24 ore su 24. Per non parlare di cosa accadrebbe se la Russia dovesse davvero - come qualcuno teme - chiudere i rubinetti del gas e innescare un conflitto armato con l'Ucraina. Uno scenario simile, per Cibaldi, sarebbe "mortale".

 

Per il riciclo dell'alluminio industriale non è nemmeno possibile - almeno per ora - la via dell'idrogeno: a oggi infatti il combustibile pulito non è ancora pronto per essere prodotto, senza inquinare, in grandi quantità. E peraltro nel processo di fusione dell'alluminio non riuscirebbe a raggiungere gli stessi standard di qualità del gas.

Il paradosso di un settore in crescita

A Manerbio le bollette extra-large potrebbero bloccare non solo la produzione, ma anche una manciata di assunzioni. Il mercato dell'alluminio è infatti tutto fuorché stagnante. Dal 2020 il prezzo internazionale è sostanzialmente raddoppiato, e anche qui sono stati sommersi di ordini da tutta Italia: "Mediamente il nostro settore" - aggiunge Cibaldi "ha un carico d'ordine che varia dalle 6 alle 8 settimane. Abbiamo toccato punte nel 2021 invece addirittura di 6 mesi, una situazione mai vista che si è verificata nel 2021 che consideriamo per tutti un anno storico per quanto si è fatto sia in termini di produzione, che in termini di fatturato. Tutto questo invece nel 2022 sarà compromesso, come abbiamo detto, dai costi dell'energia". È il paradosso che sta sconvolgendo le catene del valore di tutto il globo: troppi ordini di acquisto a cui far fronte, e allo stesso tempo produzione troppo costosa a questi prezzi dell'energia fino all'extrema ratio della chiusura. E così i prezzi non possono che continuare la loro scalata.