Al Teatro Dal Verme, con il patrocinio del Comune di Milano, la terza edizione dell’evento Sky che porta in diretta i valori del rispetto e della collaborazione e promuove l’ascolto reciproco di storie ed esperienze diverse, tra reale e digitale per diffondere il cambiamento. In particolare la giornata di oggi, martedì 3 giugno, è dedicata agli Sky Inclusion Days. In esclusiva sul palco la nota attrice Valeria Bruni Tedeschi a leggere un passo di Natalia Ginzburg per poi essere intervistata da Mattia Carzaniga di Rolling Stone.
Fresca vincitrice del David di Donatello e del Nastro d’Argento Grandi Serie per la sua apprezzatissima performance nella serie di Valeria Golino “L’Arte della Gioia”, disponibile in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, Valeria Bruni Tedeschi ha partecipato oggi alla terza edizione degli Sky Inclusion Days, l’evento Sky dedicato ai valori del rispetto e della collaborazione e a promuovere l’ascolto reciproco di storie ed esperienze diverse, per diffondere il cambiamento. Di seguito un estratto dell’intervento dell’attrice, regista e scrittrice, intervistata dal giornalista Mattia Carzaniga.
Dopo aver letto un emozionante brano tratto da “Il discorso sulle donne” di Natalia Ginzburg (1948), Valeria Bruni Tedeschi ha dichiarato: «Il pozzo oscuro di cui parla Ginzburg è quel che cerco sempre nei miei personaggi, è il posto in cui cerco di andare immediatamente. Mi chiedo subito: “Qual è il suo pozzo oscuro, il suo guaio, la sua solitudine?”. È l’essenza del lavoro di un attore. Questo brano deve essere stato pensato per un attore».
Sulla Principessa Gaia Brandiforti della premiata serie Sky Original dal romanzo di Goliarda Sapienza “L’Arte della Gioia”: «È stato anche allegro interpretarla, perché la sua cattiveria ce l’ho in me e sono stata finalmente in grado di essere cattiva. È stato liberatorio, allegro. Sono cattiva ma mi impedisco di esserlo. Lì ero liberamente cattiva, potevo esserlo, quindi è stato molto divertente. Come liberatorio è stato essere vecchia, ma vecchia sul serio, “bella vecchia”. È stato stupendo. L’autoironia era scritta nella sceneggiatura, era anche nello sguardo di Valeria, ridere di se stessi è molto divertente. Tutte queste cose hanno creato per me un set indimenticabile».
«Quella sceneggiatura è magia, sono partiti dal libro ma ne hanno mantenuto l’essenza. Non so come abbiano fatto. Poi Valeria era la prima volta che mi guardava come attrice, la prima volta che mi ha diretto. Io l’avevo diretta ne “I Villeggianti”, ma non sapevo come sarebbe stato al contrario. Ho avuto la sensazione di essere stata guardata da un grande grande regista, come mi accadde con Bellocchio, Bertolucci, Chereau. Quando ci si sente guardati è una vibrazione molto speciale, ci sentiamo totalmente accolti in tutto quel che siamo. Fare l’attrice è una questione molto seria, ma adesso per me è più una vacanza, mi ha aiutato. È così difficile fare un film da regista che quando faccio l’attrice mi sembra di andare in vacanza. Non mi concedo di essere sprezzante coi miei personaggi. Non mi concedo di non amare gli attori che filmo. Devo obbligarmi ad amarli. Sul set ho bisogno di toccare i miei attori, per far capire. Un attore che soffre in scena devo poterlo abbracciare, ne ho bisogno. Per il prossimo film magari non potrò più farlo. Ho bisogno di essere brusca, ma non si può più. Farò firmare qualcosa, al mio cast, che me lo permetta. Ovviamente prima di tutto ci vuole assoluto rispetto, per i personaggi e prima ancora per le persone».
Il programma aggiornato in tempo reale e tutte le informazioni per partecipare all’evento e seguire i dibattiti dal vivo, sono disponibili su inclusiondays.sky.it.
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