Steven Tyler diffida comune Cotronei, spariti 1.3 milioni per museo a suo nome

Cronaca

Il progetto era stato bloccato dalla denuncia del frontman degli Aerosmith datata 2022: "Se il museo non si fa nel palazzo dove ha vissuto e si è sposato mio nonno non deve portare il mio nome". Ma il Comune di Cotronei era andato avanti ricevendo i relativi finanziamenti pur avendo deciso lo spostamento della sede, senza poi farne più nulla

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Una vicenda giudiziaria partita con il progetto che prevedeva la realizzazione di un museo del rock intitolato a Steven Tyler, vero nome Tallarico, di chiare origini italiane, nel palazzo storico dove aveva abitato suo nonno Giovanni Tallarico. Progetto bloccato dalla denuncia del frontman degli Aerosmith datata 2022: "Se il museo non si fa nel palazzo dove ha vissuto e si è sposato mio nonno non deve portare il mio nome". Ma in realtà il Comune di Cotronei era andato avanti decidendo lo spostamento della sede, ricevendo i relativi finanziamenti, senza poi farne più nulla. Adesso quel museo mai nato è una delle vicende che ha portato la Procura della Repubblica di Crotone ad indagare per falso ideologico e materiale il sindaco attuale, Antonio Ammirati, l'ex sindaco Nicola Belcastro ed alcuni dirigenti comunali. “Dopo l’approvazione del nostro progetto dalla Regione sono arrivati 1,3 milioni, fondi della Comunità europea, ma l'amministrazione comunale ha spostato la sede del museo - spiega all’Adnkronos l’avvocato Nino Grassi, cugino della rockstar, che ha presentato l'esposto nel 2022. 

La vicenda

Un'indagine partita da una denuncia presentata a seguito della diffida che il cantante fece attraverso la "Associazione culturale Steven Tyler" nata a Cotronei, comune della Sila crotonese, dove nel 1800 era nato Giovanni Tallarico, nonno di Steven Tyler. Giovanni Tallarico era un musicista, suonava il mandolino, e come tanti italiani emigrò agli inizi del 1900 per l'America dove fece fortuna. Steven Tyler ha sempre riconosciuto le sue origini italiane e il 26 luglio 2013 si recò a Cotronei dove fu accolto dai parenti rimasti in Calabria, anche loro pronipoti di Giovanni Tallarico. In quell'occasione gli furono donati degli spartiti scritti proprio dal nonno che il cantante degli Aerosmith suonò subito al pianoforte. Nel corso della visita fu presentata alla rock star l'idea di un museo intitolato a suo nome. "L'idea - spiega l'avvocato Nino Grassi, cugino dell'artista e presidente dell'associazione Steven Tyler - era quella di realizzarla nel palazzo Bevilacqua nel centro storico del paese. Era stata la casa dove aveva vissuto e si era sposato il nonno prima di emigrare. Un'idea che Steven aveva approvato firmando addirittura il progetto". Tuttavia, dopo aver ottenuto il finanziamento di 1,3 milioni dalla Regione Calabria, l'amministrazione cambiò idea. Il sindaco dell'epoca, Belcastro, insieme al dirigente dell'ufficio tecnico proposero alla Regione di spostare l'ubicazione in una zona poco distante. Secondo la Procura, però, attestarono falsamente che non era stata accettata la proposta di esproprio. L'attuale amministrazione, con a capo il sindaco Ammirati ha perfezionato lo spostamento e per questo nell'aprile 2022 l'associazione aveva diffidato il Comune ad utilizzare il nome di Tyler. La Procura ha indagato Ammirati ed il nuovo dirigente dell'ufficio tecnico ritenendo che per non perdere il finanziamento, abbiano attestato falsamente che i ritardi erano dovuti a fattori esterni, mentre l'indagine ha appurato che mancava l'acquisizione da parte del Comune del nulla osta paesaggistico alla Soprintendenza. "L'indagine - spiega Grassi - fa seguito alla denuncia che abbiamo presentato ai carabinieri nel 2022 nella quale chiedevamo di fare luce sulla decisione di spostare l'ubicazione dal palazzo ad un altro luogo. Una delocalizzazione che a nostro parere non aveva motivo. Non so se Steven Tyler è a conoscenza di quanto sta avvenendo, ma nei prossimi giorni proverò a mettermi in contatto con lui per spiegargli gli ultimi sviluppi. La nostra idea, che era piaciuta anche a Steven, era realizzare il museo nell'antico palazzo per unire le radici ed il presente della storia della famiglia Tallarico. Invece è stato realizzato un manufatto di cemento armato senza anima".

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