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Scuola, sciopero il 31 ottobre: si fermano insegnanti e personale Ata

Cronaca
©IPA/Fotogramma

Mentre si allarga il fronte della protesta, la Flc Cgil spiega che lo sciopero nasce con l'obiettivo di poter ottenere “un contratto giusto ed un lavoro stabile". In programma anche una manifestazione indetta a Roma davanti al Ministero della Funzione Pubblica  a partire dalle 10.30

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“Un contratto giusto ed un lavoro stabile sono tra le principali motivazioni alla base della protesta. Il tema delle retribuzioni e quello della stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori a tempo determinato della scuola riempiono da mesi le pagine dei quotidiani. Peccato che altrettanta attenzione e soprattutto impegni concreti da parte del Governo e del Ministero dell’Istruzione e del Merito non se ne siano visti”. Queste le motivazioni che la Flc Cgil segnala in merito allo sciopero della scuola che coinvolgerà il 31 ottobre prossimo docenti e personale ATA che scenderanno in piazza, a Roma, “per la valorizzazione, anche salariale, del loro lavoro e per dire basta al precariato”.

Le motivazioni dello sciopero

Come si legge sul sito della Federazione, “il Governo stanzia risorse pari solo ad 1/3 (5,78%) dell’inflazione relativa al triennio contrattuale 2022-2024, per aumenti pari a 135 euro lordi medi anziché 400 euro lordi medi al mese. Così facendo si perdono in media 270 euro al mese e 3.500 euro l’anno”. Dopo gli “appena 80 euro di aumenti lordi medi mensili”, sottolinea ancora Flc Cgil, “adesso ci aspetta un altro aumento di soli 55 euro lordi medi mensili: una miseria”. L’obiettivo, stante così la situazione, è quello di “valorizzare il lavoro del personale anche dal punto di vista salariale. Non è possibile indignarsi quando l’Ocse dice che l’Italia è il paese che paga di meno gli insegnanti e poi fare finta di nulla quando bisogna investire nel contratto. Nella scuola ci sono problemi enormi, uno dei maggiori è il precariato: un lavoratore su quattro fra ATA e docenti non ha un contratto stabile e questo arreca un danno alla didattica oltre che alle vite di lavoratrici e lavoratori”.

Il fronte della protesta

Tra l’altro il fronte della protesta è destinato ad allargarsi visto che allo sciopero indetto dalla Flc-Cgil per il 31 ottobre prossimo stanno aderendo anche altre sigle sindacali, tra cui USB, CUB e Unicobas. In programma c’è una manifestazione indetta a Roma davanti al Ministero della Funzione Pubblica (Largo Vidoni) a partire dalle ore 10.30. “Contro la manovra collegata alla legge finanziaria che colpisce sanità, enti locali, scuola e pensioni; contro l’odioso meccanismo del silenzio-assenso che sottrae il Tfr ai lavoratori per regalarlo ai fondi pensione”. Questo il comunicato diffuso, sul proprio sito, proprio da Unicobas. “Per la scuola le ‘novità’ si aggiungono ai disastri di sempre e ad un mancato rinnovo del contratto scaduto da quasi 3 anni. Le ultime leggi di bilancio hanno stanziato risorse ben al di sotto rispetto all’inflazione maturata nel triennio di riferimento. A fronte di un’inflazione reale pari al 18% è previsto un recupero del solo 5,78%, con un differenziale di oltre il 10%. Così si abbatte il potere d’acquisto. Scioperiamo affinché vengano stanziate risorse aggiuntive per rispondere all’inflazione del triennio e fare un passo verso l’equiparazione agli stipendi europei”, viene spiegato ancora.

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