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Amedeo Matacena, riesumata la salma e quella della madre per l'autopsia

Cronaca

Il sospetto della Procura di Reggio Emilia è che la morte dell'ex parlamentare di Forza Italia e della madre, Raffaella De Carolis, non siano state determinate da cause naturali, come era stato inizialmente stabilito, ma che possa essersi trattato di un avvelenamento. I magistrati indagano, con l'accusa di duplice omicidio, la terza e ultima moglie di Matacena, Maria Pia Tropepi

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Si indaga a fondo sulle cause della morte di Amedeo Matacena, l'ex parlamentare di Forza Italia morto a Dubai nel 2022 all'età di 59 anni. Su disposizine della Procura di Reggio Calabria, la salma di Matacena è stata riesumata e trasferita nell'istituto di medicina legale della Sapienza, dove l'anatomo-patologo Aniello Maiese e la tossicologa Maria Chiara David l'hanno sottoposta ad autopsia. Anche la salma della madre, Raffaella De Carolis, deceduta tre mesi prima del figlio sempre a Dubai, sarà riesumata e sottoposta a degli esami. L'ex parlamentare di FI si era trasferito nella città araba nel 2012 per evitare l'arresto dopo che la Corte d'appello di Reggio Calabria, e successivamente anche la Cassazione, lo aveva condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.  

Il caso Amedeo Matacena

La Procura ha deciso di indagare più a fondo sulle cause del decesso di Matacena e della madre. Il sospetto è che le due morti non siano state determinate da cause naturali, come era stato inizialmente stabilito, ma che possa essersi trattato di un avvelenamento. I magistrati ora indagano, con l'accusa di duplice omicidio, la terza e ultima moglie di Matacena, Maria Pia Tropepi.

Il matrimonio di Matacena con Maria Pia Tropepi

Al centro dell'inchiesta c'è il testamento olografo di Matacena, con cui nomina erede universale dei suoi beni l'ex moglie Maria Pia Tropepi. I due si erano sposati con rito islamico, celebrato da un imam di nazionalità kenyota. Il patrimonio dell'ex parlamentare ammonta a diverse decine di milioni di euro, frutto della sua attività di imprenditore e della sua famiglia, che per molti anni ha gestito il servizio privato di traghettamento nello Stretto di Messina. Secondo alcune indiscrezioni riportate anche dalla trasmissione “Chi l'ha visto”, il certificato di nozze sarebbe stato realizzato da un falsario per una somma di 12mila euro e, inoltre, non risulterebbe registrato negli Emirati Arabi. Un caso ancora da verificare e accertare.

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