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Strage Nuoro, interrogato dai Pm il 14enne sopravvissuto

Cronaca

Il giovane, ricoverato in ospedale, è stato ascoltato in modalità protetta: presenti anche uno psicologo e il tutore legale nominato dalla Procura. Potrebbe essere lui, unico testimone oculare, a fornire una possibile spiegazione su quanto accaduto, chiarendone il movente. Domani le autopsie sui corpi

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È stato interrogato oggi dagli investigatori il 14enne ricoverato in ospedale dopo essere sopravvissuto alla strage familiare a Nuoro, compiuta mercoledì mattina nell'appartamento di via Icnhusa da Roberto Gleboni, l'operaio forestale di 52 anni che ha ucciso quattro persone - la moglie, due figli e un vicino di casa - prima di suicidarsi. Gleboni ha anche ferito l'anziana mandre, attualmente ricoverata in Rianimazione.

Ignoto il movente

Il 14enne, ricoverato nel reparto di Otorinolaringoistria dell'ospedale San Francesco di Nuoro, ha subìto un intervento per la rimozione di alcune schegge dalla mandibola. Gli investigatori e gli inquirenti lo hanno ascoltato per tre ore in audizione protetta, con il supporto di uno psicologo infantile e di un tutore. Ha risposto a tutte le domande, a cui è stato sottoposto con tutte le precauzioni del caso, parlando a lungo: nulla è trapelato però sul contenuto delle risposte. Potrebbe essere il ragazzo, unico testimone oculare sulla scena del delitto, a fornire una possibile spiegazione sulla strage e svelare il movente, che finora è rimasto un mistero. Il ragazzo tra ieri e oggi ha ricevuto la visita dei nonni materni che si stanno prendendo cura di lui. "Urlavano tutti", aveva detto alle forze dell'ordine che lo hanno portato in ospedale.

Le testimonianze dei vicini di casa

Le testimonianze di vicini di casa e amici della coppia sono contradditorie: c'è chi assicura di non aver mai sentito un litigio tra i due, e chi invece parla di crisi di coppia e di Gleboni come un uomo che "presentava possessività" e "reazioni sproporzionate per problemi banali". Gli investigatori stanno intanto acquisendo la documentazione sanitaria di tutta la famiglia, e vogliono vederci chiaro anche sulla situazione patrimoniale della coppia, per capire se ci fossero problemi finanziari. Contano inoltre di trovare qualche elemento nei computer e telefonini dei componenti della famiglia, già sequestrati e in fase di analisi.

Domani le autopsie

La città di Nuoro è ancora sotto shock per quanto accaduto mercoledì. Ieri, giovedì 26 settembre, circa mille persone si sono riversate per le strade per dire "no" alla violenza. E una fiaccolata, organizzata dal Comune sardo, è in programma domani sera. Alla mattina, invece, ci saranno le autopsie all'ospedale Brotzu di Cagliari.

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La dinamica della strage

Dopo aver impugnato la sua semiautomatica calibro 7.65, detenuta regolarmente, Gleboni ha iniziato a sparare verso la moglie e i tre figli. Li ha colpiti tutti: Giuseppina Massetti (43 anni) e la figlia Martina (di 25) sono morte sul colpo. Poi è toccato agli altri due figli, di 14 e 10 anni: il primo, sopravvissuto, è stato preso di striscio e ferito lievemente; il secondo è stato preso in pieno ed è morto. L'uomo si è diretto verso il pianerottolo e ha sparato contro Paolo Sanna, pensionato di 69 anni, il proprietario della casa che i Gleboni hanno in affitto nonché inquilino al terzo piano del palazzo, sceso al piano terra forse perché aveva sentito gli spari. Gleboni quindi è uscito di casa per recarsi nell'abitazione di sua madre, contro la quale ha sparato ferendola al viso, in maniera non grave. Infine si è tolto la vita sparandosi un colpo alla tempia in cucina.

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