Dalla dislessia ai deficit di attenzione: perché i disturbi a scuola sono in aumento

Aumentano le certificazioni scolastiche per i cosiddetti Bes 2, i bisogni educativi speciali. Una sigla che racchiude sia i disturbi dell’apprendimento - dislessia, discalculia, disortografia - sia i deficit di attenzione e iperattività. Dsa, le cifre in Italia e le differenze tra Nord e Sud La percentuale degli studenti con Dsa è passata dallo 0,9% al 5,4% in 11 anni. Il Nord Italia ha una percentuale di diagnosi più alta rispetto al Sud. In particolare, Valle d’Aosta e Liguria con percentuali dell’8,4% e del 8,3%. Al centro, Toscana e Lazio registrano percentuali intorno al 7%, mentre nel Mezzogiorno le percentuali si abbassano drasticamente con Calabria all’1,6% e Campania all’1,8%. Dal 2011 al 2021, a livello scolastico le certificazioni di dislessia sono aumentate del 111 %, quelle di disgrafia del 7% mentre quelle di disortografia e discalculia del 218,9% e del 226,47%. A partire dal 2010 – grazie alla legge 170 - dislessia, disortografia e discalculia sono riconosciute come disturbi specifici. Dal 2012 per la scuola è stata formalizzata la possibilità di un piano didattico personalizzato nei cosiddetti Bes. Dsa, come si arriva alla diagnosi Tra l’ultimo anno della materna e la prima elementare, si possono individuare dei primi campanelli di allarme. Nella maggior parte dei casi, spiegano gli esperti, possono rientrare già con interventi di potenziamenti in ambito scolastico. Verso la fine della seconda elementare e l’inizio della terza, la permanenza della difficoltà nelle lettura e scrittura richiede un approfondimento diagnostico mirato con una equipe multi professionale: neuropsichiatra, neuropsicologo e logopedista. La diagnosi arriva solo in accordo con le Linee guida nazionali, utilizzando test di screening standardizzati che vengono aggiornati periodicamente. Sono le Uompia, Unità operative di neuro psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, i servizi pubblici che hanno il compito di effettuare il percorso diagnostico e definire le necessità di intervento. Antonella Costantino è il primario di neuropsichiatria infantile del Policlino di Milano. Dirige la Uompia, tra le più grandi della Lombardia. Quali sono i campanelli di allarme di un Dsa? Per la dislessia c’è una fatica a leggere e scrivere, a volte i bambini invertono le lettere simili. C’è più fatica a distinguere suoni nelle parole che differiscono solo per una sillaba. Per la disortografia e la disgrafia è più evidente, mentre la diagnosi di discalculia arriva spesso più tardi. Le difficoltà arrivano quando aumenta la richiesta di competenze. Perché stanno aumentando in modo costante ogni anno le diagnosi? Le certificazioni esistono solo dal 2010 e quindi era atteso che nei primi anni ci sarebbe stato un aumento esponenziale. Ora siamo a un aumento costante. Ci sono enormi differenze tra regioni: in alcune c’è una sotto-diagnosi, in altre c’è invece il rischio di sovra-diagnosi. In molte regioni mancano interventi di potenziamento nelle scuole. In Lombardia abbiamo cifre alte e non riuscivamo a fare fronte in tempi brevi alle richieste di diagnosi. Esiste un comitato tecnico regionale sui Dsa che io coordino e con cui monitoriamo tutti i dati delle nuove certificazioni e delle esperienze. Varese ci ha portato i risultati di un progetto pilota nelle scuole e abbiamo deciso di estenderlo in tutta la regione. Si chiama progetto Indaco, che forma gli insegnanti sui Dsa in modo da attuare subito interventi di potenziamento in ambito scolastico inviando alle Uompia solo quei casi più complessi che non si sono modificati con il potenziamento. Che risultati avete avuto ? Il progetto parte quest’anno su tutta la Lombardia. A Varese i risultati sono stati importanti: alle Uompia sono stati inviati solo il 2 per cento degli alunni contro il 25 per cento con segnali di rischio. Arrivano anche nelle nostre strutture, già messe a dura prova dopo la pandemia dall’aumento esponenziale di casi psichiatrici, professionisti a supporto dei nuovi nuclei funzionali Dsa attivati nelle Uompia con fondi stanziati a 1 milione e mezzo l’anno. Ci sono fattori esterni che influenzano questi disturbi di apprendimento e di attenzione? Sicuramente l’aumento delle richieste di prestazioni scolastiche e della società possono mettere in maggiore difficoltà bambini e ragazzi. Ma c’è anche un evidente aumento di uso di tecnologia che potrebbe influire sulla capacità di concentrazione dei bambini e degli adolescenti. Si legge sempre meno e poco viene letto ad alta voce ai più piccoli, questo diminuisce il patrimonio linguistico e depaupera la capacità ad esporre. I ragazzi oggi hanno difficoltà nella comprensione del testo e questo è segnalato dall’Oms. L’elevato rischio di analfabetismo di ritorno è strettamente correlato all’esposizione alla lettura e alla scrittura.

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