Naufragio Palermo, le possibili cause dell'affondamento della Bayesian

È possibile che un veliero extralusso come il Bayesian, 56 metri di lunghezza - 184 piedi nel linguaggio nautico - 10 di larghezza e con uno degli alberi in alluminio più alti del mondo - ben 76 metri - affondi nell'arco di pochi minuti a una distanza minima dalla costa a causa di un forte temporale? La domanda - fin troppo ingenua per chiunque viva e conosca il mare - ha in realtà una risposta semplice: è assolutamente possibile. Tanto più in circostanze meteo molto complicate come quelle registrate dai radar prima dell'alba del 19 agosto, tra le 4 e le 5 del mattino, la forbice durante la quale il veliero è colato a picco. I sommozzatori che stanno lavorando intorno all'imbarcazione affondata sono arrivati fino a 50 metri di profondità, dove poggia lo scafo della Bayesian: a quanto risulta da fonti attendibili, lo scafo sarebbe integro e l'albero maestro non avrebbe lesioni, almeno per i primi 50 metri, e sarebbe ancora attaccato allo scafo, con l'imbarcazione inclinata di 90 gradi sulla parte destra. Resta da capire il "come" sia stato possibile, ovvero in che modo uno yacht di quella stazza, tecnologicamente avanzato e progettato per resistere anche a forti tempeste, abbia imbarcato acqua così velocemente da affondare in poco tempo. Per provare a spiegare come una imbarcazione di grandi dimensioni possa andare incontro a questo destino, abbiamo chiesto l'aiuto di un esperto di lungo corso del settore, il perito nautico Luca Marziale. L'affondamento della Bayesian durante un evento meteo estremo Innazitutto, come già detto, va considerato il fattore meteo. Non si è trattato di un semplice temporale, ma di uno di quei fenomeni catalogati come "evento estremo", sempre più frequenti nel nostro Paese anche a causa dei cambiamenti climatici. Ad abbattersi sul veliero potrebbero essere state infatti delle raffiche eccezionali di downburst - impetuosi venti discensionali provenienti da un fronte temporalesco che impattano con moto orizzontale - oppure un tornado - in questo caso una tromba marina - accompagnato da decine e decine di fulmini, raffiche imponenti e forti onde. Dunque una specie di "tempesta perfetta", concentrata nello spazio di poche miglia, con una intensità prolungata nel tempo, provocata da un sistema temporalesco a cella singola che ha generato un "temporale supercellulare", categoria in cui rientrano appunto i tornado. Un fenomeno estremo che, lungo la sua rotta nel Tirreno meridionale, ha sfortunatamente incontrato la Bayesian al largo di Porticello, non lontano da Palermo. Un video diffuso dal proprietario di una delle abitazioni affacciate su quel tratto di mare mostra l'affondamento della Bayesian nell'arco di pochissimi minuti . L'ipotesi di una combinazione di più fattori Una volta inquadrato il difficile contesto meteo delle ore del naufragio, cerchiamo di capire cosa può portare uno yacht di grandi o medie dimensioni a inabissarsi. Una doverosa premessa riguarda il caso specifico del Bayesian: non ci sono certezze sulle cause dell'affondamento ed è difficile fare ipotesi senza sapere lo stato dell'imbarcazione negli attimi del naufragio e in questo momento, mentre si trova adagiata sul fondale. Un quadro preciso sulle cause potrà arrivare solo dalle indagini degli inquirenti e probabilmente non sarà un compito rapido. Ciò che si può fare, astraendoci dal caso specifico, è immaginare cosa può portare all'affondamento di un'imbarcazione a vela in condizioni di maltempo simili a quelle della notte del 19 agosto, pensando anche a naufragi del passato. Su questo abbiamo chiesto un parere a un esperto del settore, il perito nautico Luca Marziale. È possibile per una imbarcazione a vela di grandi dimensioni affondare in pochi minuti in condizioni meteo difficili? "È possibile. Dobbiamo sempre considerare le condizioni meteo, se parliamo di un evento estremo. Una tromba marina ha venti anche a 150 km/h. In Corsica, alcuni anni fa, un evento simile provocò l'affondamento di alcune imbarcazioni, mentre altre vennero scaraventate sulla costa. Stiamo parlando di eventi eccezionali, che sono di una imprevedibilità estrema anche quando le previsioni meteo sono accurate. Se di giorno una tromba marina è visibile da lontano, di notte certamente è molto più complicato accorgersene". Venti simili su una imbarcazione di grandi dimensioni, con un albero massiccio e particolarmente alto, possono quindi avere effetti dirompenti. Con i venti di una tromba marina, l'imbarcazione colpita comincia a sbandare lateralmente a causa della pressione delle raffiche su tutta la sua struttura esposta, sull'albero, sulle sartie, sul boma [la 'trave' orizzontale che racchiude la vela definita 'randa' ndr] e sulle fiancate. Imbarcazioni molto grandi hanno molti metri quadri esposti al vento. In passato ci sono stati casi di barche di dimensioni importanti affondate perchè uno o più oblò laterali erano rimasti aperti mentre la barca toccava l'acqua. Normalmente in navigazione sono chiusi, ma capita che quando si è in rada, per il caldo e per far passare aria, vengano lasciati aperti. Ne basta anche solo uno aperto per imbarcare in poco tempo molta acqua quando la barca sbanda su un lato. Una imbarcazione a vela, dotata di deriva fissa o mobile che compensa, deve essere autoraddrizzante se sbanda di 180 gradi [una delle ipotesi al vaglio per il Bayesan è che la deriva mobile fosse sollevata al momento del naufragio ndr]. Il problema è se ci sono degli oblò o altri tipi di aperture sulla fiancata. In quel caso si imbarca acqua, la barca perde di stabilità e, se l'acqua continua ad entrare, si perde anche la possibilità di raddrizzarsi. Può succedere anche che eventuali paratie interne a quel punto siano inefficaci. Quindi in condizioni meteo estreme e repentine un oblò aperto può causare danni irreversibili. Un tornado può anche far girare su stessa una imbarcazione all'ancora, e la catena dell'ancora stessa si può incastrare in un pezzo della struttura. Si può verificare lo strappo del timone, o dell'asse dell'elica. Se si è sfortunati possono cedere le prese a mare, una delle tubazioni. Purtroppo sono eventi eccezionali che possono capitare. Le zattere di salvataggio devono comunque essere sempre a portata di mano, anche e soprattutto su imbarcazioni grandi. Sì, dovrebbero. I diportisti con natanti o imbarcazioni più piccole a volte le tengono nei gavoni laterali [spazi chiusi raggiungibili dalla coperta di una imbarcazione ndr], anche se dovrebbero essere sempre a portata di mano. Navi da diporto che trasportano numerose persone devono avere a maggior ragione dei sistemi di sicurezza a portata di mano, raggiungibili immediatamente. In alcune circostanze però, magari con eventi meteo repentini e violenti come un tornado di notte, con il panico che può scattare, gestire le attrezzature di salvataggio in pochissimi minuti può risultare più difficile.